Con almeno due anni di ritardo finisce l'era di Allegri alla Juve, caratterizzata da un dominio assoluto in Italia e da una progressiva involuzione tecnica che da Berlino ha portato a sonore batoste in giro per l'Europa. 
Ai moltissimi che reputavano questa mediocre espressione di gioco come "la Juventus più forte della storia" bisognerebbe fare un controllo approfondito per vedere se non soffrano di megalomania o di una sindrome da distacco dalla realtà. 

Non sorprende invece chi scrive, che ha visto questa squadra anno dopo anno inanellare le peggiori figuracce della storia bianconera in Champions, senza saper costruire alcuna idea di gioco né valorizzare i suoi giocatori, dipendendo ancora in larga parte dalla difesa che Allegri ha trovato cinque anni fa.

Si sono moltiplicati gli investimenti a dismisura senza mai avvicinarsi al risultato di quella squadra del 2015 che Allegri ereditò da Conte. Quattro anni dopo, nonostante il lusso di avere in squadra Cristiano Ronaldo, a febbraio si rischia di aver finito la stagione. 

Di seguito i voti degli juventini al Wanda: 
Sczeszny 7: vola con la solita plasticità un po' eccessiva, ma compie un miracolo incredibile su Griezmann. 

De Sciglio 4: perde vari palloni inspiegabili e viene salvato dal Var su uno svarione assurdo, tipico di una linea difensiva ormai da brividi. 

Bonucci 5: lo sgabello di Oporto ha trasformato il sogno difensivo di mezza Europa in un lungagnone qualunque. 

Chiellini 4,5: peggio del suo compare, visti i due gol presi su calcio piazzato e gli immancabili due svarioni di Champions che ricordano ai soliti visionari perché non è il miglior difensore al mondo. 

Alex Sandro 4: in questa stagione si ricordano solo due tiri ad Olsen per festeggiare il più inspiegabile dei rinnovi contrattuali avvenuto il giorno prima. 

Bentancur 5,5: il meno peggio a centrocampo, ma solo per voglia e intensità. 

Pjanic 4: conferma tutti i suoi limiti a certi livelli, sia in interdizione, che in impostazione. Se stava male, il voto è per chi lo ha fatto giocare. 

Matuidi 5: un Forrest Gump di colore: se intorno a lui tutti sono bravi, lui è bravo, se intorno a lui tutti sono mediocri, lui è mediocre. E corre. 

Dybala 4: bastano dieci minuti a Bernardeschi per fare più di lui in ottanta minuti. È il secondo giocatore più pagato della serie A, con un salario multiplo rispetto a quello di Piatek: dopo Pato e Adriano, Dybala è il più grande bluff del calcio recente. 

Mandzukic 5,5: è lui a tentare disperatamente di arginare lo strapotere dell'Atletico sui calci piazzati, lottando ovunque, in attacco e in difesa, nel solito desolato deserto del tiki taka difensivista in salsa livornese. 

Ronaldo 6: parla un'altra lingua rispetto a questa squadra. Speriamo arrivi presto qualcuno che faccia fruttare questo enorme investimento. 

Bernardeschi 6+: attualmente è molto più bravo di Dybala e, secondo i dati Skytech, è molto più efficace dell'argentino nelle rare occasioni in cui Allegri lo mette vicino a Mandzukic e Ronaldo. 

Allegri 4: terza sconfitta in sette partite in Europa, surclassato da Simeone, dopo Gasperini: come l'Atalanta qualche settimana fa, l'Atletico domina la Juve fisicamente, tecnicamente e caratterialmente. Secondo Caressa avrebbe inventato un nuovo modo di interpretare le partite dividendole in 60 e 30 minuti. Sarà, ma in Europa, pure con questa rivoluzionaria trovata, sono sveglie sonore. Stagione fallimentare, nonostante investimenti fuori scala. Se Allegri vale 8 milioni di euro all'anno, Simeone ne vale 40, non 24. 

Società 5: dalle dichiarazioni fuori luogo di Paratici all'addio velenoso con Marotta, sino alla necessità di intervenire con operazioni finanziarie a sostegno di un bilancio che scricchiola, il FC Juventus di Andrea Agnelli rischia per il secondo anno di seguito di guardare la Champions giocata dalla AS Roma di James Pallotta. 

Sic transit gloria mundi.