Quando vedi il calcio italiano capisci che c'è qualcosa che non va. Non si parla del calcio, ma di quello che gira intorno a se. Vediamo di cosa voglio parlare:

1. Tecnici

In Italia girano sempre gli stessi tecnici, ma non da oggi da sempre. In Italia la politica ' Squadra italiana, tecnico italiano' è sempre al primo posto. Non voglio mettere in discussione che un tecnico italiano conosce le squadre a memoria, conosce com'è il calcio nostrano e tutto il resto, ma il volersi per forza di cose impuntare sul made in Italy. In tutta Europa ci sono tecnici di altre nazioni; Guardiola, spagnolo al Manchester City, Emery spagnolo all'Arsenal, Tuchel tedesco al PSG, per dirne tre. In Italia ? L'ultimo ricordo in un grande club è stato Rudy Garcia a Roma, non conto l'Udinese con Tudor prima e Velazquez dopo, visto che non lo calcolo un club da primi otto posti. Il made in Italy sembra essere il troppo in una era che l'allenatore va sperimentato anche se viene dall'estero.

2. Giocatori italiani ? No meglio stranieri

Ed ecco il controsenso, i tecnici stranieri no, ma i giocatori si, sopratutto se finiscono con una 'S' o con un avvicinamento al Brasile. Ma perchè ? La fissazione di poter avere uno straniero in rosa porta le società a sognare in grande. Ma di Falcao, Ronaldo il fenomeno, Ronaldinho ce ne sono pochissimi, tutti gli altri sono solo nomi da figurina, poi arrivano e li vedi in campo, scandali assurdi. Il calcio nostrano invece viene preso a schiaffi, si il giovane primavera che fa grandi cose viene dato prima in prestito e poi ceduto a squadre di categoria minore, poi se è forte ritorna in auge in un'altra squadra, altrimenti viene dimenticato. Perchè mai i giovani italiani non vengono lanciati dalle società stesse ? Perchè se ieri era un vanto avere dei: Cabrini, Tardelli, Baggio, Del Piero, Totti, oggi è meglio avere uno Brasinho sconosciuto ma che in Brasile è accostato a Ronaldinho, poi quando lo vedi ti viene da ridere, visto che ha tutto meno che del vecchio talento brasiliano. Vorrei ricordare a tutti quanti sono arrivati dal sudamerica a cercare fortuna in Italia, la società che prese la cantonata più grossa fu la Pistoiese che arrivata in A per la prima volta nella sua storia, venne 'fregata' dal Marília che gli rifilò Luís Sílvio Danuello, portato a casa come fenomeno, ma che poi si scoprì essere stata tutta una scenata da parte della società d'appartenenza che rifilò questo autentico pacco alla povera società toscana. Quindi detto questo, molti giovani italiani sognano di giocare con la maglia della squadra che li lancia, mentre qui se li andiamo a vedere quasi tutti giocano in piccole realtà salvo pochissime squadre che ancora puntano su di loro.

3. Società straniere

In Italia cominciano ad affiorare troppe società straniere. Cosa intendo per straniere, il proprietario. Prima negli anni 80 c'erà la moneta pesante, quindi i presidenti erano tutti italiani, adesso con le tasse alle stelle tutti gli italiani vendono e gli stranieri comprano. Ma adesso entriamo nello specifico. Lo straniero che compra dovrebbe avere liquidità per formare una squadra forte, mentre qui se andiamo nello specifico io vedo soltanto un cambio societario ma nulla di nuovo anzi...La Roma passata da Sensi a Pallotta ? Cos'ha di nuovo ? Sensi gli ha portato tanti trofei e lo scudetto del 2001, indebitandosi, mentre Pallotta oltre a Coppa Italia e Supercoppa Italiana quale miglioramento avrebbe apportato ? La Roma naviga sempre tra i primi quattro posti, come quella di Sensi, ma la Roma di Sensi non cedeva i suoi big, mentre quella di Pallotta appena può li cede. Quale sarebbe il vantaggio ? Passiamo al Milan o all'Inter ? Stessa cosa. Quindi quale sarebbe il vantaggio per queste società di passare di mano da un italiano ad uno straniero ? Molti dicono le sponsorizzazioni, io dico di no. Come tutti ben sappiamo l'Italia 'ammazza' sotto il profilo delle tasse, quindi perchè mai uno straniero verrebbe a versare tutte quelle tasse se potrebbe andare in un campionato dove ne paga molte, ma molte di meno ? Diciamo che sembra un po' tutto strano.

4. Costruire uno stadio

In tutta Europa il permesso di costruire uno stadio è tutto molto più rapido, in Italia ? Si deve chiedere il permesso - cosa giusta come dalle altre parti d'Europa -, si deve attendere giorni, mesi e addirittura anni, prima che lo stato dica si o no, poi è possibile che ne passino svariati e la risposta non arriva mai, anzi le società stesse devono di nuovo richiedere il permesso per saperne di più. La Roma è stata invishiata nel progetto-truffa di Parnasi, ma ad oggi si dice sempre che lo stadio si farà c'è l'Ok, ma i lavori non iniziano ancora. A Milano ? Addirittura non si possono costruire due stadi, ma la proposta è quella di farne uno per entrambe più piccolo da sessantamila posti per entrambe che sorga sulle ceneri del Meazza, quale sarebbe il vantaggio per gli oltre ottantamila che ogni settimana a fasi alterne seguono i due club di Milano ?

 

Ecco queste sono solo quattro punti che mi sento di contraddire nel nostro sistema calcio-Stato, cose che non possono ancora nel 2019 essere ad un livello così basso. Possibile che ancora non si riesca a far capire che: 1. Siamo in Europa, gli allenatori devono girare e non puntare soltanto sul made in Italy? 2. Che i giovani italiani delle primavere o giovanili devono essere lanciati nel calcio che conta senza troppi giri da un prestito all'altro ? 3. Che il cambio di società da un italiano ad uno straniero non porta niente di buono ? 4. Che gli stadi di proprietà sarebbero una risorsa in più per sia per club che per lo Stato ?