Siamo stati tutti bambini, desiderosi di conoscere le cose e di far viaggiare la nostra fantasia, non solo con i nostri sogni ma anche con la realtà di tutti i giorni. Sicuramente ogni bambino avrà sempre avuto il desiderio di ascoltare le favole raccontate dai genitori o dai nonni. Anch'io da bambino ho viaggiato molto con la mia fantasia, desideroso di conoscere il perchè degli avvenimenti reali e di quelli dettati dalla fantasia, i sogni che possono avere soltanto i bambini che ancora non conoscono appieno la realtà delle vicende del mondo. E da bambino, anch'io ascoltavo felicemente le favole che mi raccontavano i miei genitori e i miei nonni, prima di addormentarmi. Le ricordo tutte con tenerezza ed emozione, incapace di sottrarmi alla sensibilità che forse proprio quelle favole hanno inoculato nel mio animo. Oggi a seguito delle vicende calcistiche che si susseguono destando sempre più il mio interesse, ricordo una vicenda emblematica che mi richiama alla mente una favoletta tra le più belle che hanno accompagnato sempre le vicende della vita di tutti i giorni: la favoletta del pesciolino d'oro.

In questa favola si racconta di un giovane pescatore che viveva in una capanna vicino alla sponda del mare. Egli era un uomo semplice, felice e molto innamorato della moglie con la quale viveva condividendo tutti i momenti della giornata durante la loro modesta esistenza. Il pescatore tutti i giorni si recava a pesca con la sua barca gettando in mare la rete tanto pazientemente tessuta assieme alla moglie. Egli tutti i giorni buttava quella rete con la speranza di trovare un bottino di pesci discreto affrontando i pericoli del mare pur di procurarsi il cibo di tutti i giorni. Ma non sempre riusciva a trovare abbastanza pesce per provvedere anche nei giorni di tempesta, quando spesso le condizioni proibitive vietavano di avventurarsi in mare con la sua barca. Un giorno, scoraggiato per non aver trovato pesci nella sua rete decise di avventurarsi oltre con la sua piccola barca, rischiando di allontanarsi troppo dalla riva e così gettò la sua rete con la speranza di pescare qualche pesce, ma invece non riuscì a prenderne nemmeno uno. Egli provò e riprovò finchè sentì la rete scuotersi, segno che al suo interno vi si trovavano dei pesci. La tirò su nella barca rallegrandosi nel constatare di aver ricavato un discreto bottino, ma osservando bene tra la fauna pescata trovò un pesciolino più piccolo degli altri che luccicava. Egli non credeva ai suoi occhi e fece per toccarlo sincerandosi meglio. Quel pesciolino gli parve così strano tutto dorato tanto che si premurò di toglierlo dalla rete per osservarlo meglio e in quel momento sentì una voce supplicarlo: “ Ti prego pescatore, se mi liberi e mi restituisci al mare lasciandomi andare io esaudirò ogni tuo desiderio”. Il pescatore incredulo e confuso sul da farsi, non riuscendo a capire se quella voce provenisse realmente dal pesciolino dorato, sentì ancora una seconda invocazione: ”Gentile pescatore ti prego lasciami andare e io ti prometto davvero di esaudire ogni tuo desiderio”. Il pescatore molto sorpreso per aver sentito parlare un pesce riflettè rispondendo quasi subito: “ Mio caro pesciolino a me non serve nulla. Sia a me che a mia moglie non manca niente e viviamo felici senza avere bisogno d'altro, pertanto ti lascio andare nel tuo mare senza chiederti nulla”. Il pesciolino dorato ritornò in mare ma mentre si allontanava disse in direzione dell'uomo: “Grazie pescatore non dimenticherò mai il tuo gesto generoso, ma ricordati che se tu dovessi un giorno avere bisogno di me, vieni ancora qui a cercarmi e vedrò di poterti aiutare”. Il giovane pescatore tornò a casa portando i pesci pescati, ma non potè nascondere l'accaduto alla moglie raccontandole per filo e per segno tutta la conversazione avvenuta col pesciolino d'oro. Essa dopo averlo ascoltato attentamente si arrabbiò rimproverandolo: “ Ma come, non gli hai chiesto nulla? Guarda la nostra casa e tutte le nostre poche cose che abbiamo, non credi che ci meriteremmo di meglio? Almeno potessimo avere una casa di mattoni invece di una capanna di rami e di paglia! Domani torna in mare e vai a cercarlo per chiedergli questo favore”. Il pescatore pur di accontentare la moglie pensò che avere una casa più robusta sarebbe stata una buona cosa e pertanto l'indomani decise di andare a trovare il pesciolino dorato, recandosi con la sua barca nello stesso punto dove lo aveva pescato il giorno precedente. Lo chiamò a gran voce e lo trovò chiedendogli: “ Caro pesciolino scusami se ti disturbo, ma sai, io ho raccontato a mia moglie del nostro incontro e ho pure riferito la tua promessa. Sai, noi abbiamo una capanna che spesso esposta alle intemperie rischia ogni volta di sfasciarsi. Per questo motivo mia moglie chiede se possiamo avere una casa di mattoni più solida e sicura di quella che abbiamo. E' troppo tardi per chiederti questo favore?” Il pesciolino d'oro replicò: “Non mi disturbi affatto pescatore e io mantengo sempre le mie promesse, pertanto ritorna a casa tranquillo e troverai esaudito il desiderio di tua moglie”. Il pescatore tornò speranzoso a casa sua e felice potè ammirare una bella casa spaziosa tutta di mattoni e murature perfette, molto più grande di quella capanna che essi avevano prima e in più arredata di tutto punto con le suppellettili necessarie. La moglie rimase contenta di ciò che aveva ottenuto, ma dopo parecchi giorni si lamentò ancora dicendo al marito: “ Beh però a pensarci bene, visto che il pesciolino ti accontenta, perchè non chiediamo di essere due persone nobili? Io sono stanca di essere una donna povera e di avere un marito pescatore. Vai dal pesciolino e chiedigli di farci diventare una coppia di nobili”. Il pescatore allora pur di accontentare l'esosità della moglie torna dal pesciolino chiedendogli: “Scusami ancora se torno a disturbarti mio caro pesciolino, purtroppo mia moglie ha un altro desiderio e cioè quello di diventare nobile. Sono ancora in tempo per chiederti quest'altro favore? ” Il pesciolino ammiccando e sorridendo gli rispose: “ Ma certo amico mio che problema c'è? Torna pure a casa e troverai tutto come da te richiesto”. Il pescatore si affrettò a ritornare e al posto della casa di mattoni trovò un palazzo con tanta servitù, governante e maggiordomo a loro disposizione. La moglie apparve vestita in maniera molto elegante e agghindata sfoggiando gioielli molto preziosi. Lui le venne incontro per abbracciarla, ma lei si scansò evitandolo e per giunta ordinando alla servitù di relegarlo in cucina per disbrigare i lavori più umili. Non passarono molti giorni che lei lo fece chiamare e quando gli si presentò al suo cospetto, si sentì dire da lei che erano ormai maturi i tempi per diventare regina. Essa dunque ordinò al pescatore di andare subito a trovare il pesciolino per chiedergli anche questo desiderio. Il pescatore pur titubante, fu costretto ad ubbidire rendendosi conto che la richiesta della moglie aveva assunto ormai una proporzione esagerata per essere esaudita, tuttavia cercò ancora il pesciolino per farsi concedere anche questo assurdo desiderio. Lo trovò come sempre e gli disse: ”Caro amico, questa volta non avrei voluto chiedertelo, ma ormai mia moglie mi ha imposto di domandarti il favore di farla diventare regina”. Il pesciolino ascoltò attentamente il pescatore e gli disse: ”Beh, credo che questa volta lei abbia esagerato troppo, nondimeno se tu vuoi ugualmente accontentarla io ti esaudirò, ma ricordale che questo è l'ultimo desiderio perchè più di tre non se ne possono concedere. Raccomandale di stare molto attenta poiché se dovesse chiedere un ulteriore desiderio sappiate che tutto ritornerà ad essere come prima ritrovandovi di nuovo nella capanna che avevate un tempo in riva al mare, come prima di esserci conosciuti” Il pesciolino lo salutò e il pescatore tornò dalla moglie trovando un castello invece del palazzo, con tanti nobili a corte e soldati pronti a difendere la reggia. Uno squillo di trombe annunciò l'arrivo della regina desiderosa di parlare al popolo e quindi i soldati non permisero al pescatore di avvicinarsi ad essa. Egli successivamente cercò di conferire con la regina onde esprimerle l'avvertimento del pesciolino, ma gli fu negato sempre di avvicinarsi, né mai la regina volle riceverlo perchè troppo impegnata in conferenze, feste di corte e battute di caccia a cavallo. Fu in una di queste occasioni che finalmente il pescatore potè avvicinare la regina raccomandandole di desistere nel chiedere ulteriori desideri, poiché il rischio sarebbe stato quello di ritrovarsi nuovamente nella capanna di paglia come prima. La regina schernendolo in modo beffardo gli rispose: “Ma figuriamoci se andrà a finire in questo modo. Il pesciolino è troppo riconoscente nei tuoi confronti e ti accontenterà come ha sempre fatto finora” . Detto ciò la regina si congedò in fretta lasciando da solo il povero pescatore, prigioniero delle sue ansie e della sua infelicità. Il regno andò sempre a migliorare e ingrandirsi e il suo popolo visse soddisfatto, ma giunse il tempo in cui la regina fece convocare il pescatore ordinandogli di tornare dal pesciolino per un'ulteriore desiderio. Essa gli chiese in tono dispotico: Vai subito dal pesciolino senza perdere tempo e se non lo farai ti farò giustiziare mozzandoti la testa. Dovrai chiedergli che io ormai avendo acquisito ricchezze e potere desidero ingigantire il mio regno diventando l'imperatrice del mondo e facendomi ubbidire da tutti gli abitanti della terra”. Essa non potè continuare a parlare perchè improvvisamente una forte folata di vento si abbattè in quel luogo spazzando via persone e cose. Quando il vento si calmò e tornò la quiete, il pescatore e sua moglie si ritrovarono dentro l'umile capanna di paglia in riva al mare. L'ex regina si arrabbiò ma fu costretta a farsene una ragione ritornando a vivere con le vecchie abitudini occupandosi nuovamente delle solite faccende domestiche. Il pescatore ritornò in mare con la sua barca e allora si recò dal pesciolino ringraziandolo per avergli restituito la vita di prima, quando era un uomo felice e tranquillo anche se povero.

 

La favola del pesciolino d'oro la cui morale è quella che richiama il proverbio dal detto “Chi troppo vuole nulla stringe” termina dunque così, ma pone il paragone a confronto di un episodio che da qualche tempo, e con le modalità simili a quelle della favola, si ripete con sistematica puntualità ogni anno. Mi riferisco alla telenovela a cui assistiamo da tempo in merito alla diatriba ingaggiata da Mino Raiola, procuratore e confidente del suo assistito Gigio Donnarumma, nei confronti della Società Milan. Non passa più di un anno infatti da quando le reiterate e puntuali richieste per il rinnovo del contratto da parte del procuratore senza scrupoli, a mio parere, hanno assunto più il sapore di una richiesta estorsiva piuttosto che una ragionevole trattativa di rinnovo contrattuale. A mio modo di vedere il Milan, costretto ad accontentare il ventunenne portiere, onde non perdere un patrimonio acquisito a fior di milioni di euro, è come se fosse praticamente ricattato tramite richieste ormai troppo onerose e improponibili. Ma per analizzare con la dovuta obiettività la vicenda di Donnarumma/Milan è bene ripercorrere le tappe che si sono susseguite in questa vicenda dal giorno in cui il ragazzo è diventato maggiorenne.

Gianluigi detto Gigio Donnarumma è nato il 27 febbraio del 1999. Cresce fin dall'età adolescente nelle giovanili del Milan ed è considerato un grande portiere sia per la società rossonera che per le giovanili della nazionale azzurra. In possesso di eccezionali doti tecniche viene presto accostato alla figura del grande portiere della Juventus e della Nazionale Gigi Buffon. Nel 2017 Donnarumma compie 18 anni ed è già una colonna del Milan e il futuro grande portiere della nazionale italiana. Da questo momento in poi nasce un autentico braccio di ferro fra lo staff dirigenziale dei rossoneri di allora rappresentato dall'amministratore Marco Fassone e dal direttore sportivo Massimiliano Mirabelli e il procuratore Mino Raiola. La richiesta da parte di Donnarumma è di 11 milioni di euro lordi all'anno con una clausola di rescissione da stabilire di comune accordo e in più la conferma contrattuale per il fratello Antonio Donnarumma per 1 milione di euro netti all'anno. Viene dunque apposta la firma contrattuale. Una trattativa molto sofferta e permeata da una grande tensione. Viene pure ingaggiato uno scontro frontale tra Mirabelli e Raiola che promette una coda molto lunga presso le aule del tribunale di Milano. L'esito della trattativa da concludere entro il mese di luglio è in sostanza definita da un accordo pattuito a 6 milioni di euro netti. La vicenda assume i contorni di una soap-opera a puntate a seguito della dura contestazione inscenata da parte dei tifosi durante l'incontro di Coppa Italia del Milan contro il Verona. Persino in nazionale under 21 si scatena il malcontento della tifoseria che deposita dietro la porta difesa dal giovane portiere dei fasci di banconote false riproducendo dei dollari. Striscioni eloquenti accusano il giovane di avidità pecuniaria e gli affibbiano l'appellativo di “Dollarumma”. Raiola si scaglierà contro Mirabelli affermando che le contestazioni nei confronti di Gigio sono stata architettate ad hoc per fare la guerra al suo procuratore, infatti egli annuncia pubblicamente che non intenderà più trattare con il direttore tecnico rossonero ma bensì direttamente con l'amministratore Fassone, riservandosi di adire le azioni legali contro il direttore sportivo rossonero. Nel dicembre dello stesso anno si arriva al parossismo: infatti Donnarumma chiede l'annullamento della firma sull'accordo adducendo la scusa che gli è stata forzata la volontà per firmare a tutti i costi, come confermato dallo stesso Raiola e dal gruppo legale del procuratore. Pertanto i legali del procuratore sono intenzionati a impugnare il contratto che contiene anche la clausola rescissoria non ancora controfirmata né dallo stesso Donnarumma e né tantomeno da Raiola. A seguito di queste battaglie di colpi e ribattute si può facilmente evincere che lo scopo perseguito dal procuratore è stato quello di arrivare ad ottenere il parametro zero visto che all'orizzonte si era affacciato più volte l'entourage dirigenziale del PSG. A questo punto per evitare l'imminente pericolo di perdere il giocatore a parametro zero si cerca una soluzione plausibile che già ai tempi di Berlusconi e Galliani fu tentata senza successo. In definitiva comunque, Donnarumma si accorda per 6 milioni di euro netti rispetto agli 11 lordi precedentemente trattati, ma con clausole e obiettivi da raggiungere che completano il format dell'accordo in scadenza nel giugno 2021.

Attualmente nel Milan c'è da rispettare il tetto degli emolumenti fissato da Ivan Gazidis, attuale amministratore delegato del Milan (pare intorno ai 2,5 milioni netti trattabili solo per pochissimi giocatori come appunto Donnarumma e Ibrahimovic. Le posizioni sono ben chiare e delineate, perchè da una parte c'è la Società che ha dei parametri da rispettare sopratutto per il FFP finanziario, dall'altra il giocatore assistito dal suo procuratore Italo-Olandese il quale non avrà interesse a scontrarsi con la potenza economica della proprietà Elliott, comunque decisa a proseguire nella difficile politica di riduzione degli ingaggi. Inoltre a quanto pare, lo stesso Donnarumma ha dichiarato che non è sua intenzione lasciare il Milan, società alla quale egli si sente legato da rapporti che vanno al di là dei valori pecuniari, malgrado la critica dei media, in generale, afferma invece di voler rivendicare la sua posizione economica. D'altro canto il Milan non potrà contare su una clausola rescissoria poiché non è mai stato trovato un punto di incontro fra le parti. Una cosa è certa: Paolo Maldini avrà un ruolo importante in questa vicenda perchè dovrà attentamente valutare i pro e i contro a riguardo dell'eventuale nuovo contratto per il giovane portiere. Supporre una fumata bianca allo stato attuale sembra azzardato, ma le parti interessate dovranno pesare le eventuali conseguenze. Donnarumma potrebbe anche cambiare aria ma sarà difficile per lui trovare una collocazione per due motivi: il primo che un ingaggio al netto di 6 milioni di euro o più sarebbe molto arduo da ottenere, soprattutto perchè la maggior parte delle squadre in Europa (che vanno per la maggiore) sono felicemente accasate con gli attuali portieri già ampiamente collaudati. Il secondo motivo è quello, a mio avviso, che saranno pochissimi i club europei disposti ad avere a che fare con un procuratore come Mino Raiola sempre proteso ad affrontare una trattativa all'insegna dello scontro diretto pur di far valere le sue ragioni e i suoi insostenibili interessi economici. Pertanto non è difficile ipotizzare un accordo, magari non definitivo, ma che terrà certamente conto di stabilire una clausola rescissoria per il futuro che potrebbe accontentare le rispettive parti.

Donnarumma inoltre è ancora un ragazzo e come tale ha bisogno di tranquillità per affrontare il prosieguo della sua carriera nelle condizioni mentali più ideali possibili, poiché eventuali tensioni psicologiche potrebbero minare il suo rendimento e di conseguenza far abbassare la valutazione economica delle sue pretese “Raiolane” compromettendo il prosieguo della sua carriera.

In ogni caso io penso che anche a Gigio da bambino gli sia stata raccontata la favola del pesciolino d'oro prima di andare a dormire. Caso contrario non sarà mai troppo tardi per lui conoscerla ora, valutando bene la morale di essa. Nella vita infatti non si sa mai quale piega possono prendere le vicende di ognuno di noi, poiché potrebbe essere saggio accontentarsi di quello che si ha piuttosto che pretendere di chiedere troppo per effetto di suggerimenti da parte di consiglieri maldestri ed esosi.

Giusto per non ritrovarsi un giorno improvvisamente pentiti e..... con un pugno di mosche in mano!...

Opinionista obiettivo