Il Milan di Pioli finisce in un freddo, anche se soleggiato, pomeriggio di fine gennaio. Sono i giorni della merla anche per la società rossonera.
La leggenda lombarda narra di una povera merla candida che, in fin di vita per il freddo e la mancanza di cibo dovuta al gelo, una mattina si rifugiò dentro un comignolo per trovare riparo e calduccio. La merla vi stette tre giorni interi, ritemprandosi e riuscendo a sopravvivere, diversamente dai suoi compagni, che furono uccisi dal gelo. All'uscita dell'animale dal suo provvidenziale rifugio, la merla aveva però cambiato colore, diventando tutta nera.

Il Milan, messo in campo da Pioli, il comignolo non lo ha trovato.
Nero lo ha fatto diventare il Sassuolo. Fare analisi tecniche, su come il Milan ha giocato, non è affar mio. Stasera, o al più tardi domani, Zardoronz, che di queste cose ne sa più di me, con la solita perizia e abilità, distenderà il Milan sul tavolo anatomico e ne farà l’autopsia.
Esame autoptico è il termine giusto perché tutti noi abbiamo visto, non una squadra vogliosa di riscatto, ma il cadavere rossonero disteso sull’erba umida di San Siro.
Non sono un tecnico, non sono un esperto contabile e non mi riconosco nello schieramento ragionieristico del tifo rossonero che, invece di esultare per le reti messe a segno, si eccita per i vari plan finnziari, la partita doppia e Dio sa solo quale altro artificio contabile.
Non sono interessato, non mi fanno andare in estasi. Sono un tifoso che ha visto giocare Sani, Altafini, Rivera, Gullit, Van Basten, Pippo Inzaghi. Loro mi hanno regalato domeniche splendide, che non dimenticherò mai.
Pioli ha mantenuto le promesse per un solo anno. Pochino. Sul versante societario si naviga a vista. Chi possiede veramente questa squadra? C’è un presidente che, tanto per dirne una, la più semplice, scende tra un tempo e l’altro della partita, negli spogliatoi per dare supporto alla squadra? Che io sappia no.
Ci sono Maldini, Massara. Ma, sono dipendenti di una società che si chiama RedBird che significa uccello rosso, ma su Milano non vola.
Se sbaglio ditemelo, non mi offendo proprio.

Qualcuno sussurra che tra la dirigenza sportiva e questa ineffabile società pare ci siano delle divergenze in materia di acquisti. Insomma, da quel che filtra da certe dichiarazioni, fatte a mezza voce, quando Maldini e Massara individuano un possibile acquisto devono ottenere il nulla osta dalla proprietà che, naturalmente, è affaccendata, in tutt’altre faccende, al di là dell’oceano. O non risponde affatto oppure, pare, che lo faccia con un ritardo che si potrebbe definire strumentale. Nel frattempo l’affare sfuma. L'unico vero, grande interesse palesato da questa società di incerta identità è la costruzione di un nuovo Stadio. Ma, quale squadra ci dovrà andare a giocere? Questa? Questa squadra che ha mancato tutti gli obiettivi stagionali? Oppure, ai RedBird, interessano gli annessi e i connessi che una speculazione edilizia reca con sé? 
Poi, naturalmente, va preso in esame anche il ‘piolismo’ che non è una nuova corrente letteraria o pittorica, ma un modo di fare o, se volete, di allenare, che fa perdere la pazienza al più mite dei santi. E’ un mix di conservatorismo, paure e fissazioni sui soliti giocatori. Un combinato disposto, disperato e disperante, che ha prodotto l’emarginazione di giocatori come Hauge, Adli, Vranck, Thiaw che non abbiamo mai avuto un riscontro oggettivo per capire se sono schiappe o campioni. Non sono mai stati schierati con regolarità, con una certa convinzione. Ci vuole un pizzico di coraggio anche in queste cose.
Poi, il capitolo più misterioso. Gli infortuni. Ma, scusate, chi sono i preparatori del Milan? In due mesi di pausa per i Mondiali che lavoro si è fatto su quelli rimasti a casa? Comunque, ora è tardi per tutto. E’ tardi per esonerare Pioli. Probabilmente non avrebbe senso o, semplicemente, non cambierebbe le cose.
Forse, ma è altrettanto vero che questa squadra ha bisogno di un trauma. Non saprei dire di che tipo.
Ma uno scossone qualcuno, prima o poi, glielo deve dare.
Il mio è stato uno sfogo. Sono un tifoso, non un contabile.
Perdonerete la mia esasperazione, mi auguro.