La calma è la virtù dei forti. Una frase che ho sempre attribuito al famoso scrittore inglese, William Shakespeare, probabilmente sbagliando, ma che calza alla perfezione al momento calcistico che sta attraversando il Milan.
I commenti catastrofici, che stanno girando su siti e web, sono tutti propensi ad evidenziare che il campionato della squadra allenata da Mister Pioli è finito sabato sera, a Spezia, alla 22 giornata. Le altre 16 partite saranno solo una Odissea o una Via Crucis, scegliete voi se preferite le avventure di Ulisse tornando da Troia, o il doloroso percorso del "Salvatore" verso la crocifissione. Il lato positivo è che, i 49 punti conquistati, garantiscono una comoda salvezza e quindi si può giocare sereni, mettendo in mostra i molti giovani e valutando se sia opportuno tenere un allenatore, Pioli, che come viene scritto da moderni "Cassandra", privi di ogni preveggenza, perderà almeno dieci dei prossimi incontri in calendario. 

Neppure la pandemia è riuscita nell'intento di deprimermi e innervosirmi, quanto questi incredibili commenti dei miei "fratelli". Stiamo calmi. Facciamo due bei respiri e proviamo, nuovamente, a cercare una spiegazione a questo passo falso, che sicuramente è inaspettato e successivo ad altre sconfitte che hanno segnato un campanello d'allarme.

Direi di incominciare da una frase che calza sempre alla perfezione: "Non eravamo Campioni prima, non siamo Bidoni adesso". Questa squadra ha inanellato una serie di prestazioni e risultati, che non possono essere considerati casuali. Chi lo crede, e sono in molti, si allontana volutamente da ogni realtà sportiva. Possiamo valutare i singoli, quale siano i migliori o i più funzionali, con posizioni distantissime, se il modulo di gioco adottato dall'allenatore, sia il migliore, o se il vistoso calo di prestazioni, sia più dovuto a distrazioni, quindi mentale e non fisico. Ma prevedere un finale di campionato totalmente diverso, che potrebbe anche avverarsi, non ha alcun significato logico ed ha solo la prerogativa di "avvelenare gli animi".
Sabato sera, nell'intervallo della partita, confrontandomi al telefono con un mio giovane amico milanista, continuava a ripetermi: "siamo cotti, è finita la benzina, sono preoccupato, oggi perdiamo". Come spesso accade, aveva ragione, ma sbagliare una partita, può succedere, senza per questo doverle sbagliare tutte.

La squadra, da mesi, sta giocando male. VERISSIMO, ma ci sono tutte le giustificazioni. Le tante assenze ad esempio. Leao non è Rebic, gioca in modo diverso, coprendo meno in fase difensiva e anche Theo ha un rendimento migliore quando a giocare è il croato. La lunga assenza di Ibra, è stata più utile che dannosa, perchè tutti erano consapevoli della sua importanza e hanno dato il massimo. Non a caso, con il suo ritorno, la squadra si è rilassata pensando, a torto, che bastasse lo svedese per vincere le partite. Il Milan ha giocato, per mesi, in emergenza, ottenendo risultati insperati e quando finalmente l'infermeria si svuota e tutto sembra volgere al meglio, smette di giocare ?. A mio modesto parere, considerato che non credo nella stanchezza fisica di una squadra così giovane, molto dipende da un rilassamento mentale. Troppe le distrazioni, troppo l'entusiasmo e le chiacchiere. Da Pioli a Scaroni, da Gazidis alla donna delle pulizie di Milanello, è stato un susseguo di complimenti per il ritorno del Grande Milan. Con contorno mediatico sui rinnovi che non si firmano e sulla presenza di Ibra a Sanremo. Motivi più che sufficienti per trasformare la trasferta di Spezia, come la più classica delle "trappolone", nonostante già le trasferte di Cagliari e Bologna avessero segnalato la gravità del momento.

In queste situazioni l'unica cosa che si può fare è guardarsi in faccia, capire dove si è sbagliato e affidarsi al lavoro, al campo ed agli allenamenti. Quel "testa bassa e pedalare", tanto predicato da molti allenatori, che non a caso, sono anche i più vincenti. Il Campionato spesso viene paragonato al Giro d'Italia di ciclismo, perchè non è importante vincere le tappe, ma indossare la maglia "Rosa", nella passerella di Milano. Aggiungo che il più delle volte, se non distanzi le avversarie, stare davanti è più logorante che inseguire ed è già successo di vedere sorpassi propri all'ultima giornata. Magari questa sconfitta è arrivata al momento giusto, il derby si può anche pareggiare, in tal modo arrivando a pari punti saremmo davanti. Come vedete è facile passare dal rosso al nero, o viceversa. Chi oggi processa Mister Pioli, raccontandoci le sconfitte degli anni sulla panchina di Lazio, Inter o Fiorentina, su quali motivi può giustificare queste considerazioni ? Nessuna.

Allora torno all'inizio, a William Sheaspeare che certamente, vista l'intelligenza, in era moderna sarebbe stato Milanista: "La calma è la virtù dei forti" e Noi lo siamo, ma specialmente non vogliamo rovinarci oggi una stagione che è ancora tutta da vivere.
Giovedì a Belgrado e Domenica il Derby, perchè nulla è più bello di essere MILANISTI e di credere nella propria squadra.