Doveva vincere l'Inter per restare in corsa nel girone, doveva vincere per dimostrare di essere capace di replicare i buoni risultati ottenuti nel campionato anche in Europa, doveva vincere per riscattare la brutta prestazione della partita d'andata (la peggiore dell'era Conte dal punto di vista del gioco). Doveva vincere e ha vinto l'Inter, capace di rientrare in gioco per la qualificazione agli ottavi attraverso una buona prestazione con la quale i calciatori nerazzurri sono riusciti a far dimenticare ai tifosi la partita di andata e gli svarioni della partita di Dortmund che avevano complicato non poco il percorso europeo della squadra di Conte. Quella scesa in campo a Praga è stata una squadra capace di andare oltre le difficoltà degli infortuni e della sfortuna (due traverse e due gol annullati dal Var) e brava ha sfruttare le proprie peculiarità come la tenuta difensiva e l'intesa (ormai quasi perfetta) del tandem d'attacco capace di trascinare l'intera squadra alla vittoria. Orfano del centrocampo titolare Conte ha optato per la soluzione più facile con Brozovic spostato sul centrosinistra e Borja Valero (prima da titolare in stagione) in cabina di regia piuttosto che inserire Lazaro dal primo minuto sulla corsia di destra e spostare più interno Candreva capace sì di giocare in quel ruolo ma con caratteristiche più offensive che avrebbero sicuramente aiutato i giocatori dello Slavia.

La prima frazione di gioco è sembrata il remake della gara d'andata, con lo Slavia a fare la partita grazie alla sua buona abilità in fase di palleggio e i nerazzurri pronti a fare diga in fase difensiva con l'obiettivo di fare male agli avversari usando l'arma del contropiede. A differenza della sfida di settembre però non solo è migliorata la condizione atletica dei nerazzurri ma anche l'intesa in campo tra i calciatori capaci di seguire passo per passo gli insegnamenti di Conte, come dimostra il gol del vantaggio arrivato dal nulla grazie alla bravura di Lukaku che sfruttando il fisico si è prima trascinato palla al piede fino all'interno dell'area di rigore per poi servire un assist al bacio per Lautaro che è riuscito ad insaccare in rete il gol dell'uno a zero. Dopo il vantaggio dell'Inter la partita prosegue sui suoi binari, con la Slavia leader nel possesso palla e l'Inter pronta a ripartire sfruttando a proprio favore la poca propensione nel tenere le posizioni degli avversari, come dimostra il gol del raddoppio nato un retropassaggio suicida della difesa dello Slavia a Lautaro che da gentleman restituisce il favore a Lukaku, il quale segna così il gol del raddoppio e il suo primo in Europa con la maglia nerazzurra. La gioia durerà però poco perchè un intervento del Var non solo annulla il gol del belga ma consegna anche ai cechi l'opportunità di calciare dagli undici metri per un fallo (intervento fuori tempo di De Vrij) avvenuto ad inizio azione in area di rigore. Rigore trasformato da Soucek e tutto da rifare per gli uomini di Conte che chiudono la prima frazione con un risultato di parità che sembra avere scosso l'umore della squadra.

L'Inter che scende in campo nella ripresa è però una squadra trasformata non negli uomini ma nella voglia e nella determinazione, e che complice il netto calo fisico degli avversari inizia a dominare la partita: tanto possesso (quasi mai sterile) e tante azioni da gol con la dea bendata che però sembra non voler proprio aiutare i nerazzurri come dimostrano le traverse di Lukaku (colpo di testa del centravanti al termine di una bellissima azione corale) e Brozovic (botta dal limite dell'area che termina sul legno). La partita fatica a sbloccarsi e dopo due salvataggi miracolosi di Handanovic Conte decide di affidarsi alla panchina inserendo nel giro di pochi minuti Gagliardini, Lazaro ed Esposito togliendo dal campo Borja, Biraghi e Vecino. Quando la partita sembra essere entrata in una fase di stasi la fortuna gira finalmente a favore dei nerazzurri con Lukaku che si ritrova a tu per tu con il portiere dopo un velo di Lautaro e la complice scivolata dell'ultimo difendente dello Slavia. Freddo come un killer il belga prima salta il portiere e poi finisce in porta con il pallone per un gol che potrebbe per importanza entrare nella storia europea della stagione (e non solo) dell'Inter. Nel finale c'è tempo per la doppietta di Lautaro che trasforma in oro (con un gol al volo) il bellissimo assist di esterno sinistro del solito Lukaku e per un secondo gol annullato al numero nove per fuorigioco (avvenuto dopo l'ennesima azione personale fatta di doppi passi con tanto di tunnel al momento del gol al difensore avversario).

Termina così 3-1 la partita dell'Inter a Praga, risultato figlio non solo della coppia d'attacco Lautaro-Lukaku (che di questo passo potrebbe entrare nel novero delle coppie storiche come Vialli-Mancini e Pulici-Graziani) ma anche di una difesa sempre più imperforabile (con un Godin in stato di grazia), con un Handanovic sempre più in versione Batman. Merita una menzione speciale Borja Valero, che dopo mesi ai margini del progetto tecnico e con la valigia ormai pronta verso nuovo destinazioni (in estate si era a lungo parlato di un ritorno a Firenze) è stato capace di comandare il centrocampo in maniera egregia nonostante la sbavatura (condivisa con Brozovic) nella ripresa che per poco non portava lo Slavia in vantaggio. Vittoria questa che non solo rilancia i nerazzurri nella corsa agli ottavi di finale ma che dimostra la forza di una squadra che dopo anni di difficoltà è ormai pronta per tornare protagonista non solo in Italia ma anche fuori dai confini nazionali. Testa ora alla Spal per proseguire il cammino in campionato, sperando magari in qualche passo falso della Juventus. Poi si penserà al Barcellona e alla carica degli ottantamila di San Siro (già chiamati a gran voce da Conte) per cercare un'impresa non poi così improbabile con questa squadra.