ATTO I

 

Grifone: “Buongiorno, caro. Mi offre un sorso del prodotto migliore che ha?”
Barman: “Certo, signore. Di che annata lo desidera?”
Grifone: “Ma, guardi, il più antico che si ritrova. Per me andrà benissimo.”
Il barman riflette pensieroso e si perde nei meandri dei suoi scaffali contenenti una moltitudine di prodotti ben assortiti.
Barman: “Signore, credo di aver trovato la bottiglia perfetta. Un distillato risalente alla fine del XIX secolo. Con un goccio di questo volerà più in alto di chiunque altro!”
Grifone: “Mi fido di lei, amico.”
Barman: “Le piace, vero?”
Grifone: “Wow, è… è buonissimo. Mi sento il re del locale!”
E ci credo. È vuoto! Ancora è presto, i tavoli sono molto instabili e ancora poco curati, le pareti appena dipinte e la struttura deve prendere una forma più precisa. Non è così semplice allestire qualcosa di coinvolgente ma ne sono certo: il mio bar diventerà un fenomeno di massa e, se mi ci metto d’impegno, anche economico. Ma dovrò stare attento a non farmi prendere la mano…
Grifone: “Io adoro questo piccolo mondo che ha creato. È così… tranquillo. Poco caotico.”
Barman: “E' ancora l’alba, signore. Ho fatto una campagna pubblicitaria senza eguali: si riempirà nel giro di poco tempo, al punto da litigare per essere serviti al suo posto!”
Grifone: “Lei dice? Non sono sicuro di ciò che afferma. Anzi, le dirò di più, mi andrò a fumare un bel sigaro al porto e al mio ritorno sarò ancora il suo cliente preferito. Scommette?”
Barman: “Signore, le consiglio di non distrarsi troppo, che qua è un attimo a perdere la poltrona.”
Grifone: “Sarò di nuovo qui in breve tempo e le farò vedere che il suo paventato successo è solo un bluff! Nessuno si farà avanti prima di me.”
Barman: “Aspetti! Prima che prenda il volo, ecco, le do in anteprima ciò che ho pensato di offrire ai clienti più affezionati.”
Grifone: “Una spilla colorata? Che idea strampalata! Che dovrei farmene di un gingillo verde, bianco e rosso? Me lo dovrei mettere sul petto?”
Ride di gusto.
Barman: “Rida pure, ma le posso assicurare che per conquistare quel… come posso chiamarlo… scudetto, ecco… ci saranno battaglie epiche, anche solo per ottenerne uno. Mi darà ragione, a tempo debito. Tenga, al momento, solo perché è lei, gliene porgo 9. La prossima volta che viene, se tornerà a trovarmi, le darò una stellina. Ma, la prego, non si perda per strada perché ci sarà tanta fila!”
Grifone: “Ancora con ‘sta storia. Lei è troppo convinto! Ci vedremo presto. Tenga in caldo per me il premio speciale!”
Barman: “Scusi, prima che se ne vada. Se, per caso, dovesse metterci tanto, ma veramente tanto a tornare, ci tenevo comunque a dirle una cosa: grazie. Grazie per tutto quello che ha fatto. Senza la sua presenza, non sarei stato nessuno. La mia storia, comunque vada, è nata con lei.”
 

I due si stringono in un caloroso abbraccio, prima di separarsi.
Le ali imponenti rosse e blu avvolgono affettuosamente il cortese oste.
Il locale, adesso, ha bisogno di un nuovo cliente fedele e, di lì a poco, giunge un altro personaggio, molto anziano all’apparenza, che occupa la stessa sedia del precedente.

Il Bianco: “Buongiorno. Gradirei un bel calice di Gattinara, se non le dispiace.”
Barman: “Eccolo, signore. Con cosa ve lo posso accompagnare?
Il Bianco: “Con un bel piatto di riso, buon uomo. Però faccia presto, non posso stare molto tempo, qui.”
Barman: “Come mai, non le piace?”
Il Bianco: “Guardi, è un posto il quale, a primo impatto, mi rende molto felice e importante. Però, glielo dico in confidenza… ritengo che a breve arriverà a farle visita una mia conterranea…. una donna per cui lei perderà la testa, mi creda. E, siccome non sopporterei la sua presenza, preferisco godermi il locale per il tempo che riesco, senza dover subire il fascino irresistibile di… Lei.”
Barman: “Eh, signore, non per mettere in dubbio la sua parola, ma guardi che diventare il top di questa struttura non è per nulla semplice. Non creda che, se questa donna di cui parla dovesse realmente presentarsi, avrebbe vita facile!”
Il Bianco: “Vedrà coi suoi occhi la potenza di questa miss. Sarà la principessa del suo locale, una costante. Se glielo dice un uomo con barba grigia e capelli folti... Comunque, il riso era ottimo e il vino è sceso giù che era un piacere.”
Barman: “Signore… ci rivedremo?”
Il Bianco: “Io sono di passaggio, amico mio. Ma, chi può dirlo? Verso tardi, quando nessuno se lo aspetta… magari un giorno le farò una sorpresa! Per il momento, tuttavia, dimenticami.”
Consegnati i sette tricolori, il barman vede andare via il suo secondo cliente importante.
Barman: “Ma cos’ha che non va questo posto? Perché tutti vengono ma nessuno decide di restare? Io voglio che ci sia una sana competizione per essere il mio preferito, per occupare la posizione migliore. Allora, le porte sono regolari, le bandierine ai quattro lati della stanza sistemate, le portate e le bevande sono migliorabili, è vero, ma comunque di elevata qualità, per essere alle prime armi. I tavolini separati, ognuno con la sua… aspetta! Ecco cosa manca: la convivialità. Basta separazioni. Ci vuole un tavolino unico. Ora sì, che ne vedrò delle belle. O sì!”
Il barman ridisegna il locale alle ore 7:29 (o le 19:29?) e con quell’idea spacca: adesso, il suo sogno si può dire davvero realizzato.
E, mentre si gode il nuovo formato del suo angolo di pace, ripensa alle parole del Bianco e, come d’incanto, fa la sua comparsa… Lei.
È proprio come l’aveva descritta!
Affascinante, avanti con l’età ma elegantissima, vestita con un abito a righe bianche e nere, occhiali scuri, gambe mozzafiato e portamento sicuro.

Vecchia Signora: “C’è posto, per una Madama del mio calibro?
Barman: “O, ma certo, mia dama. Lei è la benvenuta. Spero si possa trovare bene, qui da me.”
Vecchia Signora: “Bè, a prima impressione, pare che tra noi ci sia abbastanza feeling. Potrebbe anche diventare il mio posto preferito, con il tempo.”
Barman: “Ne sarei onorato, ma la debbo avvertire: nonostante sia straordinariamente seducente, dovrà faticare per entrare nel mio cuore, tra qualche tempo. Avrà dei validissimi avversari, ne sono certo. Nel frattempo, cosa posso servirle?”
Vecchia Signora: “Mi dia ciò che ha di più forte. Visto che ci sarà da combattere, preferisco abituarmi fin da subito.”
Barman: “Ecco a lei, il primo assaggio.”
Vecchia Signora: “Allora, non mi ha ben inquadrato. Io non mi accontento. Mai. Me ne porti cinque. Di fila!”
Barman: “Ha detto… cinque? Ma… è sicura? Non mi è mai successo, nella mia seppur breve carriera da ristoratore, che mi ordinassero tale quantità. Ad ogni modo, sono certo che non mi ricapiterà mai qualcosa di simile! Nessuno può fare di meglio!”
Vecchia Signora: “Lei crede?”

Il sorriso accompagnava il quinto drink, buttato giù con la medesima sete del primo.
D’improvviso, mentre il rapporto tra il gestore e la Signora arrivava al culmine, un rumore stordente interrompe il romantico flirt.

Vecchia Signora: “Mmm… mi sa che sta per arrivare un’altra dolce fanciulla. Sinceramente, di lei ho un po' paura, a quest’ora. Fa tremare il mondo, sa? E, deve sapere, è anche una brillante studentessa universitaria. Da sempre, una delle migliori. Meglio che mi faccia da parte… ho bisogno di tornare un po' nelle mie dimore e riposare. Nel frattempo, non si invaghisca troppo. Io tornerò presto… e frequentemente, caro!”

Un bacio di arrivederci.
Ma non c’è spazio per i sentimentalismi. Stava arrivando una personalità che pareva di fuoco. Il barman, impaurito, attendeva con impazienza.

La Dotta:” Non ho tempo per i convenevoli. Chi è l’inserviente, qua in mezzo?”
Barman: “Sa-salve. Sarei il proprietario, signora…?
La Dotta: “Signorina La Dotta, prego.”
Barman: “Po-posso esserle d’aiuto, in qua-qualche modo, si-signorina?
La Dotta: “Allora, mi procuri una piadina accompagnata da un bel bicchiere colmo di Lambrusco. Nel frattempo, possedete un pianoforte, da qualche parte, qui dentro?”
Barman: “Sì, pro-proprio lì, dietro quelle due sagome a forma di torri, si-signorina”
La Dotta: “Bene.”

Caro amico, ti scrivo,
così mi distraggo un po'.
E siccome sei molto lontano,
più forte ti scriverò….

Barman: “Lei, è bravissima, signorina. Posso permettermi di offrirle il pranzo in cambio di un altro pezzo?”
La Dotta: “Sprezzante del pericolo. Mi piace. Si goda qualcosa di più fresco, allora!”

Dammi una special l’estate che avanza,
dammi una vespa e ti porto in vacanza….
Ma quanto è bello andare in giro
Con le ali sotto i piedi….

Che spettacolo che era! L’avrei rivista solo un’altra volta, durante un periodo magico… ma quanto mi ha fatto godere in questa breve parentesi!
Adesso, però, stava arrivando qualcuno che avrebbe cambiato per sempre le sorti del mio locale…

Toro: “Comodo, qui. Davvero, interessante.”
Barman: “La ringrazio, signore. Senta, glielo debbo dire. Io ho già avuto delle visite e ancora ne avrò tante di rilievo ma… come lei, le giuro, non c’è nessuno. Cioè, non conosco il suo segreto, signor Toro, ma quell’abito granata che porta addosso illumina questo posto come nessuno è mai riuscito a fare e mai nessuno farà. Mi sento così onorato ad ospitarla che… Lei non si può immaginare.”
Toro: “Io la ringrazio. Davvero. Ho sempre cercato di essere me stesso, in fondo. Corretto, educato, sempre pronto a vincere. Spero di esserci riuscito, in parte.”
Barman: “Ci è riuscito completamente. Vorrei restasse qui per sempre.”
Toro: “Non posso, purtroppo. Il destino, per me, non è clemente. Ma mi auguro di averla fatta divertire!”
Barman: “Ma vuole scherzare? Lei … è speciale. Cioè, lei vince e nessuno dice niente. Tutti si complimentano con Lei, perché sanno che è il migliore di tutti. E sono tutti felici di averla, anche i suoi avversari che tanto la temono.”
Toro: “Devo andare, ora. Non vedrà più me, ma tra qualche tempo, qualcuno con i miei stessi abiti, le farà ricordare per un istante questo colore a cui lei si è tanto affezionato. E non solo lei, stando alle sue parole...”
Barman: “No, la prego. Non se ne vada. Non sono pronto. Nessuno lo è. Anche i miei clienti non vogliono. Perché? Perché, maledizione? Perché mi hanno portato via il numero uno?”

Il locale doveva andare avanti. Ma il ricordo di quel Toro non verrà mai rimosso. Da nessuno. Per sempre.
Non era semplice, ripartire.
Con le lacrime agli occhi, ancora scosso da quel precoce addio mai metabolizzato, mi rimisi dietro il bancone.
E, come avevo predetto, gli effetti della mia pubblicità si cominciavano a notare: per entrare, adesso, c’era la ressa e la spuntarono in tre.
Una, se non sbaglio, la conoscevo già.

Sì, è proprio lei! Come dimenticare, la Vecchia Signora? Ma, stavolta, non è da sola. Dovrà dividere il tavolo con altri personaggi: da una parte, il Diavolo Rossonero, dal piglio deciso, appena giunto dall’Inferno per creare scompiglio e, dall'altra, sua cugina, la Beneamata, donna splendida ma umorale. Non doveva correre buon sangue tra i due nuovi arrivati…

Vecchia Signora: “Signori, il tavolo è uno ma, per almeno dieci minuti, possiamo equamente dividercelo. Io ho dalla mia due guardie del corpo speciali, il Gigante Buono ed El Cabezon: non crediate di poter fare ciò che volete, con la vostra spavalderia.”
Diavolo rossonero: “Bè, di sicuro non sono venuto per condividere alcunché con nessuno di voi. Ma, se si tratta di qualche minuto, mi posso adattare. Che ne dite, miei generali?”
I Generali Svedesi: “Assolutamente sì!”
Diavolo rossonero: “E tu, cara cugina, cosa sei intenzionata a fare?”
Beneamata: “Bè, accetto anche io. Il mio veleno lo tengo ben stretto. Ma sappiate che la tregua è solo duratura.”
Diavolo rossonero e Vecchia Signora: “Puoi contarci!”
Viola: “Scusate se mi intrometto, ma vorrei far parte anche io della tavolata!”
Beneamata, Diavolo rossonero e Vecchia Signora: “Ma solo per una portata!”

I quattro mangiarono allegramente e con avidità, spartendosi tutto tra di loro. Ma il bello doveva ancora venire…

Mago: “Buongiorno. È permesso?”
Barman: “Salve, signore. Ma lei… scusi se glielo chiedo, dall’accento non sembra del posto. Da dove viene?”
Mago: “Io vengo dall’Argentina, amigo.”
Barman: “E cosa l’ha portata sino a qui?”
Mago: “Il fascino di una donna carismatica ed eccentrica. Sì, alcuni la definiscono pazza, però, che vuole, è bella anche per questo.”
Barman: “A una bella donna, non si può di certo resistere.”
Mago: “Lei già la conosce, Lady Beneamata. Ma, mi creda, io farò in modo che lei diventi nota in tutti gli angoli della Terra. La farò diventare Internazionale. Il nero della sua eleganza e l’azzurro dei suoi occhi non conosceranno confini, con me.”
Barman: “Con tutto il rispetto, come può dire una roba del genere? Chi è lei, un mago, per caso?”
Mago: “Vuole che le mostri un trucco, così, su due piedi?”
Barman: “Avanti. Vediamo tutta questa potenza che sostiene di avere.”
Mago: “Ecco, guardi il mio cappello. Io, adesso, penserò intensamente alla Beneamata e la farò uscire da questo cilindro. Si tenga pronto: sta per assistere ad un assaggio di magia potentissima!”
Barman: “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! La prego, rimetta via quella bestia!”
Mago:Biscione, vieni qui. Fai il bravo. Ora mi crede?”
Barman: “Sì, sì! Ma la prego, non faccia più questi scherzi. Tenga, le metto qui tutte le coppe che desidera. Faccia come fosse a casa sua.”
Mago: “Che belle. Coppe da campioni, proprio. Grazie tante, buon uomo!”
Barman: “Scusi per l’attesa, ma ero alle prese con un signore… bè, al netto della paura, un tipo eccezionale!”
El Paron: “Sì, lo riconosco. Abbiamo fatto delle grandi passeggiate, insieme, sui Navigli. Ovviamente, rigorosamente, lui su una riva e io sull’altra. Da lontano, a battibeccare su chi fosse il più bravo della classe in cui studiavano i nostri rispettivi ragazzi.”
Barman: “Chi erano, mi perdoni?”
El Paron: “Quei due terribili di Gianni e Sandrino. Li avrà visti dare spettacolo, a quei monelli, anche qua dentro. Per non parlare di quando si mettono la maglia azzurra per uscire: che situazione!”
Barman:Gianni e Sandrino… ora capisco. E ho capito anche chi è lei. Porto subito anche per lei le due coppe. Lei è il primo, di questa baracca, che ha provato quella più grande. Vero?”
El Paron: “Verissimo, caro.”


Finalmente, un po' di tregua!
Che giornata, ragazzi!
Ma adesso, voglio rilassarmi un po'.

RUMBLE
Un tuono. Non si può mai stare tranquilli.
Ma stavolta il barman aveva sbagliato: non si trattava di un semplice tuono.
Ma di un Rombo di Tuono



TO BE CONTINUED….
Soggetto e sceneggiatura di Indaco32

PS: Il brano di accompagnamento a chiusura articolo è stato realizzato su esplicita richiesta del buon Arsenico17 e a cui, naturalmente, è dedicato.


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