Si ricomincia, ma non in Italia.
Oggi 16 maggio riparte la Bundesliga e lo fa anticipando Premier, Liga e Campionato Italiano. Della Ligue 1 neanche a parlarne visto che da tanto tempo hanno di mettere la parola fine alla stagione calcistica. Penalizzando così le squadre a lei affiliate che dovranno trovare il modo di  presentarsi in condizione accettabili nel momento in cui anche la Champions andrà in campo.
Ma sono sempre i tedeschi che, oramai da anni, hanno sempre quella marcia in più (economica, sociale, organizzativa) a dettare i tempi e l'agenda al resto d'europa. Stilando un protocollo sanitario, avvallato da tutte le componenti, hanno anticipato le altre federazioni, nonostante ci sia ancora chi mette in dubbio la ripartenza dei campionati e la pericolosità di nuovi contagi. Oggi la Bild parla di un calciatore del Werder Brema, messo in quarantena, per essere venuto a contatto con un familiare positivo al covid19.

Mourinho che è sempre attento a quel che accade altrove ha subito messo in guardia sul fatto che la Bundesliga in questo momento è l'unico campionato visibile e, a livello economico, questo è un vantaggio da non trascurare. Si lamentava soprattutto verso i colleghi che spingono per non ripartire in Premier e che stanno rallentando, non di poco, la ripresa del campionato. Una Premier che negli anni aveva scavato una distanza importante tra lei e gli altri tornei per via dell'importanza che riveste, essendo seguito nei cinque continenti, e la presenza dei numerosi sponsor che versano introiti importanti all'interno di essa.

In Italia la situazione non è certamente diversa rispetto a quel che accade in Inghilterra. Dopo i primi tentennamenti che avevano portato numerose squadre, soprattutto quelle della zona medio bassa della classifica, a non voler riprendere, si è arrivati pian piano a ricominciare gli allenamenti individuali e, si aspetta la decisione del governo per passare a quelli collettivi.
Un governo che ha tenuto duro nei confronti della lega e che, in vista della ripresa della stagione (la data del 13 giugno rimane quella probabile) continua a discutere sul protocollo da adottare per la piena sicurezza degli allenamenti di gruppo. Un protocollo iniziale ha fatto discutere e sollevare le perplessità dei club e, allo stesso modo, creato malumore all'interno della categoria medica.

La salute al primo posto, ma per molte società anche la questione economica sta diventando un problema da non sottovalutare. Per molti, se non si ripartisse, sarebbe un disastro annunciato. In un'intervista al Corriere dello Sport, il ds Carnevali non si capacita di questa confusione e dice che se vogliamo far morire il calcio siamo sulla strada giusta. Rincarando la dose e affermando che "se si torna in campo i danni sono enormi, ma se non si torna è un vero e proprio disastro. Se qualcuno non vuole giocare lo dica apertamente, ma se l’industria calcio non riparte fallisce".
Parole pesanti che confermano perché il calcio in Italia debba ripartire. Un'industria che dà allo stato risorse importanti in termini di prodotto interno lordo. La terza industria del Paese, parole di Massimo Cellino presidente del Brescia.
E mentre noi stiamo ancora a brancolare nei dubbi (leciti quelli legati alla salute, meno leciti se non si parla in maniera chiara e costruttiva) ripeto, oggi riparte la Bundesliga.
Si ricomincia dalla ventiseiesima giornata, con cinque partite alle 15,30 e tra queste il derby della Ruhr tra Borussia Dortmund e Schalke 04, ed una alle 18.30 dove l'Entracht Francoforte, del "milanista" André Silva sfiderà il Moenchengladbach.
Ma l'attenzione per molti tifosi del Milan sarà a Lipsia, il suo giovane allenatore Nagelsmann è stato accostato nelle ultime ore, alla panchina rossonera, ed è una figura spendibile se Rangnick decidesse di non allenare, ma ricoprire solo un ruolo manageriale come ha (aveva) nella galassia Red Bull. Un allenatore che sta facendo parlare di sé (positivamente), nonostante la giovane età, quest'anno ha già eliminato il Tottenham di Mourinho accedendo ai quarti di Champions League e, visto che la Bundesliga è il primo campionato che riparte, diventa insieme al Bayern Monaco, un avversario temibile per tutti in Champions League. Perchè se è vero che la preparazione conta, non deve sfuggire questo piccolo vantaggio sul campo che potrebbe essere utile contro chi parte a rilento o è definitivamente fermo.
Ma proprio perchè il "giovane Nagelsmann", allievo di Rangnick, seguace di Guardiola ed ammiratore di Ancelotti, sta facendo bene, difficilmente il Lipsia, che è un club economico forte, lo lascerà partite o comunque farà di tutto per tenerlo. Ritenuto uno dei migliori per visione del calcio ed innovazione e il più giovane di sempre ad aver allenatore nella massima competizione europea. Prima o poi lascerà Lipsia, ed avrà la corte di molti club europei pronti ad ingaggiarlo. In passato lo stesso Bayern Monaco ci fece un pensierino.
Quel Bayern che domani proverà a continuare a tenere a debita distanza sia il Dortmund e lo stesso Lipsia per continuare a dominare il campionato, cosa che fa oramai dalla stagione 2012-13, nonostante i vari cambi di allenatore o le partenze a rallentatore. 

Insomma gli ingredienti per accendere il televisore e vedere dopo molto tempo del calcio giocato, e non le repliche che ci hanno fatto compagnia in questo periodo di quarantena, ci sono tutte. Sperando che tutto vada bene e presto anche il pubblico possa ritornare negli stadi. Garantendo a tutti le migliori condizioni di sicurezza per non ritrovarsi al punto di partenza e a sorprendere di nuovo tutto.
La Bundesliga ci prova convinta dei propri mezzi e del fatto che se tutto andrà, come previsto, potranno avere tanti benefici.
Certamente, oggi si parla solo del loro campionato che monopolizzerà l'attenzione dei media internazionali e, allo stesso tempo, sarà l'occasione di dimostrare che anche stavolta loro sono il motore dell'Europa.
Perché i tedeschi questo lo sanno e, dopo aver conquistato questo primato nel settore economico, cercano di averlo anche in quello calcistico.