Nessuno, dotato di un minimo di buon senso, poteva pensare ad una gara semplice: il Real Madrid è, a tutti gli effetti, la squadra più forte che c’è in circolazione; una sodalizio con giocatori che rappresentano l’eccellenza e che giocano assieme da anni, conoscendosi pressoché a memoria. Una squadra che, smaltita la sbornia di successi della passata stagione che li ha portati a qualche mese di “crisi”, ora è tornata in grande spolvero con l’unico obiettivo di vincere la Champions, trovandosi fuori dagli altri obiettivi.

Lo zero a tre maturato ieri sera all’Allianz Stadium non lascia spazio ad interpretazioni: il Real Madrid ha ipotecato il passaggio alle semifinali e solo un (difficilissimo) miracolo potrà consentire alla Juventus di rimanere nella competizione; la gara non è iniziata nel migliore dei modi, con una doppia amnesia difensiva che ha spianato la strada al primo gol di Ronaldo.
Tuttavia, in seguito, la Juventus ritengo abbia disputato un’ottima gara, dimostrando di potersela giocare anche contro un gigante assoluto come il Real.
Le occasioni per pareggiare i conti ci sono state ma, a differenza magari di altre situazioni, prima il portiere avversario e poi una leggera sfortuna hanno impedito ai bianconeri di siglare un pareggio che, forse, avrebbe impresso un volto differente alla partita. 

Il risultato, rotondo, potrebbe far pensare ad un Real che ha surclassato la Juventus per tutta la partita; così non è stato perché, dopo la doccia fredda del gol al terzo minuto del primo tempo, la Juventus è rimasta in partita, dovendosi poi inchinare al solo Cristiano Ronaldo che, con un’autentica prodezza, ha chiuso i conti di una partita che, dallo zero a due, non ha più avuto storia a maggior ragione se i bianconeri si sono poi trovati in dieci, complice l’espulsione di Dybala.

Personalmente questa volta ho ben poco da rimproverare alla Juventus: nonostante per molti, quella di ieri è stata una prestazione addirittura peggiore di quella di Cardiff per me non lo è stata.
Cardiff era una finale e la Juventus vi arrivò impreparata sotto tutti i piani, da quello psicologico a quello tattico, disputando una ripresa vergognosa per una gara del genere.
Ieri, tutto sommato, la gara era sotto controllo, per quanto possa essere sotto controllo una gara contro il Real Madrid, squadra che può segnare e far male da un momento all’altro. La squadra ha disputato una gara, nel complesso, buona: troppo facile sarebbe ora, come hanno fatto già in molti, sparare a zero sulla difesa Juventina, decretando la fine della BBC; che la difesa vada rinnovata e ringiovanita (inutile dire non con il solo Caldara) a partire dalla prossima stagione è il segreto di Pulcinella ma credo che sparare a zero su calciatori che comunque hanno dimostrato, nonostante l’età, di valere ancora la Juventus mi sembra molto ingeneroso. 

Le critiche che semmai posso muovere sono di carattere tattico: continuo a chiedermi cosa veda, ad esempio, Allegri in Alex Sandro spostato in una posizione di ala sinistra; il brasiliano non sta attraversando la migliore delle sue stagioni ma se non lo si mette nemmeno nel ruolo in cui può esprimere al meglio le sue caratteristiche tutto diventa ancora più difficile.
Mi domando altresì se, forse, non sarebbe stato meglio impiegare Matuidi in quella posizione: l’esclusione del francese proprio non l’ho capita in quanto, a mio avviso, avrebbe potuto contribuire a dare pressione alla retroguardia avversaria, compito che invece hanno svolto le punte; anche Douglas Costa, relegato sull’out di destra e mai pericoloso, l’ho trovato escluso dalla manovra offensiva e mi chiedo se forse non sarebbe stato meglio impiegarlo in una posizione più centrale, dietro le punte.

Positiva invece la prova di Bentancur: per Allegri Marchisio non esiste e il dissidio (ancora da capire se tattico o umano) tra i due è ormai conclamato e appurato; perlomeno questo assunto ha consentito di scoprire con forza un ragazzino con personalità da vendere che, lanciato titolare sia contro il Barcellona nei gironi che contro il Real ieri sera ha dimostrato di non avere paura, una risorsa da custodire con gelosia.

Per fortuna non c’è nemmeno troppo tempo per stare a pensare alla sconfitta: sabato c’è una trasferta a Benevento in apparenza semplice, ma che nasconde i pericoli tipici di quando si affronta una provinciale; perché se perdere e uscire dalla coppa con il Real è purtroppo un qualcosa da mettere in conto, sarebbe invece imperdonabile perdere colpi nel campionato e sono certo che la squadra si farà trovare pronta.