E' sempre tremendamente rischioso nella community parlare male (e scrivere peggio) di un giocatore giovane, italiano e dal grande potenziale, perché sai già che ti sommergeranno di epiteti poco lusinghieri. Ho accettato le regole del gioco da diverso tempo ormai, e in modo esplicitamente "ruiano" tiro avanti cercando di farmi convincere dai dati numerici e da quello che vedo piuttosto che dal sentire popolare. La vittima di oggi si chiama Daniele Rugani. Stando a quello che si vocifera dai media, potrebbe essere lui a venire sacrificato sull'altare delle plusvalenze tanto care ai commercialisti della Continassa. Per come la vedo io: a) se ce lo pagano bene l'affare lo fa la Juventus, b) meglio mandare via Rugani che un criticatissimo ma utilissimo Khedira o un guerriero mai domo alla Mandzukic, c) al contrario di quello che si suole ripetere, non vedo grandi margini di miglioramento per il nostro centrale. 

Perché tanta severità nei miei giudizi? Perché guardo ai fatti. E i fatti dicono che Rugani veste il bianconero da tre stagioni e ancora si accomoda in panchina. Certo ha aumentato il proprio minutaggio (e ci mancherebbe) dai 1493' del primo anno ai 2225' di quello appena concluso, ed è ancora abbastanza giovane (è un classe 1994) da potersi rifare. Però in tutto questo periodo passato ad apprendere la marcatura da Chiellini, la posizione da Barzagli, la visione di gioco e la leadership da Bonucci e la presenza fisica da Benatia, non gli abbiamo visto fare un misero passettino in avanti. Anzi, per certi versi abbiamo assistito alla sua involuzione. Mai un'iniziativa presa con coraggio, totale incapacità di guidare la difesa e tanta (ma tanta) paura di sbagliare.

Un episodio in particolare ci dice che è davvero Daniele Rugani: il gol del momentaneo 2-1 dell'Inter a San Siro. Perisic supera Cuadrado e del tutto indisturbato penetra in area mettendo in mezzo un traversone che Barzagli devia sfortunatamente nella propria porta. Soffermatevi su Rugani: vado, non vado, vado, non vado, alla fine non faccio niente. Alla Juve non ti insegnano questo. Se sei un difensore titolare della squadra campione d'Italia - e quindi anche della Nazionale - o passa la palla o la gamba, entrambe mai. Se dopo tre anni non l'hai ancora capito forse è meglio se cambi aria, caro Daniele. A malincuore, ma non sei da Juve, né lo sarai mai.