Sono ormai diverse stagioni che la rosa della Juventus, secondo la comune opinione degli osservatori, viene considerata di una qualità tale che i rincalzi potrebbero tranquillamente, in un ipotetico campionato aperto alle riserve, giungere secondi, a ridosso dei titolari. Ammesso e non concesso che tali commenti rispondano effettivamente al vero, si tratterebbe comunque di grasso che cola, perché, a leggere la formazione dei panchinari della squadra bianconera, ben si comprende l'altissimo livello, quantomeno in Italia, delle cosiddette riserve. Da sempre, ma in particolare negli ultimi anni, grazie alla crescita esponenziale del club ed alla lungimiranza della dirigenza, la Juventus, salvo qualche incidente di percorso, ha sempre condotto operazioni di mercato in entrata di pregevole fattura. Ma non è sempre stato così, perché anche la Vecchia Signora ha inanellato - per rimanere alla storia recente degli ultimi venti anni - una serie di "perle" in negativo.

Per fare quindi un parallelo con la rosa attuale, che potrebbe schierare due formazioni di altissimo livello, assolutamente equiparabili tra loro, proverò ad ipotizzare una rosa di 22 giocatori che, all'opposto, avrebbe titolo per essere esposta in una pittoresca hall of infame e che ipotizzerò con uno schema 4-3-3 per esaltare le caratteristiche altamente spettacolari di ciascuno dei suoi componenti.

Allenatore

Ovviamente in una siffatta rosa non si può non prevedere un allenatore all'altezza del ruolo. Il posto spetta di diritto a Luigi Delneri (stagione 2010/11). Ribattezzato il "Treccani del calcio italiano" o anche "L'ispettore Clouseau" (nel secondo caso per la sua sagacia tattica, unita alla straordinaria rassomiglianza con Peter Sellers, personaggio portato sugli schermi dal regista Blake Edwards nella famosa serie della Pantera Rosa), Delneri rimane nella mente degli addetti ai lavori per la sua straordinaria abilità dialettica, che consentiva all'interlocutore di comprendere alla radice il suo pensiero. Il tecnico di Aquileia, traghettato alla Juventus dal mago del mercato, Beppe Marotta, non riuscì a lasciare traccia nel mondo bianconero, se non nei nastri con ancora registrate le sue famose conferenze stampa. Sono ormai 10 anni che la Juventus ha rinnovato il mandato ad illustri semantici di decriptare le parole di Delneri ma, allo stato, tutti coloro che ci hanno provato sono stati portati via in preda a deliri e convulsioni. L’invidiabile palmares di Delneri in bianconero (contratto di due anni, ma dopo la prima stagione il rapporto cessò stranamente in via anticipata) fu rappresentato dal settimo posto in campionato e dall'eliminazione nella fase a gironi di Europea League. A Delneri subentrò Antonio Conte…

Portieri

Edwin Van Der Sar
(1999/2000 e 2000/2001) e Antonio Chimenti (dall'estate 2002 al gennaio 2006 e 2008/2009 - 2009-2010). L'olandese fu il primo portiere straniero della storia della Juventus. L'esperienza in bianconero si rivelò fallimentare e ciò resta un mistero, in quanto, prima con l’Ajax e dopo con il Manchester United, Van Der Sar disputò stagioni esaltanti, vincendo titoli nazionali e Champions League con ambedue le formazioni. Purtroppo, alla Juventus, le grandi doti del portiere dei Paesi Bassi rimasero nascoste. Non riusciva a trattenere una palla, anche per tiri innocui da fuori area e fu proprio una sua clamorosa papera nella decisiva partita di ritorno del campionato 2000/2001 contro la Roma al Delle Alpi, che consentì ai gialorossi di impattare il match (2-2) e di laurearsi campioni d’Italia al termine della stagione.

Chimenti, portiere senza infamia e senza lode, ebbe la sfortuna, quando chiamato in causa, di incappare in papere clamorose. Restano leggendarie le reti subite da Cassano a Genova (stagione 2009/2010) e, soprattutto, da Pirlo in Milan-Juventus nella stagione 2005/2006, quando riuscì a prendere un goal su un calcio di punizione tirato dal "Professore" da oltre 35 metri.

Difensori


Sulla fascia destra, titolare inamovibile Marco Motta (2010/2011 - 2011/2012- 2013/2014 – 2014/2015). Acquistato dall’Udinese quando in panchina sedeva Delneri, ovviamente non rientrò nel progetto di Conte e a gennaio 2012 iniziò la girandola dei prestiti. Quando rientrò alla Juventus, non giocò mai una partita. Come alternativa, Leandro Rinaudo (2010/2011) con un’unica presenza contro il Cagliari. Poi una sequela di problemi fisici. Un fantasma.

Sulla fascia sinistra Athirson Mazzoli De Oliveira, conosciuto più semplicemente come Athirson (2001/2002). Paragonato in gioventù a Roberto Carlos (!!??), approda alla Juventus (segnalato dal mitico Cabezon, Omar Sivori) ad inizio 2001 ma non viene praticamente mai preso in considerazione nell’ottobre 2003 la Juventus gli risolve il contratto, pagando pure una penale di circa 2,5 milioni di euro. Come riserva, Dimas Manuel Marques Teixeira (noto come Dimas). Arriva alla Juve nella stagione 1996/1997 e vi resta, come riserva, per due stagioni nel totale anonimato.

Centrali titolari Jean Alain Boumsong (2006/2007) e Jorge (Manuel Gomes de) Andrade (2007/2008). Il primo arriva nella stagione in B e resta alla Juventus sino al gennaio 2008. Clamorosa la sua indecisione, contro la corazzata Albinoleffe, che costa a Buffon la prima espulsione in carriera, in quanto costretto ad atterrare un avversario lanciato a rete. Nonostante un contratto quadriennale firmato nel 2006. Jorge Andrade era un difensore portoghese di grande prospettiva che venne acquistato dalla Juventus nonostante fosse reduce da un grave infortunio. Alla Juventus si infortuna nuovamente ad inizio stagione e ancora successivamente, sino alla risoluzione del contratto con la squadra bianconera nel 2009. Finisce la sua carriera giovanissimo, a soli 32 anni. Iellato!

Come centrali di riserva, Angelo Obinze Ogbonna (2013/2014-2014/2015) e Olof Mellberg (2008/2009). Il primo viene prelevato dal Torino, con un investimento importante, nella convinzione di aver trovato un degno puntello alla famosa triade BBC. Non riesce mai ad imporsi come titolare. Grandi mezzi fisici ma privo di personalità. Lo svedese è come una meteora. Poche ed insignificanti presenze.

Centrocampisti

Nella formazione tipo, schiererei il centrocampo delle meraviglie: Felipe Melo (de Carvalho) (2009/2010 - 2010-2011), Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima, meglio noto come Hernanes (2015/2016), Diego Ribas da Cunha, conosciuto come Diego (2009/2010). I tre citati sarebbero secondi solo a Xavi, Iniesta e Busquets. Melo merita di essere ricordato per essere stato acquistato dalla Fiorentina all’astronomica cifra di euro 25 milioni (in riva all'Arno ancora ridono) e per le sue immense qualità tecniche, il gioco pulito e la lealtà nei contrasti. In proposito si ricorda che, prima d'intraprendere la carriera calcistica, Felipe Melo praticava jiu jitsu brasiliano. Chi l’avrebbe mai detto! Hernanes, dopo aver incantato all’Inter, fu acquistato dalla Juventus per garantire la qualità del gioco ed infatti l’impronta che lasciò alla Juve fu come l’acqua sulle piastrelle. Nella seconda stagione, a gennaio 2017 emigrò in Cina. Diego si impose alla Juventus come un fantasista di livello assoluto. Restano famosi i suoi tiri telefonati da 40/50 metri dalla porta. I portieri avversari raccoglievano la palla, solo dopo il termine della partita a scopa con i difensori, che veniva organizzata ogniqualvolta Diego si impossessava (verbo improprio nello specifico, lo ammetto) della sfera di cuoio. Doveva essere il grande colpo dell’estate 2009 nel milionario mercato di Secco e Blanc. E' stato uno dei primi ad affondare nel settimo posto di Ferrara/Zaccheroni.

Nella formazione di riserva, il centrocampo si comporrebbe di Christian Poulsen (2008/2009-2009/2010), Mohamed Sissoko (da gennaio 2008 sino al 2010/2011) e Tiago Cardoso Mendez (dal giugno 2007 al gennaio 2010). Lo so, mi direte come si fa a lasciare in panchina tre fuoriclasse di questa portata, ma dovevo pur scegliere ed è stata una grande sofferenza. Solo a sentirli nominare, uno juventino vero si alzerebbe in piedi commosso a ricordarne le gesta. Nel luglio 2008, Poulsen firma un contratto quadriennale. La prima stagione scorre incolore, sostanzialmente nell’anonimato. Nella successiva stagione retrocede al ruolo di riserva di Melo (dalla padella alla brace per intenderci). Viene quindi ceduto al Liverpool. Ma allora non era così scarso? Errato, perché con i Reds dura come "un gatto in autostrada". Nel 2011 viene venduto ad una squadra francese neo promossa. Sissoko entra nei ranghi bianconeri nel mercato di gennaio 2008 in uscita dal Liverpool. La prima stagione è tutto sommato sufficiente e il francese, di origine maliana, si caratterizza per un grandissimo dinamismo e per leve lunghissime, che lo fanno ribattezzare "La Piovra" nonché per una tecnica assolutamente inesistente. Nella stagione successiva, complice un grave infortunio, esce fuori dai radar per altri successivi infortuni e perchè il solito astro nascente Felipe Melo gli chiude la strada. Nel 2007 Tiago firma un contratto quinquennale. Nella prima stagione, lento ed impacciato, non trova spazio nel centrocampo di Ranieri e si rivela l’autentico tonfo di mercato della Juventus, appena tornata in Serie A. La società tenta disperatamente di rivenderlo ma il portoghese rifiuta qualsiasi destinazione e resta nel quasi totale anonimato nelle due successive stagioni. Viene definitivamente relegato ai margini a fine 2009.

Attaccanti

Il tridente d’attacco da sogno sarebbe composto da Jorge Andres Martinez (2010/2011) e Mauricio Anibal Isla (2012/2013 - 2013/2014) molto larghi sulle fasce con Juan Edoardo Esnaider (gennaio 1999 - dicembre 2000) al centro dell’attacco. Un mix perfetto di genio e sregolatezza, fermo restando che Martinez e Isla sono schierati molto larghi, anche perché - come certamente sapranno e ricorderanno tutti coloro che hanno calcato a qualsiasi livello i campi di calcio - quello più scarso lo si metteva sempre all’ala sinistra o destra perché lì si riteneva che nuocesse meno

Prelevato dal Catania per una cifra considerevole (e questo fu il biglietto da visita di Marotta alla Juventus, evidentemente abbagliato da una superlativa prestazione del giocatore contro l’Inter), "El Malaka" (così ribattezzato perché da piccolo indossava scarpe da calcio bruttissime, che erano denominate in questo modo) Martinez scese in campo una dozzina di volte nell’anno di Delneri alla guida tecnica, offrendo sempre prestazioni del tutto evanescenti. Poi subì un infortunio e terminò in anticipo la stagione. Con l'avvento di Conte, l'uruguaiano fu dato in prestito al Cesena e poi iniziò a girovagare, sempre in prestito, ovunque, senza mai elevare le proprie performances. La Juventus fu costretta a a rinnovargli il contratto spalmando l’ingaggio pur di non generare una minusvalenza a bilancio. Isla fu acquistato dall’Udinese unitamente a Kwadwo Asamoah e, tra i due, era proprio il cileno che doveva essere il vero scoop di mercato. A Udine il cileno aveva accusato un lungo infortunio che evidentemente condizionò pesantemente la sua esperienza in bianconero. Le sue prestazioni in campo erano comunque avvilenti: traversoni sballati, clamorose amnesie in difesa (ecco perché l’ho schierato esterno altissimo), il tutto caratterizzato da un atteggiamento indolente. Dopo due anni inconcludenti emigra in Turchia e poi ceduto al Cagliari. Dopo il gravissimo infortunio di Alessandro Del Piero del novembre 1998, la Juventus puntò su Esnaider (come quando per sostituire Platini, la squadra bianconera acquistò Magrin…) nel mercato invernale di gennaio 1999. L’argentino, nonostante un pedigree importante (tra tutte le esperienze precedenti, si distingueva la militanza al Real Madrid) rimase totalmente anonimo in bianconero, riuscendo a realizzare solo due reti, di cui una in Coppa UEFA, contro una delle corazzate europee dell’epoca, l’Omonia Nicosia.

Le c.d. riserve - ma mi piange il cuore definirle in codesto modo - sarebbero Nicolas Anelka (2013 gennaio/2014), Carvalho De Oliveira Amauri (2008/2009 - 2009/2010 - 2010/gennaio 2011 - 2011/gennaio 2012), Nicklas Bendtner (2012/2013). Pazzesco! Tre autentici panzern d’attacco, che farebbero impallidire qualsiasi difesa (fermo restando che i difensori in questione, prima di diventare cerei, dovrebbero smetterla di ridere, osservando i tre punteros all’opera). Dopo un lungo corteggiamento, Anelka viene finalmente acquistato nel mercato invernale del gennaio 2013 con un colpaccio a parametro zero ed immediatamente inserito nella lista per la Champions League. Nella sua breve ma intensa esperienza in bianconero, il francese gioca però solo tre partite, mai da titolare. Evaporato come un ghiacciolo sotto il sole di luglio. Due anni dopo il ritorno in serie A, nel 2008 la Juventus piazza il grande colpo di mercato, acquisendo dal Palermo dello scafato presidente Zamparini il cartellino di Amauri. Il brasiliano, naturalizzato italiano, inizia alla grande il campionato per poi spegnersi progressivamente, sino al totale anonimato, con uno score realizzativo desolante. Dopo il prestito al Parma, Amauri approda, sempre in prestito alla Fiorentina, rivelandosi finalmente determinante per il destino della Vecchia Signora. Segna infatti il suo unico gol con la maglia della Fiorentina alla 31ª giornata della stagione 2011/2012 realizzando all'89' il gol vittoria a San Siro contro il Milan capolista fino a quel momento e spianando così la strada al primo (degli otto consecutivi) successo in campionato della squadra bianconera. Indimenticabile! Bendtner si trasferisce alla Juventus nel 2012 in prestito (dall’Arsenal) con diritto di riscatto, che non si comprende per quale motivo la squadra bianconera non abbia mai esercitato. Il danese si presenta al ritiro in clamoroso sovrappeso e la sua esperienza in bianconero è costellata da diversi problemi fisici e vari infortuni in successione. Totalizza, quasi per caso, 11 presenze e non è quindi proprio fondamentale per la conquista dello scudetto. Si distingue però, nel giorno della consegna della Coppa dello Scudetto, per un assiduo “tacchinaggio” nei confronti delle hostess e per un impegno notturno costante nei locali della collina torinese. Impresentabile!

Che splendidi ricordi di una serie incredibile di calciatori, che hanno indossato la casacca bianconera e che (speriamo) non abbiano lasciato eredi, pronti a rinvendirne le imprese. Restano comunque calciatori memorabili, che meriterebbero di essere ricordati, in una sala del JMuseum (magari aperta anche solo a febbraio durante il Carnevale o in occasione della settimana di Hallowen). Potrebbe essere creata una sala apposita, denominata "La Galleria degli Orrori", dove i tifosi entrano, affrontando nel buio un labirinto ed improvvisamente vedono comparire durante il tragitto per guadagnare l’uscita i volti - e magari anche le azioni più significative - dei giocatori appena citati. Si tratta infatti pur sempre di calciatori che, in ogni caso, hanno contribuito a scrivere le pagine (in questo caso anche un po' comiche) della storia, comunque leggendaria, della squadra più importante d'Italia.