Ieri, nella gara di ritorno della semifinale di Champions League tra il Liverpool e il Villareal, sembrava che gli spagnoli fossero davvero la squadra da battere.
Nei primi 45 minuti la squadra che aveva eliminato la Juve azzera il vantaggio dell'andata dei reeds con due reti.
Nella ripresa, però, in campo scende un Liverpool totalmente diverso, nell'atteggiamento si intende e in 45 minuti fa degli spagnoli un sol boccone.

Klopp mostra ad Allegri come vanno gestite certe gare dal sapore particolare e come vanno ridimensionate quelle squadre che sulle ali dell'entusiasmo sembrano avere una marcia in più.

Klopp ha mostrato che non serve avere solo grandi campioni, ma bisogna anche saperli motivare.

Ieri il Villareal sembrava volesse ripetere quello che aveva già fatto con la Juve. Partire da un risultato di svantaggio dell'andata e far sua la gara e  possiamo dire che per i primi 45 minuti c'era anche riuscito.
Con due gol, infatti, gli spagnoli hanno azzerato il vantaggio dell'andata dei reeds, ma nella ripresa, poi, c'è stata un'altra storia.
Van Djik, Alexander-Arnold, Robertson, che nel primo tempo erano completamente spenti è irriconoscibili, nella ripresa sembrano essere rinati, segno che nell'intervallo tra primo e secondo tempo negli spogliatoi qualcosa è successo.
È successo che il tecnico del Liverpool, Klopp, ha saputo motivare i suoi, è riuscito ad entrare nella loro testa per ridargli la giusta motivazione, cosa che Allegri non era riuscito a fare con i suoi.

La gara di ieri è la giusta dimostrazione che non serve solo avere dei grandi campioni in rosa, ma bisogna anche saperli motivare.
Gente come Van Djik, Alexander-Arnold, Robertson se non motivati sono praticamente inutili e gli errori commessi nel primo tempo lo dimostrano. Per il bene della Juve e degli juventini, speriamo che ieri sera Allegri abbia preso nota.