"Meno quindici", questa la sentenza. Dopo l’annuncio sono nate discussioni, rivendicazioni, sono partiti gli sfottò e quant’altro sulla penalità assegnata alla Juventus. 
Fare un commento a tutto questo risulta difficile. Essere al di sopra delle parti idem. Qualsiasi cosa si dica si rischia di essere definiti schierati, faziosi o contro, a prescindere dalle motivazioni. 

Al di là della fede calcistica, ci sono fatti che andrebbero analizzati e soprattutto divulgati dopo averli inseriti in un contesto sociale e comportamentale più ampio. Le regole e la Legge sono binari che viaggiano paralleli, uno non può fare a meno dell’altro, altrimenti si deraglia. Quando aderisci a un’associazione o ad un ordine, anche se fanno parte di attività ludiche, non ti puoi sottrarre alle regole interne da questi prestabilite in quanto le stesse, a loro volta, sottostanno alla leggi nazionali, assolute e sovrane.
Nel caso specifico, la Juventus non ha rispettato norme ben precise che riguardano le leggi assolute e non riservate esclusivamente al calcio. Da qui la sanzione sportiva, alla quale seguirà anche quella legislativa. 
Queste verranno applicate anche ad altri soggetti, se verranno ritenuti in difetto, siano essi persone fisiche o società coinvolte. Questo lo dice la Legge. Questo applicherà la Legge. È solo questione di tempo.

Leggendo i molteplici commenti seguiti alla sanzione alla Juventus, sia da parte dei tifosi sia, ahimè, di penne illustri, si coglie tanta confusione. Una per tutte, mettere nelle stesso calderone sia la questione plusvalenze fittizie sia la vendita di calciatori con trasferimento di denaro reale. In questi casi magari qualcuno è stato pagato "troppo", ma questa è una legge di mercato, domanda e offerta determinano il prezzo del bene. Insomma, tutti parlano, tutti dicono, ma c’è un’enorme confusione e questo non aiuta soprattutto coloro che, anzichè approfondire l'argomento leggendo l'articolo nella sua completezza, si soffermano sui titoloni e non consultano altre fonti. 
Molto facile, in questi giorni, sposare concetti presettati, belli e pronti, da replicare con un copia/incolla senza sforzarsi troppo. “Perché devo usare il mio cervello per capire meglio quando tale penna o tal quotidiano sportivo ha titolato in prima pagina questo o quest’altro?”. “Lo ha detto la Televisione” (elettrodomestico con vita autonoma, che crea una corrente di pensiero con dettami assoluti). Tutto ciò comporta un alto rischio perché induce esasperazione e stimola reazioni a volte inusitate, conseguenza di un'errata valutazione dei fatti e di una comunicazione non sufficientemente moderata. Bisognerebbe essere molto attenti, valutando sempre a chi ci si rivolge e in quale modo.

La superficialità può aver effetti pericolosi
La pluralità di pensiero è alla base della democrazia, ma la cattiva informazione crea caos, ci riporta indietro, forse più indietro dei paesi dove la democrazia nemmeno c’è e la disinformazione viene usata come strumento per influenzare chi legge o chi ascolta. Questo modo di operare, ma soprattutto di propagare pensiero, può manipolare le persone più superficiali e, ahimè, queste stanno facendo tendenza.
Leggendo quanto è seguito al "meno quindici" assegnato alla Juventus, direi che in questi giorni la brutta informazione ha trionfato.