L'ultimo turno di campionato ha fatto registrare un evento che potrebbe avere (per ora usiamo il condizionale) un peso notevole nel prosieguo di questa stagione. Non mi riferisco alla vittoria del Milan nel derby. Penso alla sconfitta dell'Inter e alla contemporanea vittoria della Juventus.

La Juventus si è rinforzata. Non a caso, sono stati i nuovi acquisti bianconeri Vlahovic e Zacharia a dare i 3 punti ai bianconeri contro il Verona. Quei 3 punti hanno permesso alla Juventus di superare l'Atalanta e di insediarsi in area Champions, ma soprattutto le consentono di vedere il gruppetto dei battistrada (Milan, Napoli e Inter). E se i punti di distacco dalla prima potrebbero essere 11, qualora l'Inter rispettasse i pronostici nel recupero contro il Bologna, quella partita deve ancora giocarsi. Per ora, quindi, i suddetti 3 punti possono essere attribuiti all'Inter solo come proiezione sulla base di ragionamenti probabilistici. Per di più, questa Juventus rinforzata ha pure il bonus del confronto diretto da mettere sul piatto, visto che, vincendo quel confronto, risucchierebbe indietro la Beneamata (non so da chi, ma certo non da me).
I bianconeri, in effetti, potrebbero ritrovarsi a -6 dalla vetta, se tutto andasse bene per loro, come però potrebbero finire a -14, se tutto andasse male. E' chiaro, tuttavia, che poche settimane fa sarebbe stata chimerica la possibilità dei torinesi di giocarsi un distacco di soli 6 punti in classifica dal 1° posto. Perché le chance di scudetto torinesi diventino concrete, comunque, la Juventus deve superare l'Atalanta, che ha perso 3 punti sanguinosi in casa contro il Cagliari e, con essi, la zona Champions. L'esito del confronto fra la Zebra e la Dea dirà se il ritorno dei bianconeri è di portata tale da valere la lotta scudetto. I prodromi perché i bianconeri facciano bottino pieno contro i bergamaschi ci sono, ma le partite vanno giocate.
A questo punto bisogna passare all'Inter. Un derby è un match importante che, di per sé, fa piacere vincere indipendentemente dall'impatto sulla classifica. A differenza di Roma, Milano non vive tutto l'anno per la stracittadina, ma per le milanesi resta il doppio confronto più sentito di tutta la stagione. Eppure, la reazione isterica dell'ambiente nerazzurro (mettendoci dentro allenatore, squadra e tifosi) è apparsa spropositata tanto alla luce della classifica, che vede sempre primi i nerazzurri, quanto del recupero, che l'Inter deve giocare contro il Bologna. Vincendo quel confronto, il Biscione avrebbe 4 punti di vantaggio che non sono affatto male (averceli il Milan...).
Viene il sospetto che l'Inter abbia una fifa nera, anzi nerazzurra, della nuova Juventus di Vlahovic.
I nerazzurri non sembrano temere tanto Napoli e Inter cui, con la tradizionale spocchia dei bauscia, si sentono superiori. L'Inter sembra avere una paura che fa 90 della la Juventus e attenderà con trepidazione il confronto fra torinesi e orobici di domenica sera. Se l'Atalanta dovesse impedire alla Juventus di prendere i 3 punti, i sonni nerazzurri sarebbero molto meno agitati. E' solo una sensazione quella del sottoscritto, che per giunta non tifa Juventus e la detesta quanto e più dell'Inter, ma è una sensazione molto netta, proprio perché il sottoscritto conosce molto bene quei signori che vivono dalla parte opposta del naviglio.
Il Napoli giocherà una carta pesante al San Paolo, proprio contro l'Inter. Proverà ad afferrare la giacchetta dei battistrada e a tirarseli dietro (almeno per il momento, in attesa di Bologna-Inter), facendoli rientrare nella bagarre insieme alle altre.
Napoli e Inter sono squadre filosoficamente rapportabili. Raddoppiano e triplicano in difesa, per poi aggredire gli spazi con incursioni rapide alla conquista degli spazi. Il calcio dell'Inter mi sembra, però, più dispendioso, in quanto le incursioni dell'Inter mi sembrano condotte con più uomini e in maniera più insistente e furiosa. Sarà una bella partita, che mi permetterà di confrontare queste impressioni.

E il Milan? Eh eh... hic sunt leones (come si leggeva sulle vecchie cartine dell'Africa in corrispondenza delle zone selvagge e inesplorate)! I rossoneri sono attesi da un trittico di fuoco, il cui tasso di difficoltà è superiore, quantomeno per il Diavolo, a quello dei confronti diretti (intesi come quelli contro le prime 6 rivali della classifica). Le sconfitte contro Sassuolo e Fiorentina, nonché il pareggio contro l'Udinese, ci dicono che i rossoneri tendono a sbroccare, sbandare, sbarellare ecc. contro avversari considerati alla loro portata. Dobbiamo considerare anche la sconfitta contro lo Spezia, che è stata causata per il 50% dal'arbitraggio, ma per il restante 50% dalla superficialità con cui i rossoneri hanno creduto di poter controllare il risultato. Nei prossimi 3 match, il Diavolo dovrà superare prima la Sampdoria, con la quale pareggiò a fatica agli albori dell'aprile 2021, poi l'Udinese, contro la quale ha rischiato di perdere a dicembre, e infine la Salernitana, fanalino di coda, ma in ripresa dopo la soluzione della crisi societaria. I campani si sono anche rinforzati grazie al prestito di Verdi dal Torino.
Nei confronti diretti, il Milan viaggia con una media di 2 punti partita, ritmi notevoli quindi. Non è tanto, quindi, il successivo confronto contro il Napoli a preoccupare, ma i 3 incontri intermedi.
Pioli è stato bravo a gestire il periodo successivo allo stop contro lo Spezia, perché non si è lasciato incantare dalle sirene, alcune molto pelose e interessate, che lo spingevano alla carica di Balaklava (durante la Guerra di Crimea, 600 cavalleggeri britannici furono falcidiati caricando l'artiglieria russa, per giunta sotto il fuoco incrociato che veniva dalle colline circostanti). Un generale francese che osservò lo scontro commentò: "Non è questa la guerra!". E se Pioli avesse mandato avanti i suoi come bisonti, a testa bassa, contro Juventus e Inter, un osservatore neutrale avrebbe potuto dire: "Non è questo il calcio!".

Ora Pioli deve gestire bene l'occasione di fare il salto di qualità e mi spiego. Il tecnico ha dato al Milan un'identità, un assetto che, seppure non efficientissimo, è preciso e stabile, quindi un punto di riferimento che i giocatori non perdono mai. Ha anche individuato ruoli e varianti di ruolo per titolari e riserve. Si fermi qui e non rompa il giocattolo che ha costruito. Non tenti cose eccentriche, perché il lavoro che ha fatto è, in sé, già valido e molti problemi (errori di preparazione atletica a parte) sono venuti proprio quando ha ceduto alla tentazione di abbandonare la strada che aveva scelto. Finisca l'avversario quando agonizza, inoltre, e non lo lasci in vita. E' sotto questo aspetto, al limite, che il tecnico parmense dovrebbe assumersi più rischi. Il Milan non ha più impegni di Champions e c'è meno l'esigenza di dosare le forze.
Quanto agli impegni extra-campionato, c'è anche la Coppa Italia, ma nella più rosea delle ipotesi sarebbero solo altri 4 incontri. Un sovraccarico gestibile, pertanto.
La Coppa Italia è un discorso a parte rispetto al campionato, perché è un'altra competizione, che presenta difficoltà diverse. Il quarto di finale con la Lazio si giocherà 50/50, perché resta un confronto diretto fra due delle prime 7 e i confronti diretti si giocano sempre alla pari. Gli aquilotti sono apparsi in crescita a Firenze.
Il Milan farà di tutto per passare il turno, ma sarà un'altra faccenda rispetto al campionato.