Ormai è davanti agli occhi di tutti quanto l’Atalanta riesca a valorizzare i giovani, quanto la società sia tra le migliori in Europa, per organizzazione, per il modo in cui progetta il futuro e per quanto crede in questo futuro, quanto crede nei giovani, la pazienza con la quale riesce ad aspettarli, per poi lanciarli nel calcio dei grandi, soprattutto da quando nel Giugno 2016, sulla panchina nerazzurra si è seduto Gian Piero Gasperini; pensare che l’inizio della sua nuova avventura era partito tutt’altro che in discesa, la squadra non girava, quattro sconfitte nelle prime cinque giornate, penultimo posto in classifica, si parlava addirittura di un esonero; poi nella partita più importante, nella partita che poteva, con l’ennesima sconfitta, costargli la panchina, contro il fortissimo Napoli di Maurizio Sarri, il tecnico di grugliasco sorprende tutti, decide con grande coraggio di mandare in campo una squadra piena di giovani sconosciuti tra cui Caldara, Gagliardini, Petagna, Conti, una scelta rischiosa ma grazie alla quale verrà ripagato nel migliore dei modi, grazie alla quale darà il via all’“era Gasperini”.
L’Atalanta vince 1 a 0 proprio con gol di Petagna, la squadra diventa protagonista di un’inversione di tendenza, dal penultimo posto dopo le prime cinque giornate chiuderà il girone d’andata a 35 punti al sesto posto in classifica.

Tutti sappiamo poi come la storia è proseguita, dalla qualificazione in Europa League, allo storico percorso in Champions League, fermatosi solamente ai quarti di finale contro il Psg, ma ciò che da quel 2016 ha colpito più di tutti, è stato come la società e l’allenatore siano riusciti insieme a valorizzare i giovani, a valorizzare giocatori fino a quel momento sconosciuti, che arrivavano a Bergamo e spiccavano il volo verso le più grandi squadre d’Italia o d’Europa, anche se una volta lasciata la maglia nerazzurra, è come se le ali di quel magico volo si spezzassero, come se da un bellissimo sogno si passasse  in breve tempo ad un incubo terribile, come se la magia di Bergamo, di quella piazza, di quella società, svanisse in un istante. Basti pensare a giocatori come Gagliardini ceduto all’Inter per 22,5 milioni di euro, Kessiè ceduto al Milan per 32 milioni di euro, lo stesso Milan che versò nelle casse di Percassi 24 milioni di euro per l’acquisto di Andrea Conti, oppure come Mattia Caldara che nel 2017 fu ceduto alla Juventus per 19 milioni di euro.

Questi e tanti altri sono stati i giocatori che l’Atalanta ha valorizzato nel migliori dei modi, ha valorizzato in un modo che solo questa società sa fare, adesso è arrivato il momento di Lookman e Hojlund, in poco tempo abbiamo già notato il valore di questi ragazzi, sappiamo quanto sono stati pagati e immaginiamo a quanto potranno essere rivenduti, perchè questo è il modello Atalanta, un modello ormai diventato ispirazione per tanti club, acquistare con poco e vendere per tanto, perchè questa è la dura legge del Gasp.