ATTO II

Barman: “Ma… c’è il sole in cielo! Come è possibile? Eppure, sono abbastanza certo di aver udito nitidamente quel rumore terrificante che solo una tempesta è in grado di provocare.”
Si apre la porta…
Rombo di Tuono: “Signor oste, credo sia proprio giunto il mio momento. Mi dia un assaggio di Mirto, per cortesia.”
Il frastuono del suo arrivo era micidiale.
Barman: “Subito, signore. Confesso che mi ha spaventato, inizialmente. Ma, ora che è qui, mi incuriosisce. Da dove viene?”
Rombo di Tuono: “Ho compiuto un viaggio lungo e faticoso. Io giungo da una grandissima isola, e ho dovuto sgomitare tantissimo, insieme ai miei compagni, per arrivare sin qui. Ma ne è valsa la pena. Vero?”
Barman: “Assolutamente. Ecco per lei, insieme al suo bicchiere, un bel tricolore. Ora che conosco meglio la sua storia, lo ammetto, sono davvero felice di consegnarglielo. Sa, io ho dei clienti molto affezionati da un po' di tempo a questa parte e quando trovo una novità… mi esalto. Mi sembra più gustoso, quando a sedersi sul posto d’onore c’è un… come potrei definirla, outsider?”
Rombo di Tuono: “Ruolo che mi tengo ben stretto, caro.”
Barman: “E fa bene. Lei diventerà un emblema del mio locale. Colui che con costanza, tecnica, passione e voglia è riuscito a coronare il proprio sogno. Il miglior spot per il mio bar.”
Rombo di Tuono: “Sono onorato di far parte della cerchia dei migliori clienti. Mi sento felice, mi creda.”
Barman: “Il prossimo glielo offro io. Bottiglia del ’70.”
Rombo di Tuono: “Versi!”

È stato un incontro eccezionale. Ad avercene così. Certo, non posso negarlo, vedere la Vecchia Signora, la Beneamata e il Diavolo rossonero costantemente presenti è sempre piacevole. In fondo, sono loro che portano il mio nome in alto anche all’esterno, grazie all’immensa promozione che mi fanno però, devo essere sincero, mi piace cambiare compagnia, ogni tanto. E, a quanto pare, stava arrivando qualcun altro di niente male proprio in questo istante…

Barman: “Si accomodi, splendida signora.”
Olimpia: “Signorina, grazie.”
Non imparerò mai.
Barman: “Ma che cos’ha sotto quel velo?”
Olimpia: “La vuole vedere?”
Barman: “Direi…”

Di colpo, appare un’aquila bellissima, dalle ali bianche e celesti, pronta a volare in libertà e a posarsi proprio nel posto che spetta ai miei preferiti.
A un volatile che ha compiuto questi movimenti così rapaci e vigorosi, non posso che consegnargli lo stemma del vincitore con estremo piacere.

Olimpia: “Bè, carissimo, ora che la mia aquila è sistemata, che ne direbbe di un drink io e lei?”
Barman: “Volentieri, signorina.”

Il problema è che mi accorsi troppo tardi, accecato dalla splendida visione, che la Vecchia Signora era proprio alle spalle della divinità proveniente dalla regione laziale. E, in quegli occhi che vidi solamente di sfuggita, capii che sarebbe tornata vendicandosi dell’affronto…
In attesa del ritorno di Madama, frattanto, la profezia del Toro si era avverata…

I Gemelli Granata: “Quanto è bello questo bar. Finalmente, è tutto per noi!”
Barman: “Vi attendevo con ansia. Credetemi. Scusate, prendete posto, arrivo subito.”

Dovetti per un momento fare retromarcia nelle cucine. Pensare a ciò che avrebbe potuto essere il mio locale con quel colore a tinta unita… ma dovevo servire quei due! Hanno reso onore al glorioso Toro e meritano il meglio!

I Gemelli Granata: “Grazie della cortesia, signore. Ci siamo trovati davvero bene. Tutto squisito.”
Barman: “So bene che non siete mai sazi. E lo avete dimostrato! Complimenti vivissimi.”

Operata la doverosa celebrazione, adesso dovevo prepararmi al grande incontro con la Signora di bianconero vestita. Secondo me, travolta dalla gelosia, si piazzerà per un bel pezzo qui dentro e lascerà solamente le briciole agli altri commensali…

La Vecchia Signora: “Bene, fedifrago di un barman. Ho portato un giovanotto con me, se non le dispiace. Un cantante. Entra, Trap!”
Trap: “Adesso ve le suono io!”

Che personaggio che mi ha portato. Effettivamente, l’occhio chiaro, il capello biondo e il catenaccio attorno al collo facevano la loro bella figura. E io, nonostante tutto, non riuscivo a prendermela con questo ragazzo. E’, probabilmente, il più in gamba che io abbia mai visto e che mai avrò piacere di ospitare!

Barman: “Signor Trap, si accomodi. Cosa posso offrirle?”
Trap: “Strunz!”
Barman: “Ma perché? Non l’ho mica offesa…”
Trap: “Intendevo il nome del cocktail che vorrei.”
Barman: “A, scusi, avevo capito altro. Ecco a lei. Le porto anche qualcosa da mangiare: ho l’impressione che staremo tanto tempo assieme.”

Non sbagliavo. Nessuno era come lui, un autentico numero uno. Talmente grande, da divenire contesissimo…
Fece infatti la sua comparsa la Beneamata, affascinante come sempre.

Beneamata: “Una birra, per favore. Alla spina, ovviamente. Io adoro lo spillo, in questo periodo.”
Barman: “Voilà. Conosce già il signor Trap? È il compagno della Vecchia Signora.”
Beneamata: “E’ un piacere fare la sua conoscenza di persona, carissimo. Ho sentito tanto parlare di lei!”
Trap: “Piacere mio.”
Beneamata: “Senta, vengo subito al dunque. Lei sa benissimo che, per usare un eufemismo, non nutro grande simpatia per la sua amata. D’altronde, lasci che glielo dica, per quanto stiate bene insieme, dopo un po’ di tempo ritengo sia necessario provare esperienze differenti. Non crede anche lei? Io, senza falsa modestia, potrei farla entrare nel libro dei record. Le regalerei un posto nella storia. Quando deciderà di provare nuove sensazioni, mi faccia sapere. Le lascio il mio numero. 1988-89. Attendo la sua chiamata. A presto, signor Trap.”

Non passerà troppo tempo per vederli festeggiare insieme: una festa magnifica, a cui avrebbero partecipato tre teutonici straordinari, lo Zio e l’Uomo Ragno. Un party da guinness!
Ma prima di tutto ciò, e per un bel po' di tempo, la coppia bianconera divenne affezionatissima. Una vera e propria pagina di storia del mio bancone!
Solo ogni tanto, si concedevano qualche pausa. E in quei momenti, ne vedevo davvero delle belle…
Stava nuovamente per fare il suo ingresso la Vecchia Signora, quando, più lesta di lei, venne superata da una lupa. Si presentò all’interno ululando in segno di vittoria…

Barman: “Che onore, carissima Lupa. Non la vedevo da troppo tempo, da quell’unica volta. Il suo colorito giallorosso è… eccezionale. Ma, mi spieghi, come ha fatto a bruciare sul tempo… Lei?”
Lupa: “Avevo troppa fame. Non saprei come definirla…”
Barman: “Magica!”
Lupa: “Mi piace! Però, debbo ammettere, non sarei riuscita a raggiungere questo tepore che offre la sua casa senza l’aiuto dei miei due aiutanti.”
Barman: “Romolo e Remo?”
Lupa: “Ma che dice? Bruno e Roberto, semmai! E poi, onestamente, non posso non confidarle che un grande contributo l’ha fornito anche un Falc(a)o brasiliano. Come vola, mi creda!”
Barman: “Sì, credo proprio di aver capito di chi si tratta…”.
Lupa: “E poi, mi perdoni, ma dopo l’estate scorsa in cui abbiamo festeggiato tutti assieme, un’altra emozione tutta per me me la meritavo o no?”

L’estate scorsa. E come dimenticarla… il mio locale, per una volta, non aveva rivali. Erano tutti vestiti d’azzurro, in quella notte di neanche metà luglio, e tutti si volevano bene. La Signora rideva assieme alla Beneamata, il Diavolo rossonero sghignazzava tra i due condividendo il suo celebre pollo ai due rivali storici. La Lupa, proprio lei, per una volta non ringhiava contro Olimpia e la sua Aquila e se ne stavano tranquillamente allo stesso tavolo a scherzare e brindare. Viola e La Dotta parlavano di gite sugli Appennini, e la presenza di Mezzogiorno, complesso di tante realtà molto calorose capitanate dal Maschio Angioino, univa in un unico coro tutti i partecipanti.
Davanti lo schermo, tre nomi, che io conobbi personalmente, ci fecero vivere una nottata memorabile: Rossi, Tardelli, Altobelli. E Bearzot.
Fu la notte più bella trascorsa qui dentro.
Non potevamo crederci: eravamo sinceramente tutti felici.
Fu indimenticabile.
E mentre fantasticavo, nel frattempo, una voce mi riportava alla realtà…

Le Roi:Monsieur? Mi sente, parbleu?”
Barman:Oui!”
Le Roi: “Scusi, gradirei del formaggio e del vino. Francese, ovviamente.”
Barman: “Ma lei è…”
Le Roi:Le Roi. Corretto.”
Barman: “La corona è stupenda, monsieur. Cosa sono quelle sfere alle punte?”
Le Roi: “Palloni dorati. Ne ho fatti mettere tre in fila. Mi dona?”
Barman: “Le sta d’incanto, signore. Sa, mi scusi per prima, ero sovrappensiero, ma in realtà io la ammiro tantissimo. Lei è il simbolo della rinascita del mio locale, che ha avuto un periodo di appannamento, fino alla scorsa estate. Lei, Kalle e tantissimi altri state ravvivando e rendendo ancor più vivace la zona.”
Le Roi:Merci, carissimo. Davvero, merci. Ma le assicuro che anche lei ha reso migliore me. È reciproco, l’amore. Au revoir!”

Ragazzi, che periodo. È stato il migliore della mia vita. Tutto il meglio lo trovavi qui, dal palco d’onore fino al tavolino più isolato. E le richieste per entrare a far parte del circolo… non vi dico quante ne ricevevo! Ed è proprio in quel periodo così fervido, che mi fece visita un inglese leggermente famoso accompagnato da un milanese verace…

William: “Essere campioni o non essere campioni, questo è il dilemma.”
Osvaldo: “Ma che dilemma e dilemma, Willy! Io non ho nessun dubbio: voglio vincere. Sempre.”
Barman: “Signori, questo giro lo offre il sottoscritto. Siete così speciali.”
Osvaldo: “La ringrazio, amico mio. Ma dove sono quei due? Sempre a fare l’amore? Romeo! Giulietta! Ricomponetevi, dobbiamo festeggiare!”
Barman: “E il brindisi ve lo faccio io. Voi che venite da Verona, sede dell’Arena, i complimenti faccio a voi tutti, protagonisti di questa luna piena. Complimenti, dal più profondo del cuore!”
William, Osvaldo, Romeo e Giulietta: “Campioni!”

Che bella pagina che è stata. Me lo appendo qui, il loro quadretto. A memoria, il più bel capolavoro. Ma, lo avrete capito, tanto tranquilli non si poteva stare qua dentro…

El Pibe de Oro:Buenas noches, senor!
Barman: “Salve, amico. Come posso aiutarla?”
El Pibe de Oro: “Io avrei bisogno di due cose: un pallone e una canzone. Mi potrebbe mettere ‘O sole mio? Mi piace da impazzire.”

 

Che bella corsa è na jurnata’e’sole
N’aria serena doppo na tempesta
Pe’ll’aria fesca pare già na festa
Che bella cosa na jurnata’e sole
Ma n’atu sole chhiu’ bello, oi né
‘O sole mio sta nfronte a te
‘O sole o sole mio
Sta nfronte a te
Sta nfronte a te

Mentre le note della canzone partenopea vibravano, davanti a me l’immagine di un simbolo della città azzurra, capace di portare sulle sue spalle il mare, il sole e le ambizioni di una terra passionale.
Io lo vedevo toccare il pallone tra i tavoli, con un tocco unico, con la gioia e il sorriso di chi non aspettava altro che questi istanti, per portare alla ribalta una zona spesso lasciata ai margini.
Quanto sei stato importante, per me e per tutti noi.

Barman:Pibe sei stato eccezionale. Non ti dimenticherò mai.”

Il saluto da parte mia era malinconico ma lui non riusciva ad esserlo. Lui rideva sempre, era nella sua indole portare allegria. La bellezza.
E mentre anche lui si accomodava fuori, arrivò un folto gruppo altrettanto formidabile.
Non ci credo: erano loro. Arrigo e i Tulipani!

Arrigo e i Tulipani: “Che bel posticino qua. Però, non si offenda, noi non possiamo stare tanto tempo. Andiamo di corsa, dobbiamo arrivare all’estero. Ci attendono lì. Dobbiamo rivoluzionare tutto, signore.”
Barman: “Non lo metto in dubbio. Siete davvero un bel collettivo, signore.”
Arrigo e i Tulipani: “Sono in gamba i miei, vero? E qui dentro ho portato solo loro tre, ma a guardia del furgone abbiamo lasciato il Capitano del presente e quello del futuro. Le posso assicurare che nessuno si avvicinerà, con quei due lì a difendere!”
Barman: “Cosa gradite?”
Arrigo e i Tulipani:Juice orange, chiaramente.”
Barman: “Eccole qui, servite, naturalmente, nelle coppe più belle della mia collezione!”

Quanto ho goduto con loro. Forse è durato troppo poco, per quanta espressività e potenza avevano. Ma sono stati dei momenti straordinari.
Credete che possa riposarmi, secondo voi?
Ma quando mai, già sentivo il passo veloce di due gemelli avvicinarsi…

 

TO BE CONTINUED...
 

Soggetto e sceneggiatura di Indaco32





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