Questa mattina, alle 3 e 21 ora italiana, i Russi hanno attaccato l'Ucraina.
Ci siamo svegliati con le notizie che non volevamo sentire, ma che ognuno immaginava non tardassero ad arrivare. L'invasione è stata programmata come ormai si programmano le guerre di  oggi. Un attacco missilistico e aereo teso a distruggere tutte le basi logistiche dell'esercito Ucraino, compresi gli aeroporti e le stazioni radio. Poi i mezzi dell'esercito Russo hanno invaso il territorio ucraino, passando da più fronti. Dal sud, dove ci sono i territori contesi, Doneck e del Dombass, a forte maggioranza Russa. Dal Mar Nero, con sbarchi di marinai, dal Nord, sia dal territorio russo che dalla Bielorussia dell'"amico" Lukashenko. E sembra che ormai siano in procinto di occupare la capitale Kiev.

L'esercito Ucraino non sembra in grado di rispondere alle forze russe, ma il leader Zielenski ha chiamato tutti gli ucraini in grado di imbracciare un fucile di accorrere ad arruolarsi, per incominciare la resistenza armata. I soldati sul campo messi dall'esercito russo sono circa 200.000, ben equipaggiati e con armi moderne. L'Ucraina può contare sul popolo, circa 40 milioni di abitanti, dei quali sicuramente almeno due milioni in grado di fare parte delle milizie di resistenza. Quando si combatte per la propria terra si ha una forza ed una abnegazione che può essere veramente un'arma in più. Inoltre si ha il vantaggio della conoscenza del territorio, della sorpresa e, nei giorni scorsi, le potenze occidentali  hanno fornito armi ed equipaggiamenti in grado di fare fronte all'offensiva degli uomini di Putin. 
Purtroppo, ci sono molti civili che rischiano la vita, e seppure l'agenzia di guerra russa abbia sottolineato la precisione chirurgica dei bombardamenti, vantando la assoluta assenza di bersagli civili, i morti tra gli abitanti delle zone di guerra sono tanti. Sulla precisione delle armi, abbiamo visto già durante la guerra del Golfo che di chirurgico avessero ben poco. Stragi di innocenti si susseguivano, con relative scuse, ma intanto le persone estranee alla guerra morivano in qualche obbiettivo "strategico" che infine, strategico non era. E tra questi i bambini non mancano mai. Qualcuno ha detto che la guerra la pagano soprattutto gli innocenti, tramite i disagi, la fame, la sete e i morti. 

La mia speranza è che l'Europa non si faccia coinvolgere nel pazzo disegno del Cleptocrate russo, entrando in guerra, perché ha minacciato l'uso delle armi nucleari. Nel frattempo, mi auguro che gli Ucraini riescano a fare una guerriglia continua e snervante, che induca l'opinione pubblica russa a distanziarsi dalle idee di quel leader, già poco amato in patria. Le opposizioni in Russia sono già in fermento, e se la minaccia degli stati occidentali di chiudere i rubinetti finanziari di oligarchi e aziende russe si rivelasse molto persuasiva, anche i suoi fedelissimi potrebbero cambiare idea e lasciarlo solo. Abbiamo visto che Putin siede ad un tavolo enorme, di fabbricazione italiana, distanziato molti metri sia dagli interlocutori, che dai suoi uomini. Il pericolo che tema avvelenamenti ed attentati è reale, specialmente per chi, come lui, ha spesso usato il polonio ed altri prodotti chimici per eliminare oppositori e personaggi scomodi. 
Non usa mezzi termini per ribadire il suo potere, basato sul terrore, la minaccia nucleare, la potenza del suo petrolio e del gas. La corruzione e le "amicizie" sono un normale iter della sua azione di Governo e della tenuta del potere. Il fatto di essere stato il capo del KGB, lo ha favorito nella conoscenza dei segreti e delle lobbies che hanno sempre influenzato la vita dell'ex Unione Sovietica. 

Ma si ha come la sensazione che quest'ultimo colpo di coda, sia la mossa dello scorpione. Ovvero il colpo finale per proteggersi ed attaccare, e l'esibizione di forza un monito potente verso i suoi nemici. Ma sembra che i nemici siano più in patria che fuori. Vent'anni di dittatura, lasciano il segno. L'economia russa non è al top, semmai registra molti poveri ed alcuni (pochi) esageratamente ricchi. Il malcontento cresce, e se per caso arriva agli uomini delle forze armate, la sua fine si avvicina. Questo perché dei soldati e dei generali russi che rischiano la vita al fronte per questioni non di difesa nazionale, ma per propaganda personale, potrebbero covare una forte insoddisfazione, soprattutto alla luce della consapevolezza che con una pace duratura si hanno possibiità di crescita sociale ed economica, di stare con le famiglie, di vedere crescere i propri figli e vivere la vecchiaia dei genitori. Andare in giro per il mondo ad ammazzare gente, non è uno sport invidiabile. Se poi, ci fossero anche consistenti perdite( e non è escluso), la sensazione di combattere una guerra che non senti tua, ti lascia molti dubbi. 
Prevedo una forte resistenza Ucraina, che purtroppo lascerà sul campo molti defunti, anche popolazioni civili, che sicuramente saranno al fianco dei "patrioti" Ucraini. Ma una guerra combattuta per un ideale è più sentita di una combattuta per fare contento un dittatore, per lo più nostalgico del comunismo. 
L'Europa, non ha ben compreso subito la situazione e neanche previsto la catastrofe in arrivo.
Anche qui ci sono alcuni soggetti che sono legati in qualche modo a Putin, cioè autorevoli membri del Parlamento Europeo che siedono nel consiglio di amministrazione di Gazprom. Nondimeno il ricatto del gas russo si mostra convincente, poichè grazie a scelte scellerate e di "strana" convenienza, non abbiamo mai cambiato rotta sull'approvvigionamento energetico, facendoci blandire dal gas russo, e perdendo di vista l'Africa settentrionale, dove i Russi e i Turchi comandano le postazioni petrolifere della Libia. Quella del Golfo fu una guerra del petrolio, questa sarà quella del gas. Ma stiamo attenti, perché Putin non è meno pazzo di Hitler e, seppure antipatico, è un ottimo stratega politico ed economico, e ci sta tenendo tutti con il cerino in mano. Le sanzioni che dovremmo imporre, possono essere molto convincenti, ma se dal versante russo ci chiudono i rubinetti del gas, siamo con le castagne secche in mano. Dovremo essere molto prudenti ed efficaci nell'imbastire un dialogo che possa mettere Putin in grado di uscire da questa situazione con il merito del vincitore, ma con la futura sconfitta morale ed un idebolimento della sua leadership. 

Ormai si deve stare in vigile attesa, cercando di osservare gli avvenimenti, compreso il versante cinese, che pare si sia allineato alle ragioni di Putin. Ma Putin stesso non si fida molto dei cinesi, come tutti d'altronde. Ragioni storiche e politiche non sembrano in grado di portare la Cina ad allearsi con la Russia.
Dopo le prime mosse, ora si aspetta. Si aspetta perché occupare un territorio non è molto semplice, specialmente se gli abitanti del territorio sono dei fieri patrioti, con una forte identità nazionale. La resistenza ucraina, può essere l'arma che potrebbe fare crollare le certezze di Putin, allungando la contesa, procurando vittime tra i militari russi e l'opinione interna russa in grado di agitare il malcontento e la perdita del consenso. Dio lo voglia. Ma soprattutto, consigli i cuori e le menti dei saggi.