Il 15 Luglio del 1954 nasce a Bell Ville, una città dell'Argentina, un giocatore che passerà alla storia del calcio, Mario Kempes.

La sua carriera calcistica inizia nel 1970 nelle giovanili del Talleres de Bell Ville, nel suo Paese natio. L'anno seguente si trasferisce all' Instituto, dove resta per due stagioni, prima di trasferirsi al Rosario Central. In due stagioni segna la straordinaria cifra di 89 reti in 107 gare e si laurea capocannoniere del campionato argentino. Nel 1976 si trasferisce in Spagna al Valencia sotto la guida tecnica del celebre Alfredo Di Stefano. Con la squadra spagnola, in 5 stagioni, vince una Coppa delle Coppe ed una Supercoppa UEFA. Inoltre per due stagioni diventa il capocannoniere della Liga spagnola. Nel 1981 torna un anno in Argentina al River Plate dove conquista il Campionato Nacional, prima di fare ritorno al Valencia. Dopo altre due stagioni con la squadra, si trasferisce all'Hercules, sempre in Spagna. Le ultime esperienze calcistiche per Kempes sono in Austria con il St.  Polten e con il  Kremser Fernández, con il Vial in Cile e con il Pelita Jaya in Indonesia.

Dal 1973 al 1982 Kempes indossa la maglia della Nazionale argentina, con la quale conquista una memorabile medaglia d'oro ai Mondiali del 1978 proprio in terra argentina. In quella edizione Kempes diventa il protagonista assoluto con una doppietta in finale e con 6 gol in totale, che gli valgono il titolo di capocannoniere della manifestazione iridata. A fine gara, al termine della premiazione, rifiuta clamorosamente di stringere la mano al Presidente Videla, dittatore della Repubblica d’Argentina. Dopo questo gesto eclatante, rimane fuori dalla nazionale argentina finché non termina la dittatura di Videla. Quest'ultimo divenne il quarantaduesimo Presidente dell'Argentina tra il 1976 ed il 1971. Era un generale ed un dittatore, responsabile di crimini contro l'umanità, per l'assassinio atroce e violento ai danni dei desaparecidos, persone torturate in maniera violenta e brutale, uccise e fatte scomparire di proposito.

Di questa esperienza il giocatore dirà in seguito: "Ad Argentina '78, segnavo per la gente, non fui un complice dei militari e di Videla. Io e i miei compagni siamo venuti a conoscenza di tutti quei crimini terribili solo nel 1983, con il ritorno della democrazia, quando cominciarono i processi ai militari. Fino ad allora ignoravamo la portata della repressione, le migliaia di sequestri, abusi, sparizioni. Si parlava di campagne diffamatorie comuniste antiargentine. Io ero l'unico a giocare in Europa, e in Spagna non sapevo nulla dei centri di detenzione clandestina e tortura. Quando mi dissero che la mia prestazione poteva favorire i militari, risposi che i miei gol erano per l'Argentina e non per Videla, non era un problema mio che i militari potessero appropriarsi delle nostre vittorie. Era in corso un genocidio e non ce ne accorgevamo, nessuno se ne accorgeva al di fuori di coloro che ne erano coinvolti. Giocavamo semplicemente a pallone. Non si può mescolare sempre il nostro disimpegno in campo con le atrocità della dittatura. Io preferisco dire che abbiamo dato una gioia alla gente in un momento estremamente complicato".

Il forte giocatore argentino era una seconda punta dotata di una grande velocità, di una elevata tecnica e di un tiro letale. Il suo soprannome era "El Matador".

Terminata l'esperienza da calciatore, intraprende la carriera di allenatore, prima come vice al Valencia di Héctor Núñez. Successivamente gira il mondo  come allenatore andando in Indonesia al Pelita Jaya, in Albania al  Lushnja, al Mineros in Venezuela, al The Strongest  e all' Ind. Petrolero in Bolivia e al Casarano in Italia. Attualmente è un commentatore sportivo in Argentina.

Nel 2011 gli è stato intitolato lo stadio di Córdoba, in Argentina, che era stato inaugurato nel 1978, attraverso una amichevole di una selezione locale contro la Nazionale, nella quale era andato a segno lo stesso Kempes. Nel 2004, è stato inserito nella lista FIFA 100, la classifica stilata da Pelè e dalla FIFA, nella quale sono riportati i migliori 125 calciatori viventi.

Il fuoriclasse connazionale di Kempes, Diego Armando Maradona, ha affermato, parlando di lui: "Un fenomeno, lo adoro sia come persona che come giocatore".