Gli scontri con Chievo, Genoa e Cagliari sono stati esami troppo leggeri per dare un giudizio su questa Juventus tanto che l'unico confronto di livello, quello con la Lazio, aveva avuto esito negativo. Tuttavia i tanti nuovi acquisti, le mancanze e il clima ancora estivo potevano fungere da alibi. Dunque, in attesa dei test di buon livello che offre il campionato il primo grande esame era offerto dal Camp Nou e dal Barcellona, deluso e ferito da una stagione sotto le aspettative.

Il risultato è stato, come sapete, piuttosto netto. Un 3-0 che, al di là dei numeri, offre una diagnosi accuratissima dei bianconeri, apparsi in difficoltà e tremendamente inferiori in molteplici aspetti:

  • Sul piano del gioco nessuno si aspetta che tu abbia il fluido possesso dei blaugrana, ma i bianconeri sono apparsi senza trame di gioco rodate e allo sbando negli schemi sia offensivi che difensivi con errori banali e frenesia da provinciale. Errori già visti anche con le medio-piccole in campionato dove però sono stati temporaneamente mascherati dalle giocate dei singoli. Al Camp Nou si è però visto tutto: manovra lenta e prevedibile, gioco orizzontale, poco movimento davanti e chiusure tardive.
  • Sul piano mentale il Barcellona ha dimostrato di avere quel carisma e quella mentalità vincente che la Juventus non riesce a raggiungere: da una parte è riuscita senza problemi ad assimilare e dimenticare la negativissima stagione scorsa, dove tra l'altro fu estromessa proprio dai bianconeri, e dall'altra ha assorbito ed accettato la partenza di un pezzo da novanta come Neymar ritrovando un gioco più simile al primo Barcellona e riportando Messi al centro del villaggio. La banda di Allegri invece sembra ancora a terra dai colpi incassati a Cardiff e non riesce ad assimilare, ne tecnicamente ne mentalmente, le partenze di Bonucci e Dani Alves.
  • Sul piano tattico: Allegri è sicuramente un ottimo allenatore ma spesso alcune sue scelte restano un mistero. Come quella di lasciare fuori dalla lista Liechstainer e buttare nella mischia un impacciato De Sciglio senza fargli fare nemmeno un minuto in campionato. Ritrovarsi scoperti nei ruoli e dover adattare altri giocatori ( vedi Sturaro). In più il 4-3-3 di ieri mancava di meccanismi e movimenti con giocatori statici e prevedibili.
  • Sul piano dei singoli, se ce ne fosse stato bisogno, Messi ha dimostrato a tutti di cosa sia capace e quanta strada debba ancora fare Dybala per potersi minimamente avvicinare a lui. La Joya è sicuramente un campione e lo ha dimostrato nei quarti di finale della scorsa Champions con un Barcellona senza gioco e senza stimoli ma ieri sera tutto è tornato alla realtà: Dybala non si esprime di certo come fa in campionato mentre Messi in tre volte in cui è riuscito a vedere la porta ha segnato due gol e preso un palo. Ma non ci si può fermare solo ai due numeri 10: Higuain continua a sentire certe partite oltre a non essere in gran forma, Douglas Costa non è ancora entrato nei meccanismi, la difesa soffre come non mai e il centrocampo non è ben assemblato.

Tuttavia, meglio subire uno schiaffo del genere ai gironi, quando si può ancora rimediare, che in una gara ad eliminazione. Certamente però per giocare quelle partite e prima ancora, per arrivare a giocarle, occorre sicuramente imparare da questa sconfitta e mettersi a lavorare a testa bassa. C'è molto da fare!