Il calcio da tavolo stava vivendo una seconda giovinezza così come il  Subbuteo tradizionale, nella versione “old”.  La nostra Federazione si era organizzata con campionati di serie A, serie B e serie C, tutti composti da dieci formazioni, con promozioni e retrocessioni. Le molte squadre che stavano tornando a giocare, come la nostra, partivano dal gradino più basso quello dell’Interegionale.

Era il 2010 e il nostro desiderio di risalita partiva da Vicenza, sede del quadrangolare che assegnava alla vincente l’ingresso alla serie C, in rappresentanza del Nord Italia. Oltre ai padroni di casa avremmo affrontato Gorizia e la formazione favorita, Lugo di Romagna. Ci presentavamo a questo appuntamento  con i nostri migliori giocatori. Edoardo Bellotto, Bruno Beltrame, Nicola Di Lernia, Alberto La Rosa, Vittorio Nencioni e Giorgio Velli, tutti presenti, quella domenica mattina soleggiata, tutti pronti nel tentativo di cogliere questa prima vittoria e la promozione.  Battemmo Vicenza. La simpaticissima e forte formazione, nostra co-regionale, che ci aveva sempre sostenuto e spronato. Il pareggio contro la favorita, Lugo, era un risultato positivo, poichè battendo Gorizia, un ostacolo alla nostra portata, avremmo conquistato la promozione.

Purtroppo la storia sportiva insegna che partite vinte, prima di giocarle, non ne esistono.
L’imprevisto è sempre lì, pronto, ad aspettarti, beffardo, orgoglioso nel ricacciarti in gola quel grido di gioia che eri predisposto ad emettere, tramutandolo in amarezza o peggio in un grido di dolore. Potrei citare il 5 Maggio, per gli interisti. Il diluvio di Perugia per gli juventini, la partita contro il Lecce per i romanisti o la “fatal Verona” per i milanisti, ma sappiamo benissimo che gli episodi sono infiniti ed ogni sportivo ha il suo da rammentare. Quello che non avevamo preventivato, che sembrava impossibile, accadde a Vicenza il 21 Febbraio 2010.  La formazione Giuliana vinse l’incontro per 2 a 1. 

Un dolore talmente grande che quando ad Aprile dovetti subire un intervento al cuore chiesi al Primario, scherzosamente, se avesse potuto rimuovere anche quel “bastardo” di risultato.
Non ci eravamo mai illusi di poter risalire velocemente tutte le categorie ma, quella sconfitta lasciò degli strascichi, oltre a rallentare ogni ambizione. Solo con lo spirito di gruppo, aggrappandoci ai leader presenti ed a quella voglia di primeggiare, che anche da sconfitti ci contraddistingueva,  saremmo riusciti a raggiungere quegli obiettivi  che ci eravamo prefissati. 

Il ritrovo al club era al giovedì, diviso in due fasi: prima e dopo cena, quando i postumi della tavola spesso erano rappresentati da risultati inattesi. Ai fornelli non si lesinava nelle porzioni e quasi nessuno riusciva a rifiutare la specialità della Casa : la carbonara, che abbinata con la più classica delle birre medie, riduceva non di poco, i nostri tempi di reazione. A tavola però era divertimento puro e non penso di sbagliarmi nel sottolineare quanto questo rituale sia servito a fortificare il gruppo, così come per facilitare l'inserimento dei nuovi iscritti.  Vittorio attraversava un momento difficile  e  preferì ritirarsi. Nicola era oberato di lavoro e non poteva garantire la presenza e, a queste due defezioni, si aggiunse Bruno che, fra lavoro e casa nuova, non aveva più tempo per la nostra compagnia e quella del calcio da tavolo. Potevamo ugualmente confidare sempre in ottimi elementi come Roberto Agirmo e Paolo Natale , ma bisognava ampliare gli iscritti per poter affrontare i numerosi impegni agonistici in calendario.   Negli anni novanta c'era stato un club che si era distinto nell'organizzare eventi e partecipare a numerosi tornei nazionali, il Serenissima 90. I tre esponenti di spicco, Alessandro Mastropasqua, Davide Lazzari e Simone Righetto abitavano vicino a Mestre, Veneziano il primo e della Riviera del Brenta gli altri due.   La fusione, che ne scaturì quella estate, dava vita al Club attuale il : Serenissima Mestre......... Il termine "l'americano di coppa", veniva usato spesso, per descrivere un giocatore molto forte, che andava a rinforzare la squadra. In realtà era un termine in uso nella pallacanestro, poichè a metà anni sessanta le squadre italiane potevano tesserare e schierare in campo un solo giocatore di nazionalità estera, ma quelle che partecipavano alle competizioni europee, le coppe,  potevano aggiungerne un secondo, che quasi sempre era americano, patria di questo sport.    

Eravamo nel 2011 e non avevamo ancora risalito, nessuna categoria, giocando ancora nell'ultima. Ci apprestavamo a disputare nuovamente le qualificazioni per la serie D, che questa volta vedeva dieci formazioni contendersi per il Nord Italia, il posto a disposizione. La nostra formazione era già molto forte, ma non trascurammo l’opportunità che si era presentata, aggiungendo il nostro “Americano di Coppa”, Renzo Frignani, per fare un paragone calcistico, bisogna guardare in alto, molto. O Rei, un Pelè Bianco.  Amicissimo di Eddy, aveva fatto il servizio militare a Mestre, giocando, da ragazzo con molti di noi. Una persona squisita, la sua cordialità, il suo sorriso aperto, quell’atteggiamento sempre sereno, il suo essere Campione e non farlo pesare, sono pregi che pochi hanno.

Capirete meglio nel leggere il suo palmares a quale livello siamo. Campione d'Italia negli anni: 1980, 1981, 1983, 1986, 2000. Campione del Mondo negli anni 1982, 2001, 2004, 2005, 2007. Uno tra i più forti al mondo di questo gioco, o sport, scegliete voi. Non voleva più giocare la serie A con Reggio  Emilia, troppo impegnativa, specialmente per poter seguire maggiormente le partite di calcio del figlio. Eddy seppe cogliere l'occasione e forte dei piacevolissimi ricordi di Renzo per Mestre ed in modo particolare per i tramezzini del Perla, mitica paninoteca di via Mestrina, lo convinse a vestire i nostri colori.  La nostra squadra partiva per Cremona, sede designata alle qualificazioni, con il pronostico a favore, poco utile al punteggio in classifica, ma sufficiente per incutere ulteriore atteggiamento reverenziale agli avversari di turno e fiducia a noi ..............



continua



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