Un anno, una stagione, o meglio, un finale di stagione, complicato diverso dal solito, ma che forse rende, soprattutto queste coppe europee, ancora più affascinanti. L'Inter è rimasta l'unica italiana in Europa che lunedì 17(c.m.) affronterà gli ucraini dello Shakhtar.

Per Antonio Conte, dopo il secondo posto in Serie A, con 82 punti, gli stessi dell'Inter di Mou nel 2010, è un occasione ghiotta per riportare un trofeo ai nerazzurri, che in ambito internazionale non vincono proprio dal quel magico 2010, e che più in generale un trofeo manca dal giugno 2011, una Coppa Italia vinta contro il Palermo in finale, con Leonardo in panca.

Gli ucraini negli ultimi anni sono sempre stata una squadra ostica, fatta di velocità e fantasia brasiliana, anche molti club di Champions, spesso preferiscono evitarla, ma mister Conte sa che non solo potrebbe scrivere una pagina importante nella storia del club nerazzurro, dopo quasi un decennio di sconfitte e record negativi e problemi finanziari, ma lui a livello personale potrebbe alzare, per la prima volta un trofeo continentale e no un "semplice" scudetto, vendicandosi di chi lo definisce adatto solo a vincere campionati.

Ma i giocatori che scendono in campo devono farlo per loro, per il mister, per la società, ma soprattutto per i tifosi, negli anni 90 questa vecchia Coppa Uefa l'hanno vista alzare per ben tre volte, l'ultima nel 1998, proprio il condottiero di quell'anno, Gigi Simoni, rimasto nel cuore di tutti gli interisti del mondo, è scomparso non molto tempo fa, questa Europa League la si deve centrare anche per lui, uno dei più belli personaggi che sono stati in nerazzurro, e ovviamente si deve vincere per il futuro, per far ritornare gloriosa questa squadra, per far riemozionare questi tifosi, così innamorati, che anche in anni buii, riempivano San Siro, e ora per motivi sanitari, chissà quando si potrà riempire nuovamente di nerazzurro. Mister Conte vinci per loro, che ti sostengono, nonostante il passato, e per una nazione intera.