Passeggiavo spensierato per Via del Corso, era un lunedì pomeriggio di fine maggio, avevo chiesto un giorno di ferie al lavoro proprio per poter venire nella sartoria che avrebbe fatto l'ultima prova prima di consegnarmi l'abito finito. Ero in largo anticipo, cominciava a far caldo, pensai di prendermi una granita di caffè con panna al vicino e rinomato Bar Castellino all'angolo di Piazza Venezia, però da solo non mi andava proprio e allora pensai di andarci in compagnia di un mio caro cugino di terzo grado, Carlo, abitava proprio a due passi in una stradina di fronte alla Chiesa di San Marcello. Fui fortunato senza preannunciarmi, ma a quei tempi non esistevano i telefonini e s'improvvisava molto di più di ora, lo trovai in casa, stava aiutando suo padre nel mettere in ordine tutto l'armamentario per la pesca, sarebbe partito all'indomani alla volta del Lago Trasimeno, era un gran pescatore e preparava meticolosamente le sue esche per ambire alla cattura di qualche delizioso luccio o qualche prelibato persico reale da preparare al tegamaccio, mal che andasse la sortita di pesca in barca una frittura di tinche e lattarini ci sarebbe comunque scappata, l'aria e il vitto del paese lo avrebbe certamente corroborato per tornare con animo più sereno e più tonico al suo lavoro nella Capitale. 
" ...Dai...vieni Carlo che ti offro un caffè....dai...così parliamo un po', tanto sono in anticipo...ho l'appuntamento con il sarto per le 16.30..." "...il sarto?!...a Via del Corso!?...ma allora hai fatto i soldi!!" "...ma perchè...non lo sai?...il primo di Giugno mi sposo!" "...ma davvero!?...non dirmi...e allora mi vuoi offrire l'ultimo caffè da scapolo!!" "...già.. Carlo ....proprio così....il caffè esiste macchiato, freddo, corretto... e da oggi anche "exscapolato"....una nuova miscela...ma molto "robusta"!!"   
Ci sediamo ad un tavolino sul marciapiede del  Castellino e mentre ci gustiamo il nostro caffè con lo sfondo dell'Altare della Patria ed il pizzardone sul predellino che sbracciandosi regola il traffico alla confluenza di Via del Corso con Via del Plebiscito, iniziamo a raccontarci le nostre vecchie storie di qualche anno prima con tanto di reciproci ricordi e risate a crepapelle...
"...Massimo...ohhh....smovete!!.... finisci de sbaciucchiatte Milvia!!!....ma nun vedi chi sta ad arrivà!!" "....nooo...nun me dì...ma sò proprio loro!?!...ohhh...li mortè.... dai...damose....e de corsa...!!!" Nel giro di mezzo secondo io e Carlo piantammo le nostre amorose su quella panchina di marmo, che sicuramente divenne di ghiaccio per loro, nonostante l'afa estiva e un leggero venticello che si era sollevato frusciando con il suo alito tra le foglie dei platani costeggianti il viale del teatro nel cui sfondo, a circa 300 mt si profilavano le sagome delle nostre mamme e di una piccola bimba, la sorella di Carlo. 
Impiegammo mezzo secondo per scattare dalla panchina, che fece da block starter e sicuramente non impiegammo più dei 20" 65' record che valse la medaglia d'oro al nostro Livio Berruti alle Olimpiadi del '60 a Roma, ma che noi polverizzammo, senza purtroppo contributi della carta stampata, per raggiungere la sommità di una collina sovrastante il parco, il chiosco attiguo al teatro comunale e le panchine dove appunto eravamo beatamente seduti con le nostre filarine. Poi giunti sulla sommità della collina, stranamente senza fiatone, per la paura di essere ugualmente rintracciati ci separammo, come fuggitivi in guerra e ci saremmo rivisti solo a fine agosto sul marciapiede della stazione di Terontola in attesa del treno proveniente da Firenze per far ritorno a Roma.
Ovviamente all'arrivo delle mamme sulla panchina, una sorta di ormeggio per due transatlantici, trovarono le nostre innocenti due metà e alle domande un po' alla "Colombo" tese da mia madre e un po' alla "Montalbano" tese dalla madre di Carlo le ragazze risposero evasivamente con dei "televisivi"...non so....non ricordo...! C'era quasi da aggiungere la consunta frase di routine "...io non parlo senza il mio avvocato...!"  Ma sostanzialmente "la flotta" ambiva sostenere una tesi e cioè: dall'inizio del passeggio di Corso Roma, un rettifilo che parte dalla piazza principale del paese e conduce al teatro, sulla panchina proprio a lato del suo ingresso si vedevano chiaramente 4 sagome... e poi d'improvviso son diventate 2.....come mai??...che risposte ci fornite a riguardo? 
La risposta, fuorchè le frasi già prima citate, non arrivò mai...a conferma che i nostri cuori si leggevano nel pensiero... e tutta la "flotta" dovette fare un mesto ritorno nei propri ormeggi meditando vendetta al nostro ritorno. 
Le nostre mamme ci volevano bene, ma avevano una mentalità retrogada, ferma ai tempi della guerra, i figli maschi dovevano frequentare l'oratorio fino alla maggiore età, poi, solo dopo il servizio di leva si sarebbe potuto pensare, ma ripeto solo pensare, a sbirciare qualche gonnella!
Eh....carissime mamme....quanto vi abbiamo voluto bene....e quanto ci mancate!!   
Comunque quella notte Carlo rientrò a casa a mezzanotte passata e venne immediatamente interrogato dalla madre e, per evitare il peggio, e cioè passare il "fascicolo" al babbo, s'inventò di essere stato punto da un insetto e sarebbe dovuto andare di corsa a svegliare il farmacista per farsi dare l'adeguato medicamento.  Anche io attesi invano che mia madre spengesse la luce in cucina prima di rientrare in casa, ma dopo circa  un'ora mi decisi a rientrare ed andai di corsa in bagno, poi le raccontai di aver mangiato un gelato e subito dopo aver avuto un viscerale attacco di colite che mi avrebbe costretto a correre ai servizi dell'attiguo teatro. Le due mamme rimasero piuttosto scettiche alle nostre versioni, ed il giorno seguente, un venerdì di mercato in paese, si vociferava da parte di qualcuno che sarebbero state viste l'una in farmacia a colloquiare vivacemente con il dottore, l'altra presso il chiosco del teatro a chiedere la lista degli ingredienti usati per produrre gelati artigianali. Quando io e Carlo venimmo a sapere della cosa ci consolammo a vicenda, in parte le nostre bugie avevano fatto effetto....e poi quel record di Berruti...demolito!!....e quì....di fronte a quel caffè di Castellino...ci ridemmo ancora, e tanto!!!...e "ridere" aiuta tanto a vivere meglio!!  Salutai il cugino Carlo, per l'ultima volta da scapolo, e lui mi disse: " Buona fortuna Massimo! " ed io:   " Anche a te Carlo!" 

Sono le 16.30 entro nella sartoria in Via del Corso indosso il mio abito blu scuro, il sarto al mio fianco con gessetto e spilli si adopera per gli ultimi ritocchi, si compiace per il suo lavoro e mi dice: "Signor Massimo...le sta molto bene!!...veramente!!...Venga pure a ritirarlo giovedì sera." 
Mentre termina la sua frase vedo uscire dalla sala a fianco un giovanotto più alto di me, capelli un po' lunghi, alla "Beatles" si stava provando di fronte allo specchio con l'assistenza di un altro sarto un bell'abito grigio gessato... poi lo guardo meglio e m'interrogo.... ma questo signore io lo conosco... ma sì che lo conosco!!!..."...scusi tanto... ma lei è Pierino Prati!?!"  "...sì..sono io...ma lei... con chi gioca!?" "...no, no... Sig. Prati...io non sono un giocatore...cioè gioco a tennis...ma per diletto...no...io son qua per l'abito da cerimonia...sa la settimana prossima mi sposo!"  "...ah ma allora tanti auguri....ma è così giovane..."  "...beh....io son del '48..."  "...ahh...solo un anno meno di me!!..di nuovo tanti auguri...ma se mi hai riconosciuto sei un tifoso della Roma!!"  "...per la verità io sono tifoso del Milan!"  "...nooo...non dirmi...un romano tifoso del Diavolo!!...sei mitico!!"  "...io so tutto di lei ...Sig. Prati, da quando ha iniziato, dal placet di Liedholm per prenderlo in squadra...la storia di tutti i suoi gol...sa che mi è dispiaciuto quando lo scorso anno è stato venduto alla Roma...."  "....ehhh...caro...dopo la "fatal Verona"...ne son successe di cose..."  "...però vederla quì a Roma ....e poi ora che l'ho incontrata...non mi dispiace per nulla...ma ..a proposito... quest'anno ha realizzato solo 8 reti...e la sua pubalgia ...come va?"   "...va molto meglio...caro...vedrai che farò molte più reti ....magari non con il nostro Milan!!!"  E' ridemmo tutti e due stringendoci le mani...!!    "...dai...io ho fatto!...hai detto..ti chiami Massimo..vero?!...tanti auguri..di nuovo!!"  "...Sig. Prati..."  "...chiamami Piero...Massimo!"  "...me lo farebbe un autografo!!"  "....ma certo Massimo...con piacere...e dammi del tu!".
Il sarto mi portò il suo bigliettino da visita...sul retro c'è la firma di Pierino Prati....lui dopo aver restituito la penna mi diede un buffetto sulla guancia ed infilò quel bigliettino nel taschino del mio abito da sposo. 
Alla cerimonia era lì dentro assieme ad un fazzoletto bianco
L'abito blu scuro con quel bigliettino è ancora "in vita", riposto in un vecchio armadio al paese della mia povera mamma.  Due giorni fa ho pianto tornando con la mente a quel ricordo.   
Pierino manca molto a tutti noi del calcio, Milanisti, Romanisti e non. Ma a me manca soprattutto come uomo qual era e lascerà un vuoto incolmabile in modo particolare a tanti ragazzi e bambini della sua scuola calcio. Un uomo che amava la vita, la famiglia e il proprio lavoro.                                  Un uomo di altri tempi.
"La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare".                                                                                                                                                      ( Arthur Schopenhauer )


Un abbraccio
Massimo48