E’ davvero tutto molto strano. Un anno fa, di questi tempi, avevamo idea di quale incubo potesse colpirci, ma non ci rendevamo conto che si sarebbe realizzato davvero. Qualcuno, più attento o maggiormente saggio, aveva anticipato il dilemma, ma la scienza e la politica lo negavano. Era giusto affidarsi agli esperti e vivere tranquilli. “Errare humanum est” e così è puntualmente stato. Le dette discipline hanno completamente fallito il pronostico. Se non fosse che il danno provocato è incalcolabile e troppo opprimente, potrebbe anche essere comprensibile. Sciaguratamente, non tutti gli abbagli hanno il medesimo peso. Questo è stato talmente grave da essere ingiustificabile a livello mondiale. Tale svista ha provocato 365 giorni di sangue e inferno e ora, in Italia, siamo di fronte a uno storico passaggio di consegne. E’ inutile negare che, quando si vivono avvenimenti epocali, non vi siano mezze misure. I protagonisti sono amati od odiati. E’ assolutamente logico che questi ultimi verbi non possano essere intesi con il loro significato letterale. Nel Bel Paese stiamo quindi attraversando un cambiamento emozionalmente parecchio coinvolgente. Bando alle ciance. Il Governo che è caduto sotto le picconate di Matteo Renzi è composto dalle medesime persone che, senza grande indugio, lo scorso 9 marzo decisero di imporre un confinamento terribilmente duro e che ha condotto parecchi individui a immensi drammi psico-sociali. Questo ha contribuito ad abbattere la curva epidemiologica evitando così una peggiore tragedia sanitaria, ma la coperta è corta ed è evidente che per qualcuno sia risultato drammatico. La visione era piuttosto unilaterale ed è difficile pensare che chi ha sofferto pesantemente le conseguenze del lockdown non stia in qualche modo percependo un senso di libertà. Un fiume, però, ha sempre due sponde ed esiste anche chi ha creduto fortemente che le rigorose misure messe in atto lo abbiano tutelato dalla strage. C’è chi vede in Giuseppe Conte, emblema della sua squadra, il padre protettivo che ha avuto il coraggio di compiere scelte tanto dure quanto impopolari, ma necessarie per evitare l’estinzione dell’umana specie causa covid. Ognuno ha le proprie percezioni. E’ corretto che sia così. E’ anche evidente che in quest’ultimo periodo il sentimento riguardo la politica sia enormemente amplificato. Credo che tutti abbiano compreso quanto essa risulti determinante nella vita del singolo individuo. Non mi nascondo. E’ chiaro che la mia età piuttosto giovane mi ha impedito di vivere gli anni in cui tale disciplina era in grado di coinvolgere totalmente la passione delle persone, ma non immaginavo fosse capace di influire in maniera così ingombrante sulla quotidianità. Ora dovrebbe essere il turno di Mario Draghi e un cambiamento del genere annienta ogni altro discorso…

RICOMINCIANO LE COPPECome si fa, quindi, a parlare di calcio? Ammetto che qualche sera fa, mentre la “mia” Juventus era impegnata a San Siro in una determinante semifinale di andata di Coppa Italia, la mente era divisa. Gli occhi erano rivolti tutti al match, ma la partita che si stava disputando in Quirinale catalizzava buona parte dei miei neuroni. Si dice che al giorno d’oggi occorra essere multitasking… Battute a parte, come la politica, pure il mondo del pallone inizia il periodo più importante e caldo della stagione. Ricominciano le coppe. Non posso esimermi dal contemplare ancora la questione coronavirus. Ricordo i divieti di viaggio che rischiano di creare più di un problema ai tornei intercontinentali. Questi stanno riguardando soprattutto l’Inghilterra ed è noto quanto tale terra sia fondamentale per il football. Tre squadre su 16 restanti in Champions sono britanniche. In Europa League, invece, si trovano Tottenham, Arsenal, Leicester e Manchester United. Attualmente parecchi "travel ban" riguardano pure il Portogallo che inserisce il Porto nella massima competizione per club. Sfiderà la Juve. Per ora, però, il doppio impegno non subisce alcun genere di problema. All’interno della seconda kermesse, invece, oltre al Benfica c’è il Braga che affronterà proprio la Roma. Logicamente quanto sostenuto per gli impegni che coinvolgono la Vecchia Signora è applicabile anche a quelli dei capitolini. Attualmente gli appuntamenti a rischio sono Lipsia-Liverpool e la doppia gara tra i Gunners e le Aquile di Lisbona. E' probabile, però, che ne sopraggiungeranno parecchi altri. Se il Governo Merkel prolungherà il blocco con UK, per esempio, bisognerà valutare anche il destino dell’incontro tra Borussia Monchengladbach e City. Lo stesso problema potrebbe riguardare la partita tra l'Hoffenheim e i norvegesi del Molde. Attenzione anche alla vicenda relativa ad Atletico Madrid-Chelsea con le Autorità Spagnole che potrebbero prolungare il divieto di sbarco dall’Isola. L'Uefa ha approvato un nuovo regolamento piuttosto esaustivo che valuta varie ipotesi di blocchi degli spostamenti. Dal campo neutro, al cambiamento della data, sino alla sconfitta a tavolino, il ventaglio è ampio, ma al contempo piuttosto rigido. L'auspicio, che è quasi una sicurezza, è che siano sufficienti a garantire il regolare svolgimento della competizione. Non parlo di certezza perché questa non può mai esistere in alcun ambito.

BEATO EQUILIBRIO… - Non solo Europa… le squadre si troveranno di fronte a un tour de force pure a causa delle coppe nazionali e dei campionati. Per quanto riguarda il nostro torneo primariamente citato, siamo alla fine. Gli impegni sono due per ogni compagine quindi davvero risicati. La Serie A, però, deve praticamente snocciolare tutto il suo girone di ritorno e si assiste a un torneo equilibrato come non mai. Le prime sette della classe sono appaiate in une decina di punti. E’ qualcosa di magnifico. E’ assolutamente fantastico poter assistere a uno spettacolo così imprevedibile e indecifrabile. Ci eravamo ormai abituati che, in questo momento dell’annata, la Juve aveva già preso il largo ipotecando il titolo. Non restava altro che la lotta per i diversi traguardi o le competizioni internazionali. Fortunatamente si vive una realtà differente e più stimolante. Credo che ciò rappresenti un bene anche per gli uomini di Pirlo. Mi spiego. Una simile situazione consente a chi è meno propenso all’ansia di avere gli input corretti per stare costantemente sul pezzo. E' innegabile che certi svarioni possano recare danno sia in campionato che in Champions. Il pensiero corre al 2017-2018 quando l'eccessiva sicurezza della compagine di Allegri procurò un pareggio a Crotone con la successiva sconfitta interna contro il Napoli. Ciò contribuì a riportare i campani a un punto dall'allora squadra dai sabaudi. Una vittoria a San Siro contro l'Inter, giunta in extremis e grazie a un colpo di testa di Higuain, salvò la situazione e decise le sorti dello Scudetto. Gli azzurri, infatti, il giorno successivo furono battuti in casa della Fiorentina dando l’addio all'incredibile remuntada. Non è finita. Non è semplice, infatti, riprendere la corretta attenzione nel momento del bisogno. E’ come una di quelle lampade che necessitano di tempo per illuminare al meglio l'ambiente. La massima competizione europea per club, invece, non può attendere e, forse, uno dei motivi delle recenti "brutte" figure continentali è proprio questo: non si è giunti all’appuntamento con la giusta dose di adrenalina. Tale sostanza chimica deve rimanere entro un range. Non può né scarseggiare, né eccedere. La mancanza di stimoli è assolutamente negativa anche perché spinge chi patisce maggiormente gli impegni a concentrarsi troppo su di essi. Tanto per esemplificare… Se una squadra ha 5-6 punti di vantaggio sulla seconda e si approccia a sfidare in casa la quindicesima del torneo, è chiaro che la mente del giocatore sarà facilmente attratta dal pensiero di approcciarsi a una gara secca di Champions dopo 2 settimane. Quest'ultimo match, quindi, finirà per essere caricato troppo e qualcuno la potrebbe aggredire in maniera ossessiva. Visto che ogni singolo minuto della serie A risulta importante, non si corrono tali pericoli.

UN FINALE IN CRESCENDOLa Juventus si trova di fronte a un finale particolarmente bollente. Il calciomercato estivo ha stravolto la Vecchia Signora e, naturalmente, la stagione non è iniziata nel migliore dei modi. E' piuttosto comprensibile. Nei mesi autunnali si assisteva a un autentico cantiere. Tutto era in elaborazione. Pirlo stava cercando di sistemare gli ingranaggi. Doveva trovare le opportune misure. Era necessario creare amalgama e armonia e a ciò pare si aggiungesse una preparazione atletica volta a contemplare un ottimo finale di stagione. Viene da dire: "Finalmente!". Il calo dell’ultima parte di annata era ormai sgradita prassi. Oddio… E' vero che, nel 2019-2020, il lockdown ha stravolto tutto rendendo vano ogni discorso a riguardo. Ma quanto visto nel 2018-2019 è piuttosto palese. La nuova versione piemontese targata CR7 partì come una fuoriserie per giungere ad aprile simile a un’utilitaria. Ricordo una favolosa vittoria all'Old Trafford che spianò la strada nella fase a gironi di Champions. I bianconeri imposero una lezione agli uomini di Mourinho e poco importa se Pogba sfiorò il pareggio con un incredibile palo. La prestazione sabauda fu eccellente. Giunse a seguito di 2 ottime prove contro Valencia e Young Boys. Al Mestailla, la Juve vinse giocando quasi tutto il match in 10. Ronaldo, infatti, fu espulso all’inizio della sfida per un contatto con Murillo. La banda di Allegri faceva faville pure in serie A dove si mostrò micidiale al Meazza contro il Milan o in casa con la Lazio. I problemi iniziarono proprio verso il periodo natalizio. In quella stagione, più che di sosta festiva, si trattava di interruzione invernale. Vigeva il boxing day, tradizione prettamente britannica che fortunatamente in Italia non ha riscosso grande successo ed è stata presto allontanata. In un glaciale 22 dicembre torinese, un gol di Mandzukic fu sufficiente per sconfiggere la Roma. Ma che fatica! Qualcosa cominciava a scricchiolare e anche il 2-1 sulla Samp di qualche giorno dopo mostrò le medesime problematiche. Si sperava che le vacanze fossero utili a recuperare le energie modificando il trend. Non fu così. La Juve appariva stanca. I bianconeri furono eliminati dall'Atalanta nei quarti di Coppa Italia patendo un secco 2-0. In Champions, invece, persero male al Wanda Metropolitano contro l'Atletico per poi estrarre dal cilindro un magnifico 3-0 interno che rappresentò un'oasi nel deserto. Personalmente fu uno specchietto per le allodole. Credevo che la Vecchia Signora fosse risorta in stile Araba Fenice. In realtà, una rondine non fa primavera. La domenica successiva, i piemontesi caddero sul campo del Genoa con una pessima prestazione. Poco male… Il vantaggio in campionato era rassicurante e si poteva pensare che il gruppo stesse pagando le fatiche di un grande martedì europeo con annessa "sbornia" di felicità. La sosta per la Nazionale avrebbe aiutato. Non fu così in quanto le vittorie risicate su Empoli, Milan e Cagliari presentarono il conto con l'Ajax. Tra andata e ritorno, la Juve fu estromessa ai quarti di Champions senza possibilità d'appello. L'idea era proprio quella di una compagine fisicamente stremata. Allegri fu accusato di estremo difensivismo. I suoi uomini attendevano gli avversari bassi. Stavano nella loro metà campo e provavano a ripartire. Forse anche per questo Kean risultò decisivo. In quel periodo il giovane attaccante appariva in stato di grazia segnando ogni volta che toccava il pallone, ma è chiaro che le sue doti furono avvantaggiate dal tipo di gioco proposto dai compagni. Un simile atteggiamento aveva probabilmente parecchie motivazioni e una di queste poteva essere l'assenza di benzina. Ricordo, invece, il 2014-2015 quando la prima versione dei bianconeri con il tecnico livornese non partì eccessivamente bene. Perse ad Atene contro l'Olympiakos e a Madrid con i Colchoneros per poi trovarsi tatticamente, psicologicamente e fisicamente perfetta nella seconda parte di stagione in cui sfiorò il triplete. Inutile ricordare le magiche prestazioni contro il Borussia Dortmund o il Real Madrid. Lo stesso accadde nel 2016-2017. I piemontesi cominciarono con il freno a mano. Pareggio interno con il Siviglia, sconfitta contro l'Inter e scoppola incredibile sul campo del Genoa. Il finale di annata fu un portento con i successi su Porto, Monaco, Barça, la vittoria dello Scudetto e della Coppa Italia. Peccato per Cardiff.

LE AVVERSARIE ITALIANE ED EUROPEE

Il Milan - La Juve, quindi, è perfettamente in linea con le migliori aspettative. Sta crescendo nella parte finale di stagione, ma le altre? Beh… guardando all’Italia e seguendo un rigoroso ordine di classifica si trova il Milan. I rossoneri paiono, invece, percorrere una strada opposta. Hanno iniziato la stagione volando e vincendo anche gli scontri diretti. Ricordo, per esempio, il derby oppure il successo del San Paolo contro il Napoli. I lombardi hanno avuto anche la meglio sulla Lazio. Poi hanno rallentato. Lo dimostrano le sconfitte con la Juve e l'Atalanta o quella patita dall'Inter in Coppa Italia. Contro le avversarie medio-piccole gli uomini di Pioli riescono a tenere botta, ma servirà riprendere il percorso anche con le big. Gli innesti di calciomercato potrebbero giungere in aiuto, ma temo che l’impresa di centrare lo Scudo sia piuttosto complessa.

L'InterI nerazzurri sono sulla traccia dei bianconeri anche se la loro compattezza è giunta in anticipo e questo ha probabilmente garantito l'attuale vantaggio sui rivali. La semifinale di martedì scorso ha mostrato che, in realtà, la Vecchia Signora ha tutte le potenzialità per raggiungerli e superarli. E' vero che abbiamo assistito a una sfida equilibrata in cui sarebbe probabilmente stato più giusto un pareggio. E' altrettanto realistico che alla Beneamata mancassero uomini importanti come Lukaku e Hakimi, ma i sabaudi si sono presentati a San Siro senza 7 titolari. E', poi, una questione di mentalità che denota sensazioni più positive in Piemonte. La squadra di Pirlo ha fatto la partita mentre i lombardi, a lunghi tratti, hanno provato a rintanarsi per poi ripartire. Non un magnifico segnale.

La RomaLa Roma viaggia spedita. I giallorossi, abituati ad andamenti altalenanti, ora stanno vivendo un momento di up. Dopo la sconfitta interna con lo Spezia nella gara di Coppa Italia, i capitolini parevano sull'orlo del baratro, ma il gruppo sembra avere reagito nel modo migliore. Fonseca e la sua squadra si sono salvati. Dzeko, potenziale Bruto, non ne ha fatto le spese. Pace fatta? Vedremo, ma pare di sì. Mkhitaryan sta spaccando il mondo e attualmente è un fattore estremamente positivo per tutta la sua truppa. Insomma, la Lupa sorride.

Il NapoliLo stesso non si può dire per il Napoli. Anche i partenopei sono sulle montagne russe, ma i momenti di down sono andati per la maggiore. La vittoria sul Parma non può certo aver cancellato le delusioni con Verona e Juve. Le speranze in Coppa Italia, invece, sono buone. Il pareggio a reti inviolate contro l'Atalanta nella semifinale di andata è un discreto viatico per il match di ritorno in programma a Bergamo. Mi spiego. Sono assolutamente un fautore della teoria per cui chi non subisce gol tra le mura amiche parta con un vantaggio allucinante nella sfida successiva in casa degli avversari. Là, infatti, gli basterà realizzare un centro per porre in estrema difficoltà il rivale, a quel punto costretto a raddoppiare il divario. Con il cronometro avverso, non è sicuramente semplice. Un eventuale passaggio del turno potrebbe dare un importante input morale in vista dell'ultima parte di stagione e dell’Europa League. Il recupero di Fabian Ruiz, a lungo assente per covid, è un altro colpo importante, ma la speranza è che non giungano nuove brutte notizie dopo quelle di Ghoulam e Koulibaly. Ribadisco la mia assenza di fiducia nei confronti degli azzurri.

La LazioLa Lazio è esattamente come la Vecchia Signora. Anzi, i biancocelesti mostrano una forma ancora migliore. Dopo un pessimo avvio di stagione, i ragazzi di Inzaghi sono un'autentica macchina da punti. Viaggiano a velocità supersonica, ma come reagiranno quando tornerà la Champions? Ammesso che il coronavirus li ha infastiditi parecchio, nel girone di andata hanno patito veramente tanto il doppio impegno. Sfidare il Bayern Monaco potrebbe essere un'autentica impresa.

L'AtalantaL'Atalanta segue una prassi. La prima fase di stagione è più lenta per poi esplodere nella seconda. In questa occasione, non pare così. La Dea sta continuando a faticare. Probabilmente questo dipende anche dal fatto che i nerazzurri non si siano praticamente mai concessi alcuna sosta dalla trascorsa stagione. E’ stato un lungo viaggio continuo che chiaramente influisce. Questo gruppo raccoglie risultati fantascientifici ormai da quasi 5 anni e non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi. I bergamaschi mi paiono come una bomba pronta a esplodere. Questa è l'impressione. Per le altre è meglio non disinnescarli, altrimenti possono essere seri guai.

L'esteroAnche osservando la situazione estera, la Juventus potrebbe tirare un piccolo sospiro di sollievo. In Spagna, Barcellona e Real Madrid arrancano. Viaggiano tra alti e bassi con qualche importante moto d'orgoglio. Non vivono la "temporada" migliore della loro storia, ma attenzione perché, soprattutto i Blancos, ci hanno abituati a miracoli europei. L'Atletico, invece, è sicuramente in buona condizione. Guida la Liga e sinceramente credo possa rappresentare una mina vagante anche in Coppa. Spostandosi a ovest, si trova la Francia e il suo Psg. I rossoblù sono terzi, dietro a Lione e Lille, in un torneo che, con il massimo rispetto, non è il migliore del Continente. Sono formidabili nel reparto avanzato, ma peccano dalla mediana in giù. Proseguono, poi, con i loro soliti dilemmi interni. Penso che a questa squadra sia mancata la forza di compiere il definitivo salto di qualità. Il pragmatismo di Pochettino potrebbe aiutare, ma non si può dimenticare che Tuchel ha raggiunto la finale di Champions. Al di là della Manica si trova l’armata di Sua Maestà. Il Liverpool traballa e alcuni parlano persino di una dipendenza da Momo Salah. Il Manchester City è ricco di qualità, ma non riesce a trovare la quadra. Il Chelsea ha recentemente modificato la sua guida tecnica e ciò dice parecchio sulla situazione che stava vivendo. Ha vinto il derby con il Tottenham, ma non vedo le inglesi competitive come in altre occasioni. Poi… i "travel ban" e le eventuali sfide secche potrebbero modificare la situazione. In Germania ci sono Lipsia, Bayern Monaco, Borussia Monchengladbach e Dortmund. La squadra della Red Bull è una gustosa novità che si conferma dopo la semifinale di Coppa persa nella scorsa edizione ma, suvvia, gli uomini di Nagelsmann non sono autentici spauracchi. Lo stesso vale per i gialloneri e gli "omonimi" colleghi. Queste compagini non stanno trascorrendo momenti propriamente felici mentre i bavaresi restano sempre il meglio del Vecchio Continente. La Vecchia Signora, però, affronterà prima di tutto il Porto che, tra covid e infortuni, non brilla. Ma mai sottovalutare gli avversari e Pirlo lo sa…