Quello che sta succedendo in questi giorni, all' indomani della partita di S. Siro, è l’ennesima dimostrazione dell’impazzimento del sistema calcio italiano, privo da anni, oltre che di rinomanza internazionale, di guide e personalità capaci di gestire i momenti di crisi.

La caccia all’ untore bianconero è ufficialmente riaperta.
I media e i social antijuventini, coadiuvati da ogni genere di commentatore calcistico, hanno rimesso in moto la macchina del fango mediatica con lo scopo di colpire la FC Juventus e nella speranza di ricreare quell’humus di illazioni vergognose e sentimenti popolari della natura più becera che precedettero lo scempio di Farsopoli.
Giornalisti, giornalai, tifosi dell’altra metà del calcio italiano, politici, dirigenti, arbitri ed ex arbitri, opinionisti di ogni estrazione stanno alzando un polverone allucinante per delegittimare i bianconeri nonché il loro eventuale successo nel campionato in corso.
Successo che sarebbe una iattura indicibile per tali figuri poiché sarebbe il primo dell’epoca del VAR. Strumento tecnologico quest’ultimo osannato proprio da questo variegato mondo di personaggi obliqui, accomunati dall’odio antijuventino, perché, a loro dire, avrebbe certamente decretato la fine del dominio bianconero, certificando la correttezza del primo campionato onesto della storia del calcio italiano.

Già, l’onestà.
La stessa dote sventagliata ai quattro venti dai Cartoni d’Italia durante la farsa del 2006, nonostante un procuratore federale, e le tante intercettazioni sbobinate dalla difesa di Moggi nel corso dei procedimenti penali, dimostrarono che la società del presidente Moratti non poteva assolutamente permettersi di indossare il famigerato smoking bianco.

Ma tant’è, anche se la prescrizione del bradipo Palazzi riuscì a salvarli per il rotto della cuffia, scripta manent, e così, nelle 24 pagine della relazione del luglio 2011 dedicate ai nerazzurri (pagg. 41 ss.), possiamo leggere di come la responsabilità dell'Inter era - se non coperta dalla prescrizione - una responsabilità "diretta ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità e indipendenza…”

Questa verità non potrà mai essere cancellata o trasformata.
Neppure un redivivo ex consigliere di amministrazione dell’Inter come il compianto Guido Rossi – che nel 2006 tramutò, dall’oggi al domani, una vittoria sul campo in uno scudetto di “merda e cartone” (cit.) – potrebbe far dimenticare quanto è scritto nei documenti e nelle carte di quel periodo infausto.
Qualcuno ora si starà infastidendo. Penserà che siamo rimasti fermi a più di dieci anni fa.
Ebbene si, cari signori. Quello che sta accadendo in questi giorni, dimostra che siamo rimasti fermi a quel tipo di ambiente e contesto storico. Anzi, volendo le cose stanno peggiorando.

Siamo ancora a quel modo subdolo e vergognoso di ammiccare, suggerire, questionare, manipolare i fatti e le verità; un metodo comunicativo che senza quasi mai manifestare ammissioni esplicite (almeno da parte di chi, per carica ricoperta, dovrebbe mantenere un minimo di amplomb) ambisce a dare credito alla tesi che la FC Juventus vince i campionati violando le regole.

Eppure neanche le sentenze penali di Farsopoli (su quelle sportive stendiamo un velo pietoso) riuscirono a dimostrare che un campionato, di quelli messi sotto indagine, fosse stato falsato; un arbitro (almeno da parte di Moggi) circuito e corrotto o un sorteggio alterato. Sfido chiunque a postarmi il virgolettato delle motivazioni di tali sentenze in cui si affermino come provati i predetti eventi.

Ma ciononostante, nell’epoca del VAR, ossia la tecnologia che nel cervello offuscato dall’odio e dall’invidia degli antijuventi di professione avrebbe riportato giustizia ed equità nel calcio nostrano, ci ritroviamo ancora di fronte a fiumi di dichiarazioni e articoli insultanti, diffusi al solo scopo di mettere in dubbio un campionato che per altro non era così appassionante (per voi perdenti ovviamente) da almeno 5 anni a questa parte.

Tutto ciò appare ancor più chiaro se si analizzano, sinteticamente, da un lato le risibili letture ed interpretazioni date agli episodi che avrebbero danneggiato l’(i)nter e, dall’altro, a quelle artatamente omesse sugli episodi a favore della Juve.

C’è chi ha addirittura affermato che il fallo (da messa in pericolo di carriera sportiva) di Vecino su Mandzukic non fosse da rosso.
Si è completamente omesso di rimarcare che il giocatore neroazzurro si fosse reso protagonista, a pochi minuti dall’inizio del match, di un fallo da ammonizione a centrocampo su Kedhira.
Nessun rilievo è stato dato al fatto che la prima ammonizione di Pjanic fosse quantomeno discutibile.Nella stessa azione, in verità, l’intervento da sanzionare era stato commesso, poco prima, da Higuain in ripiegamento.
Per non parlare, poi, dell’intervento del Bosniaco su Rafinha. I sagaci commentatori della redazione sportiva di mamma Rai hanno sostenuto che già in questa occasione Miralem dovesse subire il secondo giallo, nonostante le immagini dimostrino che il giocatore juventino a mala pena tocchi il piede del brasiliano.
Ed ancora. I falli non fischiati in favore della Juve per due interventi irregolari su Higuain: l’uno da rigore (a Madrid lo avrebbero dato), in occasione del goal annullato a Matuidi; l’altro, per intervento da ultimo uomo sempre di Skriniar, con la Juve già in vantaggio ma che avrebbe privato l’Inter, nelle successive partite valide per la corsa Champions, del suo unico difensore di livello (perché i Laziali non se ne lamentano??).
Ed infine, nessuno, ma proprio nessuno, ha parlato dei due interventi da rigore su Matuidi commessi nella stessa azione, all’inizio del secondo tempo, sul versante sinistro dell’area di rigore dell’(i)nter. Il primo di Skriniar (se il francese fosse caduto e avesse fatto scenate, sarebbe stato clamoroso) e il secondo quasi in contemporanea commesso da Cancelo.  

Ma la tesi più farlocca, al limite di Tso, è quella dei napoletani.
Secondo i nostri diretti avversari nella lotta scudetto, gli episodi di Milano sono stati la causa diretta e preminente della loro disfatta a Firenze.
E di fronte alla follia, signori miei, mi fermo e alzo le mani.
Ognuno merita di fare la fine di ciò che pensa e rappresenta.

Gli interisti, invece di godersi la migliore prestazione –  a tratti epica – della stagione, e dopo aver centrato le loro uniche vittorie rilevanti grazie alla più grande farsa della storia del calcio, continuano a fare del pianto e della protesta, oltre che del cartone, il loro must.
I napoletani, allo stesso modo, piuttosto che festeggiare le non vittorie, dovrebbero capire che la loro squadra (come la nostra del resto, che in più ha solo un uomo fortunato al comando e una panchina nettamente superiore) non ha più benzina e che ha inanellato da più di un mese prestazioni mediocri.
A Madrid, per aver subito un furto di portata mondiale, siamo stati sbeffeggiati e insultati da tutti. 
Gli stessi che ora, offuscati dalla corrosione lenta e permanente dei propri organi interni, si sentono defraudati di un campionato la cui correttezza e legalità è certificata dal (loro) dio VAR.

Chiudo con l’invito e la speranza che la FC Juventus, nella persona del suo presidente, intervenga e reagisca duramente, in tutte le sedi opportune –  così come fece nel 2011, all’indomani della summenzionata relazione Palazzi –,  contro tutti i sobillatori, gli infangatori, i falsari di professione e chiunque continui a ledere la dignità e l’onorabilità della nostra squadra.
Solo così i vertici del club bianconero potrebbero evitare che si ricreino le condizioni ideali per combatterci al di fuori dell’unico terreno che conti nel gioco del calcio, sconosciuto alla maggior parte dei nostri nemici, ossia il campo. 

Si vince e si perde sul campo… mettetevelo in testa… il resto è inutile, fetido cartone...