Siamo ormai giunti al termine dei gironi di Champions League, mentre, in campionato, si sono già disputate un terzo delle partite dell’intero torneo e, anche per questa prima parte della stagione, la musica non sembra essere cambiata. La Juventus è prima ed addirittura imbattuta in entrambe le competizioni, con un ruolino di marcia impressionante.

Eppure c’erano tutte le premesse per l’annunciato (e agognato da tanti) crollo: la difesa sempre più anziana e privata sin dall’inizio del suo migliore centrale (Giorgio Chiellini) per diversi mesi; l’inserimento nel reparto di un giovanissimo difensore, strapagato ma totalmente inesperto del calcio italiano; la mancata cessione (con contestuale ricambio) di calciatori considerati ormai estranei al progetto tecnico (Higuain e Dybala) e addirittura l’accantonamento di uno dei giocatori (Mandzukic) più rappresentativi della passata gestione.

Come fantastico prologo a tutto ciò, sin dallo scorso maggio, all’annuncio dell’addio di Massimiliano Allegri dalla panchina dei Campioni d’Italia, si erano nuovamente formate, come all’inizio di ogni stagione calcistica, folte schiere di mammiferi, dal dorso corto, collo breve, cranio simile a quello dei grandi canidi, artigli corti, pelliccia rada e ispida, folta criniera (salvo eccezioni) e dentatura simile ai canidi. Ma, soprattutto, come principale caratteristica distintiva, lingua ruvida.

Si tratta delle iene antijuventine che, dopo una breve sospensione tra gli anni 2006 e 2011, erano tornate a riunirsi dalla stagione 2011/2012 (sospettose della circostanza che la Juventus inaugurasse proprio in quella stagione il nuovo Stadio ma sempre gongolanti – infatti si trattava per lo più di esemplari appartenenti alla specie ridens - perché convinte che dopo la Serie B e gli ultimi settimi posti, anche per quella stagione sarebbero tornate a banchettare presto sul cadavere bianconero).

Per tradizione, ormai quasi secolare, il luogo del raduno annuale delle iene antijuventine si trova in provincia di Como e più precisamente nella pineta di Appiano Gentile, nei pressi della località “La Mortizia” (nomen omen…) in prossimità del centro sportivo di una squadra minore delle Serie A. In tale località, all’interno di una vasta necropoli (quale posto migliore per le iene?), giungono con torpedoni provenienti da tutta Italia foltissimi branchi di iene antijuventine e si tiene, in luglio, il solito rito propiziatorio di inizio stagione: dopo orge e baccanali di ogni tipo, l’offerta in sacrificio di….agnelli ( e ormai siamo arrivati a 37) al Dio del Pallone, affinchè ponga fine all’incontrastato e ormai clamoroso dominio bianconero.

A questo punto, molti degli eventuali lettori – se hanno avuto la pazienza di seguirmi sin qui – giudicheranno assurda, se non offensiva, tale similitudine tra le iene in zoologia e quelle antijuventine, ma ora cercherò di spiegare le sorprendenti analogie.

In zoologia, esistono attualmente quattro tipologie di iene: il protele, la iena maculata, la iena striata e la iena bruna. Il protele è l’unica sopravvissuta della linea evolutiva delle iene-cane. Si ciba di insetti e si caratterizza per la sua capacità di digerire biomolecole secrete dalle termiti. Ciò rappresenta una modifica dell’apparato digestivo dei suoi antenati, idoneo a digerire carogne in putrefazione. La iena maculata, nota anche come iena ridens, è la iena odierna più grande. Ha tratti vagamente orsini, orecchie arrotondate criniera non fitta, pelo macchiato, dentatura a doppio scopo e presenza di un pseudo-pene nella femmina. La iena striata è la più piccola, con un minuscolo cranio. Divora prevalentemente carogne. Animale notturno, la iena striata esce generalmente allo scoperto solo nella completa oscurità e si ritira velocemente nel proprio rifugio prima dell’alba. La iena bruna è simile alla iena striata e più piccola della iena maculata.Si tratta di un animale che vive in piccoli branchi. Si nutre prevalentemente di carogne, tant'è che rappresenta in assoluto l'animale di più grandi dimensioni, che basa prevalentemente la sua dieta sulle carogne.

E’ incredibile constatare come le citate caratteristiche siano assolutamente corrispondenti a quelle che si rinvengono nel mondo calcistico, alla categoria “iene antijuventine”. Preliminarmente, occorre subito rilevare come entrambe le specie, anziché rifarsi alla razza dei felini e a quella umana cui dovrebbero appartenere, siano molto più simili ai canidi.

Il protelevisivo (evoluzione mediatica del protele in zoologia) è la iena antijuventina, la cui linea evolutiva risale agli albori della televisione. E’ l’unico esemplare che si riproduce sistematicamente da circa 60 anni. In modo speculare all’omologo in ambito zoologico, che cambia più volte la tana, anche il protelevisivo passa da un format all’altro, dispensando esclusivamente commenti negativi sulla Juventus e pontificando, sempre e comunque, sull’organizzazione criminale che ha fondato la Juventus e sui presunti favori arbitrali ricevuti da Madama, sin dal primo titolo di Campione d’Italia del 1904/1905. In proposito, il protelevisivo cita testimonianze raccolte in diari tenuti da suoi ascendenti. Nei citati diari si evidenzia che la panchina dove nacque l’idea di fondare la Juventus sia stata rubata dai liceali promotori ad una bocciofila di pensionati torinisti e che i liceali in questione erano stati denunciati al WWF perché si divertivano a martirizzare un biscione, colorandolo di vernice nero-azzurra. Inoltre, sempre sulle risultanze di tali incontrovertibili diari, risulta che, in occasione del primo scudetto bianconero, al termine della partita decisiva contro il Genoa, l’arbitro lasciò lo stadio a bordo della “3 ½ HP”, ovvero la prima vettura costruita dalla Fiat.

Quando i commenti superano l’umana decenza e non possono essere neanche ricondotti alla nota incapacità di intendere e di volere dei citati soggetti, il protelevisivo viene sollevato dagli incarichi sui media a livello nazionale. In tali circostanze, l’ex protelevisivo si rifugia nei social o in qualche tv o radio ultra locale, continuando a mietere commenti negativi su tutto ciò che riguarda il mondo bianconero. In particolare l’ex protelevisivo non abbandona mai il leit motiv dei favoritismi arbitrali a favore della Juventus, inerpicandosi in commenti deliranti, quali l’ultimo, in ordine di tempo, relativo ad Atalanta – Juventus. In tale circostanza, ad esempio, secondo l’ex protelevisivo, una corretta interpretazione delle Regole AIA avrebbe dovuto comportare la ripetizione del rigore a favore dell’Atalanta sino ad intervenuta realizzazione.

La iena colorata è un’altra iena antijuventina e presenta affinità elettive con la iena maculata in zoologia. Ha una pigmentazione multiforme (di qui l’aggettivo che la caratterizza) con colorazioni che possono appunto variare dal nero, in abbinata con l’azzurro (ci sono però anche numerosi esemplari solo azzurri) e il rosso (si conoscono anche esemplari macchiati di giallorosso) o anche di solo colore granata. Nell’ambito delle iene antijuventine, è indiscutibilmente la specie più numerosa e, in analogia con l’omologo esemplare in zoologia, è anche ribattezzata iena ridens, in quanto la sua massima espressione la raggiunge in occasione delle sconfitte europee della Juventus, dove si palesa in tutta la sua bassezza.

In Italia, invece, la iena colorata si caratterizza per la sua incredibile capacità di ingoiare rospi interi e (di digerirli senza difficoltà) ogni qualvolta viene costretta ad assistere ai successi della Juventus e, stante quanto accaduto negli ultimi otto anni, ciò ha determinato – in analogia con la iena maculata - una trasformazione del sistema digestivo della iena colorata, prima disabituata, se lasciata nel suo habitat naturale, a digerire carogne in putrefazione, ovvero i rari scudetti vinti dalle rispettive squadre di appartenenza della iena colorata.

La iena subdola è la iena antijuventina che più assomiglia alla iena striata, in quanto è composta da soggetti che, in passato, hanno indossato maglie, fatte a strisce (appunto striate), di squadre avversarie o che, dopo aver militato nella Juventus, proseguono la loro carriera in altre squadre striate. La iena striata esce generalmente allo scoperto solo nella completa oscurità e si ritira velocemente nel proprio rifugio prima del sorgere del sole. Anche il comportamento della iena subdola è simile. in quanto si identifica negli ex calciatori cronisti faziosi degli anticipi o posticipi serali o negli ex calciatori frequentanti i salotti serali, autori di battute patetiche e sgrammaticate sugli insuccessi bianconeri. In merito ad alcuni degli ex tesserati della Juventus ora militanti, come fulgida espressione di iene subdole, in compagini avversarie, occorre preliminarmente ricordare, soprattutto in due casi recenti, come il loro tesseramento per una squadra avversaria sia proprio intervenuto per effetto di come viene rappresentata la iena striata nel folklore mediorientale e asiatico (cinese in particolare). In alcune aree dello sterminato territorio cinese a certi parti del corpo della iena striata vengono infatti attribuiti poteri magici, per cui vengono utilizzate come filtri o talismani. Nel caso delle due iene subdole ex tesserati Juventus, si narra che siano stati prelevati, da uno, i capelli (????) con un delicatissimo trapianto intra cranico e, dall’altro, il liquido lacrimale dell’occhio sinistro per la preparazione di pozioni miracolose.

La iena codarda è la iena antijuventina, che più richiama la mente la iena bruna in zoologia. Infatti, similarmente alla iena bruna, che si ciba di sole carogne, la iena codarda, che si identifica ordinariamente con una determinata categoria di giornalisti, è la iena che si palesa solo quando può commentare le sconfitte della Juventus. Dopo i vari commenti a caldo dei vari opinionisti, la iena codarda che, sino a qualche settimana prima aveva decantato le virtù della realtà bianconera, si produce in una serie di commenti, che stroncano, senza riserve, tutte le scelte societarie. La iena codarda si manifesta con compiutezza sempre “dopo”, perché infida ed incapace di esprimere giudizi prognostici. Si ciba con avidità della sconfitta bianconera, autorigenerandosi sino al successivo banchetto, in esito ad una nuova sconfitta.

Da sempre, il tifoso bianconero illuminato tollera, con grande magnanimità, che le iene antijuventine facciano parte della fauna calcistica, perché tale mondo è popolato anche da questi esseri. Si permette solo, ogni tanto, di ricordare, assistendo alla goduria, che pervade le iene nel gongolare alle sconfitte bianconere l’antico adagio arabo: Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani (le iene-canidi appunto) credendo di aver vinto. Ma i leoni rimangono leoni e i cani restano cani”.

All’adagio arabo, già di per sé esplicativo, ci sarebbe solo da aggiungere che le iene antijuventine non si rendono conto che la loro legittimazione ad esistere resterà sempre subordinata all’esistenza stessa della Juventus.