Roberto Mancini ha preso il posto di Ventura alla guida della Nazionale col compito di rivitalizzare l’Italia che al momento è un gigante in ginocchio. Non riuscendo a qualificarsi per la Coppa del Mondo e scendendo in basso nelle classifiche mondiali, il titolo italiano non è mai stato così in ribasso. All'ex allenatore di Inter e Lazio, Roberto Mancini, è stato affidato il compito di ripristinare le fortune della Nazionale e portarci sulla difficile e tortuosa strada verso la gloria. Mancini punta a fare tutto ciò e vuole lasciare la sua impronta e lo sta facendo sia convocando dei debuttanti, che ancora non erano neanche apparsi per i loro club, sia usando uno stile di gioco più offensivo e con un approccio più aperto.

Sostanzialmente i cambiamenti si sono intravisti con la chiamata di Nicolò Zaniolo, che è stato convocato con la maglia degli Azzurri ancora prima di fare il suo debutto in Serie A. Il Mancio, come centrocampista offensivo sinistro, ha fatto il suo debutto in Serie A per Bologna a 16 anni, prima di consacrarsi a grandissimi livelli con la Sampdoria e la Lazio, maglie con le quali ha giocato per la maggior parte della sua carriera. Ha vinto due scudetti e sei Coppa Italia prima di terminare la sua carriera in Premier League con la maglia del Leicester, per poi iniziare ad allenare alcuni dei più grandi club d'Europa. Con all’attivo 36 presenze con l'Italia (e 4 gol), da maggio ha assunto il ruolo di Commissario Tecnico della Nazionale maggiore con la speranza che dia una nuova direzione al nostro calcio. Mancini anche nei club ha sempre dato una possibilità al talento precoce, così come gli fu data a lui: era un talento precoce già a 15/16 anni ed era troppo bravo per la squadra primavera del Bologna, quindi esordì da giovanissimo nella massima serie.

All'Inter Mancini ha dato una possibilità ad un giovane Mario Balotelli, ed adesso con il suo lavoro in Italia, vuole soprattutto provocare e riaccendere un dibattito per dare più spazio ai giovani calciatori, cosa che in Italia è diventata sempre più rara. A settembre, ha chiamato un giocatore chiamato Nicolò Zaniolo che non aveva mai fatto una sola apparizione in Serie A. Ha diviso l’opinione pubblica, con chi diceva che non avrebbe dovuto regalare così la maglia azzurra, ma che per poter far parte della Nazionale si dovrebbe giocare almeno 30-40 partite in Serie A e in Champions League prima di essere convocato. Poi c’erano quelli che sostenevano che bisognava dare spazio ai giovani talenti a prescindere dall'esperienza, Mancini la pensa esattamente così dato che sa che è pieno di talenti là fuori, bisogna solo farli giocare e dargli fiducia. Da quando Zaniolo è stato convocato in Nazionale, ha fatto il suo debutto anche con la maglia della Roma prima contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu in Champions League e poi anche in Serie A contro la Fiorentina, questo è ciò che Mancini sta cercando di incoraggiare. Anche ieri il giovane calciatore ha giocato uno spezzone di partita contro l’Udinese.

Il centrocampista del Brescia Sandro Tonali è il nuovo Andrea Pirlo?

Mancini dopo un inizio stentato sembra aver trovato la marcia giusta per portare di nuovo in alta questa giovane Italia, si è giocato fino all’ultimo il primo posto nel girone di National League contro i campioni d’Europa del Portogallo, ed ha pareggiato una partita che anche per i più critici avrebbe dovuto vincere. Dopo anni sempre nelle prime posizione della classifica della Fifa, l'Italia è scesa ad agosto al 21 ° posto, il suo punto più basso in tutta la storia, ed adesso sta piano piano risalendo. Adesso è al 17 ° posto.

Mancini ha sorpreso tutti anche con la chiamata del giovane Sandro Tonali che gioca per il Brescia, da molti paragonato col grandioso Andrea Pirlo, gioca nella sua stessa posizione e per di più porta i capelli anche come lui. Il suo ragionamento è molto semplice, vuole vedere all’opera questi giocatori il più possibile, non può aspettare che passino per le varie Under, gli servono adesso e subito, quindi vuole incentivare e velocizzare il più possibile la crescita di questi giovani ragazzi. Mancini è una persona molto elegante, quindi potremmo paragonare il suo ruolo a quello di una persona che cammina in un negozio di abbigliamento, vuole provare tutto, vedere come gli sta indosso e se è bello. È aperto a nuove cose e vuole spingere sulla nuova generazione, che deve essere la linfa vitale della Nazionale presente e futura.

C'è stato un grande dibattito dopo le partite di National League, soprattutto quelle di settembre. Ha alternato molti giocatori proprio come fossero delle partite amichevoli, e non partite ufficiali in cui dovevamo fare risultato. Infatti i risultati non ci sono stati, però ha iniziato a gettare le basi per quello che lui vuole costruire. A ottobre, sembra che si è incanalato su un sistema e stile di gioco, e ciò è stato molto incoraggiante: si è vista una squadra giovane che vuole giocare a calcio, esteticamente piacevole ma anche efficace. L’attacco che aveva sperimentato era formato da tre giovani talenti: Federico Bernardeschi della Juventus, Federico Chiesa della Fiorentina e Lorenzo Insigne del Napoli. Inoltre ha sistemato il centrocampo trovando i suoi uomini: Jorginho del Chelsea e Marco Verratti del PSG hanno fatto da chioccia al giovane Nicolò Barella del Cagliari, un giocatore box to box, considerato uno dei talenti più brillanti del calcio italiano.

Si è iniziato a giocare a calcio e così sono arrivati anche i risultati. Come detto ci siamo giocati la possibilità di arrivare primi fino all’ultimo nel girone di National League. Credo che la strada intrapresa sia quella giusta e passo dopo passo potremmo riprenderci il posto che ci spetta a livello internazionale.