Il piccolo Ben sarà sorridendo in questo momento. L’Inghilterra ha superato la Svezia ai quarti ed approda alla semifinale di Coppa del Mondo. Di cosa sto parlando? In questi giorni una toccante notizia mi ha molto colpito. Kane, il capitano della nazionale inglese, alla vigilia di una importantissima partita è stato ispirato da un bambino.
Ben Williams è un piccolo grande eroe dei nostri tempi che combatte contro una durissima malattia, un tumore al cervello. 
Il bomber del Tothenam ha risposto a un video pubblicato dal padre del bambino, in cui Ben riceve in dono una copia della Coppa del Mondo. "Ciao, Ben - ha scritto il bomber inglese su twitter - Ho visto il tuo video e mi ha ispirato. Continua a combattere e noi sabato faremo di tutto per regalarti un sorriso".

È sorprendente come i social abbiamo cambiato la nostra vita. 
Facebook, Twitter, Instagram e chi più ne ha, più ne metta: ormai la nostra vita quotidiana è intasata dalla tecnologia, dall'essere interconnessi 24 ore su 24, dal bisogno impellente di condividere qualsiasi momento della propria giornata, spesso anche il più intimo.
I social network rappresentano uno strumento di innovazione sociale di grande impatto, sono certamente straordinari strumenti di innovazione, con i quali un numero crescente di persone  anche lontanissime, entra in contatto scambiandosi opinioni e informazioni  permettendo una migliore socializzazione stando comodamente seduti alla propria scrivania. You tube, My space, Snapchat, Ask, Tumbr, Periscope: il numero dei social network cresce a vista d’occhio e per alcune fasce d’età l’accesso di questi siti si approssima al 90% di utenti. 
Dieci anni fa sarebbe stato impensabile avere un contatto cosi diretto con un campione milionario come Harry Kane. Oggi spesso vediamo calciatori che rispondono ai propri tifosi, come si farebbe con un amico. Grazie a questi potentissimi mezzi, abbiamo un rapporto ancora più vicino con i nostri begnamini, i nostri campioni. Sappiamo tutto: dove sono, con chi sono, cosa fanno, cosa pensano, che abitudini hanno, dove vanno in vacanza, quali luoghi amano frequentare, ecc… . È di poche ore fa il video postato su Weibo, il Facebook cinese, dove fa presagire il prossimo annuncio di Cristiano Ronaldo.

Siamo in una società dove un “Ti amo” vale meno di un cuore inviato su Whatapp, dove un like viene apprezzato di più di un “Buongiorno”, dove un gli amici su Facebook contano di più degli amici veri.

Lo stesso vale per un calciatore o chi gli sta vicino. Un like, una foto postata in qualche città, una storia Instagram ambigua, una emoticon particolare diventano indizi per il calciomercato. Piste vere o false che siamo fanno immediatamente notizia. Mi viene in mente la foto di Pjanic a Barcellona: immediato il tam tam di un’imminente trasferimento al Barca. Per non parlare delle emoticon di Wanda Nara, moglie e agente del centravanti dell’Inter Mauro Icardi: dai saluti agli arcobaleni, dalla foto di una zebra in un safari, ad un a sua foto con un costume da bagno a strisce bianche e nere, facendo scatenare voci di un prossimo approdo alla Juventus. Ma gli esempi sono centinaia, se non migliaia! Dal famoso video di capodanno del neo interista Nainggolan che gli è costata la cessione, alla 'Papu Dance' di Gomez. La canzone creata ad hoc e intitolata 'Baila como el Papu' ha fatto ballare tutta Italia, raggiungendo anche il palco di X Factor 11. Essere calciatori al 2018 non è facile. Oltre all’allenamento, all’alimentazione bisogna curare anche la propria immagine attraverso i social. Il migliore in tutte queste cose è sicuramente Cristiano Ronaldo col suo atletismo, alla cura maniacale dell’alimentazione. E di tutto questo ci informa attraverso video e foto che posta in quantità.
Con i suoi 133 milioni di followers su Instagram è il re incontrastato tra i calciatori! Divertimento, ok, ma anche solidarietà: il vice capitano della Roma Alessandro Florenzi ha deciso di cambiare il nome account del suo profilo 'Instagram' in "@FlorenziPerTelethon", in modo da dare visibilità e sostenere con un piccolo gesto la Fondazione. Torniamo al campo per concludere con uno straordinario esempio di come, senza mezzi particolarmente importanti, è possibile sfruttare il mondo dei social network per far conoscere la propria 'realtà'. La sfida di Coppa Italia tra Pordenone e Inter, vinta a fatica ai rigori dalla formazione allenata da Luciano Spalletti, è stata giocata al meglio dalla formazione friulana in campo... e sul web. I social media manager del club, infatti, hanno creato un vero e proprio 'evento social' attorno al match, dagli slogan "Mai stati in B" (il Pordenone non è mai riuscito a raggiungere la 'Cadetteria' nella sua storia, così come l'Inter non è mai retrocessa nella seconda serie) al confronto tra Icardi e Berrettoni, senza dimenticare l'"Accidenti" finale come commento all'eliminazione in Coppa Italia, come 'insegnamento' a chi spesso riversa sui social network odio e rabbia in nome del 'tifo' per la propria squadra.

Infatti non è tutto ora ciò che luccica. Chi naviga sul web e frequenta i social network si sarà imbattuto più di una volta nei cosiddetti “haters”. Nascosti sotto i nickname più improbabili, questi utenti avvelenano le discussioni con i loro commenti improntati a un odio violento e immotivato. Non si tratta di qualche post particolarmente virulento, ma di un atteggiamento costante di disprezzo e provocazione, che inquina le discussioni on line.  L’anno scorso durante l’ Europero Under 21 di calcio in Polonia, scoppiò il caso Donnarumma. Il giovane portiere rossonero, attraverso il suo procuratore Mino Raiola, ruppe col Milan. Sulla vicenda ci fu un coro di protesta di tifosi milanisti che, non si riversarono in piazza, ma sul web, sull’attuale piazza virtuale: postando video, e facendo sentire la propria voce con messaggi più o meno educati. Come non ricordare l’hashtag #Dollarumma ed i dollari finti lanciati in campo. Di sicuro ne condizionarono le prestazioni. Lo stesso procuratore italo-olandese, i cui post erano fermi al 2016, postò due messaggi twitter: “DONNARAIOLA x HATERS 1-0” ; “Dopo Europeo incontriamo Milan. Adesso importante la Nazionale.” 

Non so dove ci porterà questa dipendenza da Internet e dai social network perché ormai fanno parte della nostra vita e sono strumenti da cui è difficile prescindere, o disintossicarsi quasi tant’è che si parla del “più grande fenomeno sociale di massa degli ultimi anni”. Usare Facebook o un qualsiasi social network non è sbagliato, ma forse è meglio imparare ad usale i social con consapevolezza e senza farne un uso spasmodico: le insidie sono dietro l’angolo, e non bisogna soprattutto dimenticarsi che la vita vera è un’altra cosa e non può essere vissuta passando le ore davanti allo schermo di un pc. Questa è l’era dei social network!