In un periodo in cui la plusvalenza è ricercata più dell’ombra in una giornata di caldo torbido estivo, uno degli incubi più grandi delle società è quello di ritrovarsi in casa un giocatore non più utile all’allenatore e con il cartellino che ha perso valore con il passare del tempo.
L’età è sicuramente la causa principale della svalutazione di un calciatore, è infatti noto come con il passare degli anni e l’affievolirsi delle capacità fisiche ed aerobiche il valore di un giocatore tenda ad abbassarsi.
Questo succede soprattutto anche per via delle motivazioni, molti sportivi, quando si rendono conto che la loro carriera non durerà ancora a lungo, tendono a cercare nuove esperienze di vita professionale in paesi lontani rispetto a quelli in cui sono cresciuti.
Il problema grave sussiste invece quando la svalutazione si accanisce sul valore di un calciatore di età inferiore ai fatidici 32/33 anni, in questo caso vi è un alto rischio di creare minusvalenza, ovvero situazioni critiche per il proprio bilancio. Questa perdita di valore in giovane età può essere causata da vari fattori, in primis, la situazione più comune, è l’errata valutazione del prezzo del calciatore durante l’acquisto.
Molte squadre spesso comprano giocatori senza aver mai verificato in maniera esaustiva l’effettivo valore e le effettive doti tecniche e, quando poi si trovano in squadra un professionista che non soddisfa i requisiti per i quali è stato acquistato, ci si rende conto dell’errore commesso.

Un altro fattore potrebbe essere un problema fisico o un grave infortunio che ha tenuto il ragazzo lontano dai campi di gioco per lunghi periodi, così la prolungata assenza dagli allenamenti e l’approssimativa tenuta fisica possono influire sul valore del cartellino.
Altri motivi di svalutazione possono essere l’imminente scadenza del contratto, poiché il fatto di poter ingaggiare gratuitamente in un breve futuro il giocatore in quanto svincolato fa calare drasticamente il prezzo, oppure una situazione di divergenza tra il professionista e la società. Qualsiasi sia il motivo a causare la svalutazione essa rimane un grandissimo grattacapo per le società che dovranno risolvere nel miglior modo possibile. 

In questa sessione di Calciomercato possiamo notare come molti giocatori di primo livello, avendo deluso durante lo scorso campionato, si sono ritrovati con un netto calo del valore del cartellino. 
In cima alla classifica degli svalutati troviamo senza dubbio l’ex capitano nerazzurro Mauro Icardi, protagonista di una telenovela infinita che potrebbe sminuire anche la famosissima fiction “Beautiful”. Il bomber argentino dopo aver visto una dura presa di posizione della società come conseguenza delle esternazioni pubbliche della moglie, nonché procuratorice, Wanda Nara, è stato privato della fascia di capitano e poi messo fuori rosa dal neo allenatore Antonio Conte. L’attuale tecnico ha già confermato alla dirigenza come il ragazzo non rientri nei suoi piani tattici invitandolo a cercarsi un’altra sistemazione. Da tutto questo marasma chi ne esce indebolita, dal punto di vista economico, è senza dubbio la società poiché nell’arco di pochi mesi ha visto scende il valore del suo attaccante di quasi 40 milioni (più del 30%) ed è consapevole che più ci si avvicina la scadenza del mercato trasferimenti, maggiore sarà la perdita.

Un’altro caso simile è quello del “Pipita” Gonzalo Higuain, che nell’arco di sole tre stagioni è passato da essere il calciatore più caro della storia della Serie A (con il trasferimento dal Napoli alla Juventus per 90 milioni di Euro) ad essere una seconda scelta in casa bianconera. L’attaccante argentino ha visto il suo valore scendere di quasi 55 milioni in due anni e mezzo, complice la doppia delusione di rendimento ottenuta prima al Ac Milan e poi al Chelsea. Ora la Juventus si trova tra le mani un giocatore di 31 anni, con un ingaggio importantissimo ma con poco mercato, viste le cifre richieste dal suo agente.

Rimaniamo nell’argomento parlando anche di esempi come possono essere quello di Sergej Milinkovic Savic oppure Paulo Dybala. Entrambi i giocatori hanno avuto delle difficoltà nella scorsa stagione deludendo le aspettative che si erano create. La scorsa estate la Lazio aveva rifiutato un’offerta di 100 milioni più eventuali bonus da parte del Milan per il centrocampista serbo ritenendola non congrua al valore del giocatore, che secondo il presidente Lotito si aggirava intorno ai 140 milioni, mentre ora il valore di SMS, stimato da molte agenzie di statistiche sportive, è all’incirca di 70-80 milioni. Per il fuoriclasse argentino invece il discorso è diverso, non c’è mai stata una chiara offerta da parte delle squadre estimatrici, ma con il brutto feeling che l’attaccante si era creato con l’ex tecnico bianconero Massimiliano Allegri e lo scarso rendimento in zona gol, il suo valore ha visto una diminuzione di quasi il 30% passando dai 120 milioni (cifra che i giornali inglesi avevano attribuito ad un’ipotetica offerta del Manchester United) dell’estate 2018 agli 85 milioni attuali.
Guardando al di fuori dei nostri confini l’involuzione più clamorosa è stata senza dubbio quella dell’ala sinistra Brasiliana Philippe Coutinho. Il blaugrana classe ’92 è stato prelevato dal Liverpool nel Gennaio 2018 per una cifra che si avvicina ai 145 milioni di euro diventando l’acquisto più oneroso della storia del Barcellona. Ora, a distanza di soli 18 mesi, l’erede di Neymar ha visto il proprio prezzo crollare del 35% e può essere acquistato versando nelle casse catalane all’incirca 90 milioni.

Questi sono solamente alcuni dei migliaia di casi di svalutazione nell’arco di pochi mesi ma, attenzione, parliamo di calciatori fenomenali con prezzi esorbitanti, anche perché solamente chi ha un valore alto può vederlo crollare vertiginosamente.
Quindi con questo articolo non vogliamo mettere in dubbio le capacità del professionista, ma teniamo solamente ad evidenziare come basti un piccolo fattore per causare una grande variazione di valore.