Chissa’ sei i signori Singer, tra un’oscillazione borsistica e gl’interessi maturati su un maxi finanziamento, oggi stanno dando un’occhiata a come sta evolvendo l’investimento Milan, perché per chi non ci fosse ancora arrivato, è solo di questo che si tratta. La calma e la pazienza sono le virtù dei forti ed il fondo Elliott forte lo è eccome. Prima o poi, comunque ed a prescindere dall’obbrobrio che al giorno d’oggi il Milan e’ in campo, venderanno la società al prezzo che decidono loro e, prima di questo, qualche folle che stacca gli assegni per portarsi in rosa barzellette come Castillejo, Borini, Rodriguez (ma potrei sciorinare tutta la formazione tranquillamente), lo troveranno.

La capacità dei forti, in fondo è questa, oltre a quella di ingaggiare due imbonitori di piazza come Boban e Maldini, le figure ideali per tenere a bada il più a lungo possibile quella bomba ad orologeria che è il tifo che, anche nei suoi elementi più irriducibili e romantici, sta capendo che questo è il risultato di anni di cose assurde, di gente che, non solo se n’è fregata, ma ha fatto l’impossibile per trasformare il Milan in una non-squadra.

I rossoneri, al di là dei singoli che non hanno colpe specifiche, meriterebbero la retrocessione proprio perché non sono un team calcistico: oggi l’Udinese ha mostrato di esserlo come la quasi totalità dei nostri avversari da anni.

Non lo è per colpa di chi non ha premuto i bottoni nelle stanze apposite da dieci anni a questa parte, non certo per colpa di Giampaolo, Gattuso, Boban, Maldini. A tal proposito gli ultimi due stanno mettendo in pratica alla perfezione i dettami del cassiere Gazidis: niente fuochi d’artificio! Peccato che la traduzione dall’inglese fosse: mettete insieme un gruppo di retrocessi e di sconosciuti, che uniti al nulla cosmico che è rimasto formerà il vuoto pneumatico.

Il contabile sudafricano sta semplicemente obbedendo alle direttive di taglio netto alle spese: per i ricavi, come dicevo, Elliott è forte e ha tempo. A nulla gli frega l’aspetto sportivo o i conati dei tifosi: un fondo non guarda in faccia a nessuno, il Milan prosegue nella sua Odissea di essere completamente trascurato, non tenuto nel minimo conto da chi muove le fila.

Kilpin non poteva immaginare questo quando decideva i colori della prima squadra di Milano: suppongo avesse messo in conto anche retrocessioni nel corso di cento anni, non che il Milan si trasformasse in un pegno per giunta seccante.