Settimana dedicata alla Nazionale, con le prime due gare di qualificazione a Euro2020 contro la Finlandia e il Liechtenstein. Un’Italia quella di Mancini con il difficile compito di ricreare un entusiasmo attorno ai colori azzurri, entusiasmo che anno dopo anno è andato sempre di più a scemare, tanto da far vivere la pausa del campionato come una sorta di stato di depressione.
Tempi bui hanno circondato l’Italia: periodi in cui si faticava a scovare pur un solo giocatore che potesse essere erede di quella generazione di campioni che ha sempre caratterizzato la nostra Nazionale e che tra gli anni ’70 e 2000 ha regalato due campionati mondiali, due finali iridate perse e altrettante finali europee. Per un periodo ho creduto che quel giocatore potesse essere Lorenzo Insigne, miglior talento italiano degli ultimi anni ma incapace di esprimersi al di fuori del suo Napoli, anche a causa del livello non eccelso che ha caratterizzato negli ultimi anni il movimento calcistico italiano, culminata nella non partecipazione ai Mondiali russi. A 28 anni, l'attuale 10 azzurro ha ancora poco tempo per consacrarsi campione e guidare la rinascita dell'Italia.

L’arrivo del Mancio come commissario tecnico ha segnato un nuovo punto di partenza: spazio ai giovani, con l’obiettivo di formare un gruppo che potesse dar vita a uno zoccolo duro capace di durare negli anni e di acquisire nel tempo la giusta esperienza per affrontare le future competizioni di rilievo, a cominciare proprio dai prossimi campionati europei. E ora, il panorama calcistico nazionale mostra ben due inversioni di tendenza. Non solo si comincia a intravedere una nuova generazione di calciatori di qualità che aspettano solo di esplodere e di affermarsi, ma le nuove leve iniziano a ritagliarsi uno spazio importante anche all’interno delle cosiddette big, più restie in passato a mantenerli in prima squadra e a mandarli in giro per le categorie inferiori. Juventus, Napoli, Milan, Roma – quattro delle prime 5 classificate – hanno in rosa diversi elementi di prospettiva, che sicuramente possono rappresentare il futuro della Nazionale.

I rossoneri Donnarumma, Calabria, Caldara, Romagnoli, Conti e Cutrone possono costituire un nuovo importante “blocco” e sostituire quello bianconero che per anni ha dominato la Nazionale con i vari Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini e Pirlo, con la Juventus che tuttavia offre ancora giocatori di livello. Uno su tutti Bernardeschi, seguito da Spinazzola, Rugani e Kean. Per non parlare degli azzurri Meret e Luperto e dei giallorossi Zaniolo e Pellegrini (Luca e Lorenzo).

Ma allargando il discorso al di fuori della nazionalità, si può intravedere come i succitati club puntano forte sull'età verde: Piątek, Paquetà, Çalhanoğlu, Kessié e Castillejo il Milan; Bentancur e Emre Can la Juventus; Rog, Diawara, Fabiàn Ruiz, Milik e Younes il Napoli; Ünder, Kluivert e Schick la Roma.

Non solo le big: diverse sono le società italiane che si stanno affidando sempre di più ai giovani che sono osservati e convocati dal CT. Su tutti Chiesa e Barella, le cui prestazioni hanno già attirato le attenzioni dei grandi club e il cui valore aumenta di partita in partita. E sempre Fiorentina e Cagliari mettono in mostra altri due pezzi pregiati delle loro rose: il terzino Biraghi e il portiere Cragno. Per non dimenticare quelli in giro per l’Europa come Piccini, Pellegri (non convocato) e Grifo, o quelli che sono rimasti a casa e devono riconquistare una maglia, come il "gallo" Belotti. Insomma, un parco giocatori capace di esprimere qualità in ogni settore del campo che fa suscitare speranza e fiducia nel prossimo cammino dell’Italia targata Roberto Mancini.
Al CT il compito di riuscire a creare un gruppo capace di garantire nel tempo la competitività della nostra Nazionale.