Kessie non è più un rossonero!
La sua permanenza sarebbe stata più importante dell'eventuale arrivo di Sanches o di un altro centrocampista di livello. Lo sarebbe stato, in quanto Kessie era un giocatore dalle caratteristiche stra-note al tecnico, alla società e ai compagni, con i quali, per giunta era in eccellenti rapporti.
E se, forse, lo abbiamo criticato per certi cali di rendimento nell'ultima stagione, non abbiamo tenuto conto che ha disputato le Olimpiadi, infortunandosi, e che ha affrontato l'impegno in Coppa D'Africa. Personalmente mi scuso di averlo criticato in certe occasioni, anche se l'ho fatto meno di altri. D'altronde, però, per quanto sapesse già di andare via, ha terminato la stagione rossonera in crescendo, laddove Chala, un anno fa, l'aveva terminata in calando.
E' significativo, e pochi lo hanno notato, che il Barcellona avrebbe voluto adattare i nuovi contratti alla situazione finanziaria del club, ma le cifre dell'accordo sono risultate poi quelle che già erano trapelate in corso di stagione. Kessie ha preteso i soldi promessi, hop hop hop din din din, perché se vai a tentare i giocatori di altri club, devi poterti permettere lo sfizio. Quando lo fai senza poterlo, la tua concorrenza non è leale, almeno a mio avviso.
Un in bocca al lupo a Kessie! Come qualsiasi professionista, deve poter cambiare aria alla scadenza di un contratto, qualora gli vengano offerte condizioni migliori. Il Barcellona è una grande società, per quanto in questo momento abbia un po' le pezze ai pantaloni, ma il suo prestigio resta intatto e magari, indipendentemente dall'ingaggio, Kessie era stuzzicato all'idea di giocare al Camp Nou oltre che ad aver calcato il terreno di San Siro.

Il Milan doveva rinnovare il contratto a Kessie e a Chala nel 2020, prima della sosta Covid. Se la sarebbe cavata con solo € 500.000 netti in più a testa. Non ci ha creduto e lì è stato il suo errore. I campioni bisogna saperli vedere prima che esplodano, ma i rossoneri non lo hanno saputo fare.
Se mai... se mai... eh sì, se mai sono le ultime notizie su Leao, passate un po' in sordina, a svelare il gioco delle 3 carte che Mendes sta tentando con Sanches. Dopo aver chiesto 5-6 milioni annui per il rinnovo, Leao avrebbe alzato l'asticella a 7. Il Milan non si è allarmato, visto che il ragazzo ha ancora 2 anni di contratto e non è detto che in 2 anni la sua quotazione resti la stessa. Certo, avrebbe potuto proporgli il rinnovo alla fine della stagione scorsa, ma come per Kessie e Chala, non si è creduto in lui prima dell'esplosione.
Il problema è che Mendes, furbo, sta giocando al rialzo e questo ci illumina sulla tattica che l'astuto procuratore sta portando avanti anche per Renato Sanches, talentuoso centrocampista del Lille dalle belle treccine. Dopo aver dato, obtorto collo, l'ok a un ingaggio di 3,5 milioni di euro lordi, al momento di concludere, il portoghese ha tirato fuori un interessamento del Psg. Dal momento che i media italiani stavano mettendo alla gogna la società rossonera per la vicenda Maldini/Massara, i lusitani hanno pensato bene di colpire il Milan in un momento di difficoltà verso i tifosi: "O pagate quanto chiediamo o Sanches segue la sua anima e va a Parigi.". 
Il Diavolo non è cascato in questo giochetto, come non ci era cascato a gennaio. Può darsi che alla fine cacci qualche soldo in più, ma non fino al punto cui puntano Mendes e Sanches.
Chiariamo, se qualcuno vi dicesse che il sostituto di Kessie c'è già, non credetegli. Adli è bravo e farà grandi cose, ma potrebbe avere bisogno di un annetto per esplodere, come è successo a Tonali. Il fatto è che se Mendes è uno che sa il fatto suo, come lo sapeva il povero Raiola, anche al Milan non sono nati ieri. 
Può essere che il Psg con compri più Vitinha e vada davvero su Sanches. L'uomo mercato del Psg è Campos, tuttavia, ex-Lille e uomo che conosce bene Mendes, per cui non si può escludere che ai parigini non freghi più di tanto del centrocampista o, comunque, non gliene freghi oltre un certo limite.

Vedremo, però il Milan sta sistemando gli affari di contorno, come la conferma di Florenzi e Messias. Quanto al brasiliano, è bene che rimanga, perché una squadra ha bisogno anche di rincalzi. Non si può avere una squadra di soli titolari, in cui tutti i rincalzi non si sentono inferiori alle riserve e si sentano sminuiti nel ruolo di comprimari. Fra gli affari di contorno, del resto, ci sono anche le cessioni, per sfoltire la rosa eliminando gli esuberi.
Se mai è lodevole, dal punto di vista dell'impegno sociale, la campagna mediatica "Fate sentire meno soli gli interisti - adottatene uno".
La simpatica iniziativa sta consentendo di tenere su il morale dei nerazzurri, con una gara di solidarietà senza precedenti. Se in Spagna c'è il Barcellona, noi in Italia abbiamo l'Inter, bisognosa d'affetto. Da quando ero ragazzino, bastava dire a un interista che la sua squadra era forte, perché non gliene importasse più nulla del resto.

C'è un aneddoto, in effetti, che spiega come ragionano gli interisti e che vorrei raccontare.
Nell'estate del 1993 un amico interista di vecchia data mi disse: "Se tutto si svolge onestamente, vince l'Inter". Per la cronaca, la società nerazzurra arrivò sestultima e avrebbe addirittura rischiato la retrocessione, se Mihajlovic non avesse preso il palo su rigore in un Inter-Roma alla penultima giornata.
Vale, è ovvio, il discorso che ho fatto tutto l'anno scorso: l'Inter può benissimo vincere il campionato e chi dice il contrario! Del resto, l'ultimo lo ha perso di un punto. Dare quindi per favorita l'Inter, non è una previsione irrazionale.
Quindi, fate opera meritoria e adottate anche voi un piccolo nerazzurro sperduto. Ditegli che l'Inter è fortissima e che, se tutto si svolgesse onestamente, i nerazzurri vincerebbero il campionato.
Li farete felici e vedrete spuntare il sorriso sui loro volti fanciulleschi.

Donate un sorriso a chi ne ha bisogno.