Ancora una volta la Juve non ha perso. Nonostante il pronostico di molti addetti ai lavori che avevano preconizzato una vittoria dell’Atalanta. E bisogna dire a ragione, perché la squadra bianconera si presentava sul campo degli Azzurri d’Italia in condizioni rabberciate; a cominciare dall’assenza di CR7, rimasto alla Continassa ad allenarsi in vista della gara Champions con l’Atletico, senza Alex Sandro sulla fascia sinistra (rimpiazzato dal redivivo  De Sciglio) e con Quadrado e Pjanic in campo ma reduci da botte dolorose rimediate con le loro Nazionali. Per cui c’erano tutte le condizioni favorevoli per l’Atalanta per realizzare il colpaccio, vale a dire di battere la prima della classe,  e a Milano, in località Appiano Gentile,  già si spellavano le mani in previsione di una festa che sembrava quasi inevitabile. Se la Juve non perde nemmeno questa volta, allora è meglio mettersi il cuore in pace e cominciare a preparare la prossima Stagione.

Insomma la fiducia in una probabilissima vittoria degli uomini di Gasperini era ai massimi livelli, e man mano che la partita si avvicinava questa fiducia cresceva a dismisura fino a diventare negli ultimi secondi quasi una certezza codificata.
Vincerà l’Atalanta! Nonostante tutto; e nonostante l’assenza di Zapata e di Ilicic. E bisogna ancora dire che la partita, dopo un fugace fuoco di paglia bianconero, si era messa subito bene, perché dopo appena 17 minuti si  era  presentata un’occasione talmente ghiotta da far saltare tutti sulla poltrona. Un calcio di rigore regalato dall’attuale regolamento su un piatto d’argento, che in assenza dei due rigoristi designati (Zapata e Ilicic) veniva affidato al piede giovane e sicuro dell’arrembante Barrow, che si beveva Szczesny con una finta diabolica tanto che il portiere si buttava dall’altra parte, e calciava forte a colpo sicuro; sembrava un goal fatto ma, non si sa bene come, la palla andava incredibilmente sulla traversa. Ma niente paura, perché sul rimpallo non era certo difficile ribatterla dentro la porta,  sembrava quasi  un gioco da ragazzi, tanto che sulla ribattuta, vedendo il pallone sorvolare la traversa, tutti si sono messi le mani sui capelli  e qualcuno ha cominciato a guardare verso “il cielo”.

Poi la gara è andata avanti, e l’Atalanta incurante dell’errore di Barrow ha continuato a macinare gioco e occasioni da goal,  tanto che dava l’impressione che ad ogni istante poteva passare in vantaggio; e il vantaggio inevitabilmente è arrivato ancora “dal cielo” grazie ad un facile colpo di testa di Gosens che completamente libero da marcature ha infilato Szczesny forse anche lui distratto su un pallone dove avrebbe potuto fare anche di più. Ma l’Atalanta era meritatamente in vantaggio ed ad Appiano Gentile cominciavano già a spellarsi le mani così come tutti gli addetti ai lavori che giustamente avevano previsto la sconfitta dei bianconeri.

Ma il calcio si sa è un gioco imprevedibile, e nella sua imprevedibilità può riservare delle sorprese. Per cui non ci sarebbe stato nulla di strano se la squadra bianconera avesse pareggiato nel finale, magari anche grazie ad una deviazione che puntualmente è arrivata al 74° su tiro del Pipita Higuain , che come la storia racconta sembra avere un feeling particolare con l’Atalanta (contro gli orobici ha realizzato 12 reti in 14 partite).Certo, il pareggio stava stretto agli uomini di Gasperini, che tornavano a guardare il cielo, ma questa volta per imprecare contro la “dea bendata” che ancora una volta ci aveva messo lo zampino; tanto che sulle tribune degli Azzurri D’Italia, viaggiava col passa parola una sola frase: stai a vedere che portano via un punto anche stavolta.

E il cielo non prometteva niente di buono; la pioggia continuava a cadere senza soluzione di continuità e serpeggiava un certo nervosismo. E l’Atalanta  aveva ripreso ad attaccare ma con minore energia e con una certa rassegnazione come a dire: con la fortuna che si ritrovano non sarà facile segnare ancora.
Intanto sulla panchina bianconera, Maurizio Sarri si sbracciava e anche lui guardava “il cielo”  come a dire: e adesso chi mando in campo; perché di attaccanti veri non ne vedeva, dato che Douglas Costa era già entrato in campo al posto di Bentancur, e l’unico giocatore  ancora disponibile era Emre Can, che veniva mandato in campo a venti minuti dalla fine della partita. Probabilmente in quel momento, nel guardare il cielo Sarri deve aver pensato inconsapevolmente che per poter vincere la partita sarebbe servito solo un miracolo. Anche perché fino a quel momento Dybala aveva combinato poco, e il Pipita a parte il goal del pareggio non sembrava in grado d’inventare ancora qualcosa.

Ma chi poteva pensare che di lì a poco sarebbe accaduto l’imprevedibile più assoluto.
Dybala come per incanto si metteva a giocare come fosse diventato all’improvviso il fratello di Messi, e Il Pipita si ricordava di essere il goleador principe del Campionato italiano e che nell’anno dei 36 goal, era abituato a fare di ogni tiro una rete. E allora in quei venti minuti finali è accaduto l’impensabile; i giocatori bianconeri sembravano baciati “dal cielo”, e nonostante la pioggia ogni pallone andava inevitabilmente verso la porta Atalantina. Tocchi di prima, triangolazioni strette, ritmo improvvisamente raddoppiato, e Quadrado che leggero come una libellula volava sulla destra nell’area di rigore nerazzurra e metteva la palla all’indietro verso l’appuntamento col Pipita che quasi con nonchalance la metteva in rete. Era il vantaggio bianconero, e sulle tribune tutti si  guardavano questa volta  in faccia come per dire: non è possibile.

Infatti sembrava veramente impossibile che la Juve vista fino a quel momento potesse ribaltare la partita; ma questa che si stava vedendo ora  in campo era un’altra Juve e anche Sarri si guardava con Martusciello come a dire: non me l’aspettavo. E il suo Assistente di rimando gli rispondeva: ho paura che ci abbia messo una mano San Gennaro. Ma a parte le battute e a parte gli scherzi, La Juve vista negli ultimi venti minuti è sembrata una squadra “miracolata”, tanto che proprio Dybala, e su assist dell’onnipresente Higuain,  ha realizzato anche il goal  del  3-1 finale.

Ma nel  tornare seriamente al calcio, e dopo aver chiesto scusa al Santo partenopeo, credo che  in questo caso si debba comunque parlare di miracolo sportivo dei bianconeri e soprattutto di Maurizio Sarri, che ha finito per vincere una partita in maniera netta, perlomeno nel punteggio,   con una squadra imbottita di difensori, centrocampisti  e trequartisti, e con una sola punta effettiva (Higuain). Inutile ripensare all’assenza di CR7 o a quella  di Mandzukic (inspiegabilmente fuori rosa), rimasti entrambi alla Continassa. 
Se si fosse fatto male il Pipita, sarebbe dovuto entrare in campo Demiral oppure Danilo. Ma che importa; Sarri nel rientrare nello spogliatoio deve aver tirato un sospiro di sollievo e deve aver ripensato alla risposta del suo secondo Martusciello: forse San Gennaro ha veramente allungato una mano. D’altronde anche Sarri è nato a Napoli, anche se adesso non è più un azzurro ed è diventato solo bianconero.