Alla fine abbiamo perso. Sembrava impossibile, sopratutto quando verso il 60° minuto la grafica di Sky ci ha mostrato quello di cui tutti si stavano meravigliando: Juventus con zero tiri in porta. Le speranze erano minime, quasi irrisorie, ma la dura legge del gol ha colpito ancora.

Un dominio assoluto

Facciamo un passo indietro, tornando al pre-partita: assente Acerbi per squalifica, Parolo adattato a destra e morale sotto le suole. Eravamo letteralmente dati per spacciati, eppure, come spesso acade in questi casi, abbiamo giocato quella che fin’ora possiamo definire tranquillamente come la miglior partita della stagione. Quel Bastos che tutti vedevano come una disgrazia su quel lato del campo ha pressato talmente bene Cristiano Ronaldo da seguirlo perfino negli spogliatoi a fine partita, mentre Parolo ha dimostrato di poter sostituire anche Strakosha (e forse dovremmo anche provarlo). A sottolineare poi la sontuosa partita della squadra di Inzaghi (o il demerito dei suoi?) ci ha pensato Allegri nel post partita, dichiarando che “non riuscivamo nemmeno a scambiarci la palla”.

Ju(ventus)box

C’è sempre una canzone per descrivere un momento: ad esempio, quando Marchetti è tornato all’Olimpico da avversario, non abbiamo fatto altro che pensare a “ritornerò” di Max Pezzali, finendo per canticchiarla per novanta minuti consecutivi, mentre immaginavamo a quale roseo futuro potesse appartenere la Lazio attuale se le cose con lui fossero andate diversamente. E ieri, a fine partita, siamo riusciti a spiegarci quel risultato talmente beffardo da sembrare irreale, proprio grazie a una canzone. La dura legge del gol.

3-5-2 o 8-8-3?

Gli 883 pubblicano nel 1997 l’album “la dura legge del gol”, che contiene appunto quel brano in grado di far sembrare le cose molto più chiare. Già, perchè più che nel 1997, la canzone sembra essere stata scritta tra la fine del primo tempo e il minuto 87°, momento in cui Cristiano Ronaldo realizza un rigore preparato e confezionato dalla ditta “Lulic security”, che sta diventando sempre più una vera e propria garanzia per le avversarie della Lazio.

Loro stanno chiusi ma…” Si colloca benissimo nei primi 45 minuti, lasso di tempo in cui Strakosha ha potuto tranquillamente aggiornare i suoi social con tanto di frasi da bullo, visto che il giocatore più pericoloso degli avverarsi è stato Szczęsny.

Fai un gran bel gioco però…” gli dev’essere sicuramente venuta nel momento in cui Immobile ha avuto la brillante idea di mandare a quel paese ben tre cose nello stesso momento: la partita (perchè un 2-0 avrebbe steso anche quei mostri), il fantacalcio e la schedina. Noi infatti, dopo quel primo tempo spettacolare, sulla Lazio a quota 5.00 abbiamo giocato anche il santino di Mutarelli.

“Alla prima opportunità, salgon subito e la buttan dentro a noi” è invece la metafora perfetta per descrivere il modo in cui un Bernardeschi fresco di sostituzione ha lasciato sul posto il povero Bastos, che prima di quel momento stava giocando la sua miglior partita della carriera, dando il via a un’azione roccambolesca che ha premiato Cancelo per essersi trovato al posto giusto nel momento giusto. Un po’ tipo Lulic, qualche anno fa per intenderci.

Se non hai difesa gli altri segnano, e poi vincono” è, a dirla tutta, una mezza verità, visto che noi la difesa l’abbiamo avuta, domenica come non mai, e fino al gol del pareggio (che ha distrutto moralmente tutti quanti) ha retto benissimo, aldilà di ogni aspettativa. Da lì, però, Radu e compagni, demoralizzati, hanno iniziato a lasciare buchi a destra e a manca.

“Gli altri segneranno però, che spettacolo quando giochiamo noi, non molliamo mai” è una strofa che risponde perfettamente a ciò che questo Lazio-Juventus ci ha lasciato, perchè da tifosi, oltre a vedere finalmente undici uomini lottare come fratelli verso un obiettivo comune, sui social non abbiamo letto nemmeno un insulto a quello o a quell’altro giocatore, solo complimenti per la prestazione offerta. E questo, aldilà del risultato, è ciò che conta di più. Perchè purtroppo la dura legge del gol è questa.