Terza vittoria consecutiva per la squadra di Sarri a Genova, ma i blucerchiati non sono un avversario attendibile.
Grande prova di Dybala, conferma di aver trovato prima di altri la forma e il ritmo partita, ennesimo gioiello, come gli altri due firmati da Ronaldo e da Douglas Costa. Tre gol che confermano lo spartito solista che sveglia la Juve da una sinfonia suonata in maniera asfissiante ma non ad alto livello. 
Ci troviamo all'ennesima partita dove la squadra bianconera non riesce a segnare tramite una triangolazione o tramite un cross, l'unico buono della gara arriva sulla testa di Rabiot che non arriva a impattare convinto il pallone. Si nota grande difficoltà da parte dei centrocampisti ad imbucare verticalmente gli attaccanti scavalcando la difesa avversaria tramite un lancio o un pallonetto, come faceva Pirlo o un Tacchinardi meno qualitativo, questa giocata non è nelle corde di Pjanic e capiamo forse il motivo per il quale Paratici non ci abbia pensato molto nel venderlo in uno scambio che a mio giudizio è stato più che vantaggioso sia in termini calcistici, sia in quelli economici.

Alla Juve manca un regista, questa assenza è evidente, infatti anche ieri sera quando CR7, Dybala o Bernardeschi scattavano verso la porta, nessuno riusciva a servirli in profondità con pallonetto o filtrante a scavalcare i difensori genoani. Bonucci è stato l'unico a provarci, ma non essendo un vero centrocampista, il più delle volte sbagliava la misura del lancio. Il centrocampista bosniaco non è in grado nemmeno di fare un lancio per un cambio di gioco orizzontale e non riuscirci rallenta l'imboccata per sorprendere gli avversari. Certamente Pjanic fa un gran lavoro tattico e di raccordo tra i reparti con evidente qualità tecnica, ma ciò non è sufficiente per questa squadra che lamenta nei fatti il difetto di essere stata costruita privata di un vero playmaker, ricordando che in quella posizione fu Allegri a reinventare Miralem.

Da segnalare ieri la grande prova di Cuadrado, vero padrone della fascia destra, la preoccupazione è che lui e Danilo stiano tirando troppo la corda in termini fisici, giocando sempre ogni tre giorni. Il colombiano è stato il migliore nei contrasti vinti e nella riuscita dei dribbling, unico giocatore della rosa ad aver dimostrato di essere migliorato nel nuovo ruolo. Ottima la prova dell'uruguagio Bentancur, un vero martello della metà campo. Non dimentichiamo la buona prova di Bernardeschi che dona equilibrio a questa squadra e da quando ha ritrovato la titolarità, caso vuole, la Juve sà solo vincere. Federico è bravissimo a riempire l'area di rigore sostituendo uno dei due attaccanti che scala verticalmente o orizzontalmente per ricevere palla. Tatticamente è molto più utile di Douglas Costa e si nota anche in fase difensiva, la grande capacità atletica di recuperare fiato velocemente e di coprire il campo con una buona corsa lo porta ad essere una pedina strategica in questa Juve che faticava a trovare il partner ideale per i due fuoriclasse d'attacco.
Aspettiamo un vero test per i bianconeri che non sarà il derby, ma sicuramente la partita seguente allo stadio di San Siro: ospita un Milan in formato europeo.