La Juventus, di fatto già esclusa prima della sosta natalizia dalla lotta per lo scudetto e decisamente staccata anche dal quarto posto a causa di un andamento alquanto incerto, che ha alternato pochi picchi e tante frenate, molte decisamente inaspettate, affronta la trasferta di Bologna con l’obbligo di prendere tre punti su un campo che storicamente non si è mai dimostrato amico verso i colori bianconeri.

Allegri, ancora alla ricerca di uno spartito guida per il progetto di riedificazione in corso, tra molte difficoltà, alla Continassa, per l’ultima trasferta di questo 2021 tanto avaro di soddisfazioni per i nostri colori, propone alcune novità rispetto alle ultime uscite. Presentato dai canali di comunicazione della società come un 433, lo schieramento bianconero vede Szczesny tra i pali; in difesa, Cuadrado torna ad agire da terzino destro, Bonucci, De Ligt e Pellegrini, alla quarta partita consecutiva in campionato da titolare, completano il reparto arretrato. A centrocampo, il tecnico bianconero sceglie McKennie, Arthur e Rabiot, con il brasiliano deputato al ruolo di regista. Bernardeschi, Morata e Kean compongono infine il trio d’attacco. Dalla parte opposta, i padroni di casa rossoblù, guidati in panchina da Mihajlovic, si presentano in campo schierandosi con un 3421. Skorupski; Soumaoro, Medel, Theate; De Silvestri, Svanberg, Dominguez, Hickey; Soriano, Barrow; Arnautovic; sono gli undici uomini scelti dal tecnico serbo.

Come sempre, il primo pensiero del tifoso che si accinge a prendere posto davanti alla tv, è rivolto all’applicazione di Dazn che, già nel corso del pomeriggio, a causa dei soliti e troppo frequenti problemi, ha reso molto complicato seguire il secondo tempo di Atalanta - Roma. All'apertura del collegamento, arriva invece la prima sorpresa del pomeriggio. Una nebbia piuttosto fitta incombe sopra Bologna, minacciando in maniera concreta di rendere complicato il regolare svolgimento della partita. Un’importante presenza di pubblico, in una città dove, per qualche oscuro motivo, i tifosi di casa si considerano rivali storici della Juventus, accoglie le due squadre che, indossando i loro tradizionali colori, fanno il loro ingresso sul campo dello stadio “Dall’Ara”. Cori, bandiere e qualche fumogeno di troppo che rende ancora più critica la situazione visibilità. Sbrigate le solite lunghe e noiose formalità del pre partita, l’arbitro Orsato può fischiare l’inizio dell’incontro.

Le due squadre viaggiano ad alta intensità fin dalle primissime battute. Il pallone si sposta velocemente da una parte all’altra del campo. Subito Bonucci, proprio in avvio, è costretto ad un recupero prodigioso, in allungo, per impedire a Soriano di involarsi indisturbato verso la porta di Szczesny. Non trascorre che una manciata di minuti, praticamente il tempo necessario per spostare la partita dall’altra parte del campo, e la Juventus passa in vantaggio. Morata imprime l’accelerazione decisiva alla ripartenza bianconera. Ricevuta palla all’altezza della metà campo, lo spagnolo guadagna metri, scarica il pallone sulla destra, dove Bernardeschi accompagna l’azione, quindi si lancia nel cuore dell’area di rigore per ricevere il passaggio di ritorno. L’assist di Bernardeschi, preciso e con i tempi giusti, libera Morata, bravissimo a smarcarsi oltre la linea difensiva avversaria, eludendo il tentativo di Medel di metterlo in fuorigioco, davanti a Skorupski. Il destro di prima intenzione del centravanti non lascia scampo al portiere. Dopo appena cinque minuti di gioco, la Juventus passa in vantaggio. Morata esulta nella nebbia. Ringrazia Bernardeschi per il passaggio e celebra il gol sotto la curva occupata dai tifosi bianconeri. Di nuovo qualche fumogeno di troppo rende particolarmente critica la questione visibilità nei minuti immediatamente successivi alla rete.

Con il Bologna costretto ad una gara di rincorsa, la partita si mantiene su ritmi elevati. In campo risalta l’agonismo. L’arbitro Orsato è sempre presente e puntuale nel gestire alcune situazioni potenzialmente ad alta tensione. Nel 433 predisposto da Allegri, Morata è il riferimento centrale della manovra offensiva. Perfetto nel capire quando attaccare la profondità e quando invece venire incontro per ricevere il pallone dai difensori. Lavora, ripulisce e scarica la palla per i compagni, compiendo in ogni occasione la scelta più adatta al contesto di gioco. E’ ancora il centravanti spagnolo, pochi minuti dopo il gol del vantaggio bianconero, a condurre una nuova ripartenza della squadra di Allegri, portando il pallone oltre le linee nemiche per poi premiare, sulla sinistra, l’inserimento di Rabiot. Il tiro del francese, la cui scelta di concludere non è sembrata la più opportuna, data la presenza in area di almeno due compagni, si spegne tra le braccia di Skorupski. Nel centrocampo juventino, McKennie e Rabiot si scambiano la posizione in maniera piuttosto frequente. Punto fermo del reparto mediano in campo al “Dall’Ara”, è invece Arthur nella posizione di regista. Quella che sembra più congeniale alle sue caratteristiche. Tutto sommato, il brasiliano, almeno nella prima parte di gara, non dispiace. Puntuale nel farsi dare il pallone, difenderlo e impostare corto per i compagni di reparto. Dopo un anno e mezzo, abbiamo imparato a conoscerlo. Non possiede un gioco ad ampio raggio, non ha un passo che gli permetta di essere un fattore quando le squadre si allungano ed è costretto a coprire ampie porzioni di campo. Ha bisogno di una squadra compatta, capace di muoversi con buona sincronia intorno a lui.

Nonostante lo svantaggio, il Bologna non sembra accusare più di tanto il colpo. La squadra di Mihajlovic riesce a presentarsi in maniera abbastanza frequente nella metà campo bianconera. I giocatori rossoblù trovano nella fascia destra difensiva della Juventus il binario sul quale proporre le loro iniziative. Svanberg e Hickey, da quella parte, affondano con continuità. De Ligt chiude in scivolata un cross basso piuttosto pericoloso effettuato dal giocatore svedese. Szczesny è bravo a gestire un colpo di testa di Arnautovic. Ancora Svanberg, quando da poco è trascorso il ventesimo minuto di gioco, va molto vicino, con una rovesciata dal cuore dell’area, al gol del pareggio. Cuadrado, come da alcune partite a questa parte, appare in difficoltà. Dalla sua parte il Bologna si rende maggiormente pericoloso, mentre in fase offensiva  la sua azione non trova la necessaria efficacia. Il colombiano, dall’esterno, insiste con dei cross del tutto innocui verso il centro dell’area, attentamente presidiato dai difensori bolognesi. Con il trascorrere del tempo, sono i padroni di casa a gestire di più il pallone. La Juventus, adesso evidentemente schierata sul 442 “storto” di inizio stagione, con Bernardeschi e Rabiot esterni, si raccoglie nella propria metà campo, puntando a colpire l’avversario sfruttando la progressione di Morata e di Kean in ripartenza. In generale, la squadra di Allegri, inquina la sua manovra con alcuni piccoli errori in impostazione, in palleggio e nelle scelte che, sommati, danneggiano tante potenziali buone opportunità. Un paio di volte è Rabiot a sbagliare la giocata, in un’altra circostanza è Mckennie a tenere il pallone un momento di troppo, vanificando la possibilità di una favorevole transizione. Anche sulla fascia sinistra, l’azione di Pellegrini risulta meno efficace rispetto alle ultime uscite. Il giovane terzino, come sempre, si propone con continuità in appoggio alla manovra, ma questa volta i suoi inviti per le punte difettano nella precisione. Dopo una conclusione dal limite di Svanberg, piuttosto centrale e facile per Szczesny, senza necessità di concedere minuti di recupero, Orsato chiude il primo tempo.

Il vantaggio non tranquillizza il tifoso bianconero mentre, con qualche passo, si sforza di allontanare quella punta di tensione accumulata nel corso dei primi quarantacinque minuti. La Juventus è piaciuta nella parte iniziale della gara, finchè è riuscita a mantenere la necessaria intensità, a restare alta e a giocare in maniera aggressiva. E’ piaciuta invece di meno quando, non riuscendo più a tenere i ritmi iniziali, si è abbassata a protezione del risultato, lasciando al Bologna la possibilità di proporre qualche iniziativa di troppo. La fase difensiva bianconera sembra sempre molto solida e concede poco agli avversari anche grazie alle ottime prestazioni della coppia formata da Bonucci e De Ligt. Il timore che si affaccia nei pensieri del tifoso bianconero però è che, continuando a concedere agli avversari la possibilità di giocare a ridosso della nostra area, possa verificarsi un episodio in grado di compromettere il risultato. E’ necessario trovare la seconda rete, come ormai qualsiasi tifoso juventino ripete in continuazione. 

Le squadre si riaffacciano sul terreno di gioco per la ripresa. La nebbia, per il momento ancora clemente, offre una condizione di visibilità quantomeno accettabile. Mihajlovic propone all’uscita dagli spogliatoi la sua prima mossa. Toglie De Silvestri, inserisce Skov Olsen e muta la struttura della squadra nel più consueto e più propositivo 4231. L’avvio di ripresa non pare incoraggiante per i colori bianconeri. Come in una riproposizione, non richiesta e non gradita, dell’ultima partita di Venezia, la squadra sembra accusare un evidente calo di concentrazione che la porta a subire l’iniziativa del Bologna per gran parte della fase iniziale del secondo tempo. Nonostante una serie di errori commessi dai giocatori di Allegri in impostazione, i padroni di casa non riescono a rendersi troppo pericolosi grazie alla prestazione difensiva offerta da Bonucci e De Ligt, letteralmente invalicabili per gli attaccanti rossoblù. In avanti però, per una larga parte della ripresa, i bianconeri non si vedono quasi più. Le poche iniziative sono tutte affidate alle ripartenze profonde di Morata, costretto a tenere palla il più possibile avanti senza ricevere un vero aiuto da parte dei compagni. Allegri in panchina si infuria. Vede, tra Medel e Soumaoro, degli spazi dove la Juventus potrebbe rendersi pericolosa con immediate verticalizzazioni. I giocatori in campo però non eseguono, perdendosi sempre in un tocco di troppo che taglia il ritmo dell’azione.

Il tecnico juventino propone la sua prima mossa. Toglie Pellegrini, leggermente infortunato, e manda in campo Alex Sandro. La situazione non cambia di molto. E’ ancora il Bologna, che alla ricerca del pareggio produce il suo massimo sforzo offensivo, a gestire la partita. Soriano dalla destra premia, con un passaggio filtrante, l’inserimento di Dominguez. Il tiro del centrocampista argentino, dall’interno dell’area di rigore ma da posizione piuttosto defilata, viene deviato in angolo da Szczesny. Il piccolo gruppo di ascolto davanti alla tv mostra qualche segno di tensione e nervosismo. Allegri cambia ancora e toglie Arthur, giocatore che in una partita ormai di evidente contenimento ha poco da dire. Al suo posto entra Locatelli. Il Bologna colleziona diversi calci d’angolo. Avanza il timore che da uno di questi possa alla fine arrivare l’episodio tanto temuto. Non succede. Anzi, alla prima occasione in cui la Juventus si riporta seriamente dalle parti di Skorupski, trova il raddoppio che chiude l’incontro. Servito da Rabiot, Morata, sulla sinistra, all’altezza della trequarti offensiva, lavora nella maniera migliore l’ennesimo pallone della sua partita. Lo spagnolo allarga dalla parte opposta per l’accorrente Cuadrado. Il colmbiano riscatta una partita fino a quel momento sottotono, liberandosi di Svanberg e lasciando partire, dal limite dell’area, un diagonale con il destro che si infila sul palo più lontano. La Juventus segna il secondo gol. Pinsoglio in panchina applaude convinto e poco importa se dal replay emerge, evidente e decisiva, una deviazione con la schiena da parte di Hickey che allontana la palla dalla disponibilità di Skorupski. Trovato il raddoppio, un sorridente Allegri cambia ancora. Richiama in panchina McKennie e Kean, inserendo Bentancur e Kulusevski. La partita riprende e la nebbia, minacciosa ma fino a quel momento non troppo invadente, cala sul campo sempre più fitta, avvolgendo nei suoi banchi fumosi gli ultimi minuti di partita e inghiottendo le ultime vane speranze di riequilibrare l'incontro per un Bologna che sembra essersi arreso una volta incassata la seconda rete. In uno scenario che, all’animo romantico del tifoso davanti alla tv, ha ricordato alcune eroiche notti di Coppa Uefa negli ormai lontanissimi anni 80, la Juventus conduce in porto la gara, sfiorando il terzo gol prima con un sinistro di Bernardeschi dal limite, deviato da Skorupski in angolo e poi in altre due occasioni proprio nel finale, prima con Cuadrado, smarcato da una bella intuizione di Kaio Jorge, entrato nei minuti conclusivi al posto di uno stanco Morata, quindi con Kulusevski, fermato da Skorupski.

Dopo tre minuti di recupero, Orsato fischia tre volte. Dalla nebbia del “Dall’Ara” emerge quindi la Juventus. La squadra di Allegri vince una partita nella quale era sicuramente favorita, anche se in questa stagione le prove sulla carta ritenute alla portata si sono rivelate decisive per accumulare il grave ritardo che separa la Juventus dalla vetta, e lo fa senza subire reti. La porta, rimasta inviolata per la quinta volta nelle ultime sette partite e che, tolta la brutta notte di Londra, difficilmente vede Szczesny raccogliere più di un pallone dal fondo della sua rete, testimonia la ritrovata solidità che rimane uno dei pochi aspetti positivi di una prima parte di stagione che andrà a concludersi martedì prossimo, quando sarà il Cagliari a presentarsi a Torino per l’ultima partita prima della sosta natalizia. Rimangono i problemi dovuti ai frequenti e inspiegabili cali di concentrazione, che troppo spesso hanno inquinato le prestazioni della squadra e compromesso la conquista di punti che sembravano alla portata, e alle difficoltà che emergono nella fase offensiva. In avanti, per il momento, tolto Dybala e in attesa che Kean e Kaio Jorge mostrino il loro valore, l’unico attaccante di livello internazionale rimane Morata, fin troppo criticato da un’opinione pubblica che sempre più spesso pretende di commentare una partita limitandosi a leggere il tabellino. L’attaccante spagnolo ancora una volta ha dimostrato che, se assistito da un gioco più propositivo, è in grado di segnare i gol necessari. Con buona pace dei vari Icardi, Scamacca, Mitrovic e di tutto il ciarpame inutilmente costosissimo che parte della stampa vorrebbe a Torino nel mercato di gennaio.