Nella partita andata in scena ieri sera alle ore 18 allo Stadio Olimpico di Roma abbiamo assistito a un qualcosa di più di una semplice conquista dei tre punti. L'Inter ha sfoggiato quella che con ogni probabilità è stata la prestazione migliore della stagione contro una Roma si rimaneggiata, ma comunque molto insidiosa. I nerazzurri sono scesi in campo con la voglia, il coraggio e la determinazione delle grandi occasioni e tutto ciò si è tradotto in una performance vicina alla perfezione. La partita è stata preparata in maniera a dir poco eccezionale dal mister Simone Inzaghi, il quale ha dominato tatticamente nel testa a testa con Josè Mourinho nonostante alcune importanti mancanze tra cui quelle di Lautaro Martinez, Stefan De Vrij e Matteo Darmian. L'undici sceso in campo ha affrontato la partita in modo spavaldo, cosciente delle propriè capacità e senza alcun timore dell'avversario; i nerazzurri hanno azzannato la partita nel momento stesso in cui hanno messo piede nel prato dell'Olimpico. Un'Inter talmente tanto straripante da rifilare ben tre gol in mezz'ora ai padroni di casa, per poi passare praticamente un'ora di gioco in gestione delle forze in viste della partita decisiva di martedì contro il Real Madrid

Gran parte del merito va data però al tecnico della Beneamata. Simone Inzaghi ha intrapreso un percorso con questa società con tutta la buona volontà di un professionista esemplare; al suo sbarco a Milano ha dovuto incassare colpi pesantissimi dettati dalla situazione societaria come la cessione dei due top player Hakimi e Lukaku, per non parlare della pressione derivante dal solo fatto di prendere il posto di una figura ingombrante come quella di Antonio Conte. Il giorno del suo arrivo nella Milano nerazzurra la maggior parte dei tifosi interisti e non erano scettici. Un allenatore giovane, che si è sempre confrontato con la stessa realtà non può raccogliere un'eredità pesante come quella di uno dei tecnici più vincenti della storia del calcio italiano. L'atmosfera in casa Inter poi era tutto tranne che serena, con i tifosi che hanno visto davanti ai propri occhi lo smantellamento di una squadra che solamente pochi mesi prima aveva trionfato in campionato.

I presupposti non erano di certo dei migliori, ma questo non ha abbattuto minimamente il tecnico piacentino. Inzaghi è infatti arrivato nel capoluogo lombardo in punta di piedi, senza proclami accattivanti ma con una grande cultura del lavoro e con un'idea di calcio ben chiara in testa e da trasferire nel rettangolo di gioco. Ad oggi, nonostante qualche battuta d'arresto che si è rivelata comunque fondamentale nel percorso di crescita, i numeri hanno dato ragione a Inzaghi. Il tecnico è riuscito infatti a riportare entusiasmo nella piazza grazie alla sua filosofia di gioco che si è tradotta in campo con prestazioni sempre più dominanti. Ciò che solo qualche mese fa sembrava utopia si sta infatti trasformando in realtà; l'allenatore ex Lazio ha messo a tacere dubbi e critiche riuscendo a prendere in mano le redini della squadra, facendo pian piano sparire quella spada di Damocle rappresentata dal recente passato nerazzurro.
E in tal senso l'ultima partita contro la Roma è stata il simbolo della rinascita. I tre marcatori Calhanoglu, Dzeko e Dumfries sono esattamente gli uomini scelti per sostuire le tre grandi perdite estive dell'Inter rappresentate da Eriksen, Lukaku e Hakimi, come in un passaggio di testimoni che ora vede Inzaghi al posto di comando in sostituzione di quell'Antonio Conte che da termine di paragone insostenibile sta diventando sempre più un obiettivo da raggiungere e perchè no, da superare.