Le vera spiegazione di una sconfitta!

 

L'illuminazione, all'improvviso...

Beh, può succedere no? Anche quelli un pochino ottusi un giorno hanno un'illuminazione e, mentre il resto del mondo si fa domande senza trovare risposte, la luce di quell'illuminazione fa brillare l'ago nel pagliaio e tu lo raccogli. Un po' un casino detta così? Certo, cerco di essere più chiaro, d'altro canto ho già ammesso implicitamente di essere un pochino lento nei meccanismi che fanno girare l'attrezzatura intellettiva.

Non sto parlando del governo Conte e di quella specie di fumetto italiano che si ripete ultimamente: Salvini che accusa il premier di qualcosa, il premier che lo sbugiarda non una ma 40 volte in un solo intervento e Salvini che bastonato e dolorante da fatti provati, continua ad aumentare i suoi voti percentuali nei sondaggi. È un mistero? non so e non intendo spiegarlo e ho almeno 49 milioni di buoni motivi per non volerlo fare. Non sto parlando neppure dell'uomo più potente del mondo. No, non Cristiano Ronaldo, l'altro, coso lì, Donald Trump che, appartenendo probabilmente al mio stesso club di pensatori profondamente lenti, pensando che vogliano l'impeachment per via delle sue pettinature un po' stravaganti, ha accorciato un po' i capelli. No! No! No! Parlo di cose ben più importanti che hanno agitato il mio cuore di tifoso, come quello di tanti altri cuori nerazzurri... be, sì, avete ragione, anche qua bisogna precisare. Correggo: tanti altri cuori interisti (quelli della Dea sono sì cuori nerazzurri ma agitati per altri motivi, che un po' invidio).

Eh sì, per quello. Proprio per quello! Per essere stati eliminati da un Barcellona che sembrava una scolaresca in gita premio a Milano.

 

La strategia...

Il buon Lukaku, secondo voi, avendo avuto più di una possibilità di infilarsi nel burro della difesa blaugrana, è credibile nei suoi errori grossolani sotto porta? Maddai! Quello l'abbiamo capito tutti: l'infallibile cecchino del campionato ha volutamente sbagliato, dopo avere complicato tutto segnando il goal del pareggio inavvertitamente: sarebbe bastato un altro errore del genere per mandare a monte tutta la strategia disegnata a tutela del nostro allenatore.

Pensate che abbia bevuto, e anche abbondantemente, prima di mettere sulla carta queste mie elucubrazioni che sembrano perfino a me un pochino azzardate? Certo che vi capisco: io ho avuto l'illuminazione che mi ha fatto trovare l'ago nel pagliaio, la chiave che mi ha aperto la porta alla verità. Voi non ancora.

Di cosa si tratta? Per capirci bisogna ritornare indietro alla trascorsa Primavera, nel periodo in cui diventava adulta e alcuni la chiamavano già Estate, quando l'Inter annunciò l'arrivo di Antonio Conte sulla panchina dell'Inter e Antonio Conte dichiarò ad amici giornalisti... ma qua sto anticipando un po' senza prima fare un leggero ripasso della storia.

 

La storia... 

Dall'inizio dell'anno noi interisti ci eravamo divisi in innocentisti e colpevolisti nei confronti del nostro ex capitano. Non sto qua a ricordarvi cose ritrite come fatti e argomentazioni. Queste sono le due posizioni in cui ci riconoscevamo, e personalmente appartenevo a quella nettamente minoritaria degli innocentisti (si fa per dire), un numero appena superiore al numero di quelli che può vantare di avere acquistato e di possedere il primo lp di Roberto Vecchioni (anche lui interista ma appartenente alla fazione colpevolista moderata), quel "Parabola" che conteneva anche "Luci a San Siro". Se c'è una fazione minoritaria, stranamente, io mi ci ritrovo, perfino per il fatto di possedere il vinile del nostro professore. Dov'ero rimasto? A sì, vi erano queste due fazioni, innocentisti e colpevolisti. Quest'ultima aveva, nelle fasi finali, formato perfino una corrente minoritaria di interventisti, che aveva fatto sapere carinamente al buon Maurito di essere a conoscenza delle sue abitudini e di quelle dei suoi famigliari e che gli erano vicini... mooolto vicini.

Ecco, appena dopo l'ufficializzazione del suo ingaggio, Conte ci tenne a far sapere ad alcuni giornalisti, contando forse sulla nota discrezione su cui si basa la loro professione, che Icardi non voleva vederlo neppure in foto. Certo, Icardi e moglie, qualche foto l'avevano messa in giro, inflazionando un pochino i media, come riconoscevamo anche noi innocentisti (si fa sempre per dire e schematizzare).

 

Il San Germano...

A questo punto il buon Marotta, che contava di piazzare Icardi in bianconero, dove aveva lasciato amicizie, affetti e altri legami molto forti, per cui avrebbe accontentato l'amato ex datore di lavoro e il suo pupillo dai tempi della Samp, nonché il ceco che non mancava occasione di manifestare quanto lo stimasse, soprattutto per aver accettato di passare alla corte di un club amico, si è trovato un po' in difficoltà perché un Icardi, in giro per gli stadi italiani, facilmente avrebbe potuto finire sulle pagine sportive di qualche giornale, causando notevole disagio al neo allenatore interista. La soluzione, trovata per il rotto della cuffia, è stata quella di spedirlo all'estero, nella squadra di un oratorio parigino, il San Germano, in un campionato minore, in cui, almeno per un anno, si sarebbero perse le tracce del malnato, con buona pace per il sistema nervoso dell'allenatore nerazzurro.

 

L'Ingrato...

Certo, nel frattempo, qualche nervosismo, che aveva anche suscitato prese di posizione a volte ineleganti fra i tifosi nerazzurri, era stato creato dall'ingrato che aveva dichiarato, certo per arruffianarsi il parrocco del San Germano, che gli paga lo stipendio con gli oboli raccolti tra i fedeli, che quella era la squadra più forte in cui avesse mai giocato, aggiungendo alle beffe i nomi di alcuni sconosciuti, tali Silva Thiago (passato anche nel campionato italiano, senza lasciare traccia di sé), Verratti Marco (che non trovando spazio in Italia ha cercato fortuna nei campionati oratoriali francesi), Marquinhos, Kylian Mbappé, Edinson Cavani, Neymar, Pablo Sarabia, Ángel Di María. Ora si capisce che accostare questi nomi alla rosa dell'Inter è una pura provocazione che ha fatto vacillare per alcuni secondi perfino un innocentista convinto, della prima ora, come me.

 

La Uefa e la campagna simpatia...

Passata la bufera si pensava che tutto fosse a posto, quando invece si è scoperto che, per chissà quale campagna di simpatia promossa dalla Uefa, probabilmente da questa stagione calcistica (mi documenterò su questo e farò sapere), anche squadre minori, come perfino questa della parrocchia di San Germano, fossero state ammesse a partecipare alla Champions League. La cosa, in sé un po' assurda, mi aveva provocato qualche sorriso di compatimento per il troppo buonismo che avrebbe esposto questa squadretta alla ferocia delle squadre titolate che l'avrebbero macellata (che brutto verbo, anche se rende l'idea!) nel rettangolo verde, saturando il gusto dell'orrido della parte più becera delle tifoserie avversarie. Vabbè, chissenefrega, si è pensato: affari loro e del buon parrocco che avrebbe dovuto cercare parole e modi consolatori per i suoi calciatori. D'altro canto è del mestiere: se non lo sa fare lui!

 

Sorpresa. Maledetta sorpresa!

Sorpresa sorpresa, questi non ti vanno inspiegabilmente a vincere in anticipo il loro girone?! Un ecchissenefrega, questa volta, non si poteva più utilizzare perché l'Inter, quasi sicura vincitrice a San Siro contro il Barcellona baby, rischiava di incontrare il San Germano e, se da una parte sarebbe stata una fortuna, calcisticamente parlando, incontrare questi dilettanti (fortunati ma dilettanti, ribadisco), come si sarebbe potuto evitare un collasso nervoso all'allenatore, alla vista di Maurito, non in foto ma addirittura di persona, mettendo a rischio il prosieguo della stagione?

 

La soluzione...

A questo punto l'attuale capitano e prode portiere ha chiamato a raccolta democraticamente la squadra e, considerando che siamo in un periodo - questo prenatalizio - dove la bontà la si trova ovunque e comunque, anche quando non si è avvezzi a spenderla, hanno deciso di fare un regalo all'allenatore: i ragazzi avrebbero rinunciato a un obiettivo minore, come la Champions, per la serenità di Conte.

Questo spiega gli errori sottoporta contro il Barcellona.

Si, qualcuno mi dirà: "Ma anche contro la Roma, nonostante gli avversari ci passassero pure il pallone in prossimità dell'area, si sono fatti errori clamorosi!"

INGENUI!!! Si dovevano allenare o no?

 

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Nota: nella foto che fa da sfondo, la chiesa parrocchiale di San Germano, in Parigi, confusa spesso con la chiesa di San Giuliano, cattedrale di Caltagirone. Foto privata.