Il termine “derby” nasce dall’antica sfida tra due vicine parrocchie della città inglese di Derby.

A Milano, ieri sera, ha vinto la parrocchia nerazzurra ma né il priore interista né quello milanista sono stati contenti della serata.

Quello interista perché ha udito i buu-buu a sfondo razzista indirizzati dai suoi tifosi a Kessié che l’arbitro Guida ha invece finto di non sentire; quello milanista (che tra l’altro ha perso) ha visto andare in scena l’indegna e clamorosa gazzarra dello stesso Kessie che , a stento trattenuto da tre compagni, intendeva regolare i conti con il compagno Biglia colpevole di averlo rimproverato perché, arrabbiato per la sostituzione, non aveva dato la mano al subentrante Conti.

Roba da farci cinque/sei puntate di Tiki-Taka se tanto tanto l’ivoriano fosse fidanzato con Wanda Nara.
Il finalino da libro cuore, con i due che si scusano davanti alle telecamere e si assumono entrambi la responsabilità dell’accaduto, non convince proprio nessuno e tanto meno il sottoscritto, specie dopo aver visto il filmato di Verona dove, l’unico a non abbracciare Biglia dopo la sua prodezza balistica, era stato proprio l’imponente Franck.

E così, al termine di una partita molto “inglese” perché combattuta e ricca di episodi e di gol ma anche molto italiana per i brutti comportamenti di entrambe le parrocchie, indovinate chi è finito più di tutti sulla gogna delle critiche? Il povero Gennaro “ringhio” Gattuso.

Dopo qualche settimana di tranquillità e di elogi per la rimonta del Milan e la sua ritrovata vitalità e qualità di gioco, ecco che tornano laceranti dubbi ed interrogativi sulle reali capacità del tecnico rossonero: “non ha lo spessore per guidare un grande club”, “non ha abbastanza esperienza” e ancora... “ è un combattente ma non sa leggere le partite”, “è troppo attendista” e via così.

Il malcapitato Rino le ha provate tutte (ma indovinate poche), correggendo diverse volte l’assetto della squadra, dal 4-3-3 al più redditizio e compatto 4-4-2 e provando, seppure un po’ tardivamente, a modificare le cose che non andavano: non sostituisce il cugino di Suso (non poteva essere lui quello visto in campo), mette dentro la dinamicità e l’intensità di Castillejo (che pur facendo la sua parte provoca però ingenuamente il rigore trasformato da Lautaro) al posto dello spento ed acciaccato Paquetà, inserisce Cutrone per passare alle due punte ed ascoltare finalmente i miei accorati appelli di togliere Rodriguez che di buono ha soltanto l’omonimia con un bravissimo regista americano sodale di Quentin Tarantino.

Infine si accorge che schierare uno stracotto Kessié a fare il terzino dalla parte di Perisic rasenta l’autolesionismo e rimedia facendo entrare Conti che subito lo “ripaga” rischiando il rosso derubricato a giallo dal V.A.R.

Insomma, Gennaro non sarà bravissimo ma, almeno ieri sera, neppure fortunato se ci mettiamo pure che nei minuti di recupero prima Handanovic e poi D'Ambrosio salvano la vittoria dell'Inter con due miracoli.
Insomma, una serataccia paragonabile soltanto a quella di Atene.
Rino, da tifoso milanista ti voglio e ti vorrò sempre bene, apprezzo il lavoro che fai con grande cuore e passione, sono convinto che hai meritato la chance di guidare il Milan anche in questa stagione ma non volermene se, insieme a molti altri, penso che la nostra squadra vada, si, rinforzata… ma anche sulla panchina.

In bocca al lupo.