I tempi sono se non duri perlomeno complessi per cui, penso, un po’ di ironia su calcio e coronavirus può magari aiutare a sdrammatizzare la situazione senza mancare di rispetto a chi soffre o è in ansia per amici e parenti.
Il calcio, che non è più un gioco (il Monopoli è un gioco e lì i milioni sono fatti di banconote finte… quando ci sono in ballo centinaia e migliaia di milioni veri non possiamo più parlare di gioco), vive, né più né meno di altri contesti sociali, politica in primis, di polemiche, ripicche e proclami degni, un tempo, al massimo di scenette d’avanspettacolo.

Chi ha vissuto la Torino dei grandi scioperi e dell’ipersindacalizzazione ricorderà che per sintetizzare il pensiero di taluni contestatori si ricorreva al modo di dire “ha la moglie incinta e dà la colpa ad Agnelli”. I tempi passano ma i grandi colpevoli sono sempre gli stessi. Fortunatamente, dopo che la marcia dei 40.000 ha fiaccato un certo sindacalismo militante, oggi abbiamo nuovi paladini della giustizia ma con gli stessi argomenti.

Ha cominciato recentemente Rocco Commisso, personaggio il cui curriculum e la cui capacità imprenditoriale sono indiscussi ma che, soprattutto grazie allo slang “broccolino”, una mimica da Pulcinella ed una fisicità non proprio hollywoodiana, a molti più che un presidente di serie A ricorda i mitici film degli anni d’oro della commedia all’italiana tanto cari a Quentin Tarantino. Cosa ha fatto il simpatico Rocco? Il personaggio, di cui a mio avviso il già malandato calcio italiano non sentiva il bisogno, ha compreso quale fosse la via più semplice per ottenere consensi, visibilità e credibilità: attaccare la Juve. Così, per giustificare un’annata sottotono (anche a causa di infortuni importanti) che vede annaspare il suo club poco sopra la zona retrocessione, non c’è altro da fare che accusare gli odiati bianconeri.

Ma il più bello arriva poi nel caos coronavirus, quando l’odiato Andrea Agnelli capace di sordidi complotti (ché neanche un’associazione criminale nata dalla fusione della Spectre e della Trilateral Commision fatta in una messa satanica all’aperto sotto l’incrociarsi di centinaia di scie chimiche), a detta della dirigenza dell’Inter, avrebbe manipolato Governo, Protezione Civile, OMS, Unità di Crisi per favorire la Juventus contro i nerazzurri milanesi nello scontro diretto (forse è il contrario: giocare a porte aperte avrebbe ristabilito l’equità, invece giocare in casa a porte chiuse sfavorisce chi ospita… soprattutto perché la Juve avrà tutti gli scontri diretti in casa… vabbè). E poi, in un magico domino delle ammonizioni, il perfido AA avrebbe calcolata l’assenza di alcuni giocatori del Bologna spostando a suo piacimento i turni di recupero. Satanasso di un Andrea!

Non aspettavamo altri che il brillante Jindong (per gli amici Steven) Zhan ad illuminarci sul potere perverso della Juve. Certo, probabilmente a Zhang che nel 2006 aveva sì e no 15 anni, Calciopoli l’avrà raccontata Oriali e magari lui, anima candida, crede realmente che l’Inter le telefonate non le facesse, anche se poi salvata solo dalla prescrizione; né che il Milan fosse responsabile di quello che faceva un signore, organico alla squadra ma, fortunatamente e opportunamente, non tesserato.

E quindi, veniamo al punto.
Come nel processo di Calciopoli, non resta che affidarsi alle inoppugnabili evidenze fornite dalle prove fattuali per inchiodare il colpevole. Mettiamo in ordine le cose.
È oramai evidente che il Coronavirus si sia diffuso in Cina e sia giunto da noi ben prima di quando poi ce ne si sia resi conto con l’impennata dei contagi.
Ma chi è stato il cosiddetto “paziente 0”? Chi l’untore pandemico? Risaliamo ai fatti.
Siamo nel luglio 2019 e la Juventus (perché capita sempre con voi!?) sotto la guida di Sarri parte per una tournée estiva.
Primo indizio: Sarri al Napoli non faceva mai le tournée estive: è evidente che ci sia qualcosa sotto.
La Tournée aveva tre date, la prima a Singapore ma, la seconda, in Cina!
Secondo indizio: la Cina è la nazione dove per primo sviluppato il contagio: c’è sempre la Juve di mezzo!

E se è vero che, come diceva Sherlock Holmes, un indizio è un indizio due indizi sono una coincidenza ma tre indizi fanno una prova, ecco la prova: due settimane dopo il rientro dalla Cina, la Gazzetta dello Sport titola: “Tegola Juve: Sarri ha la polmonite. Il debutto sabato a Parma è a rischio”. Ecco cos’era la misteriosa malattia dell’allenatore bianconero: nient’altro che il terribile coronavirus! All’epoca nessuno sapeva cosa fosse il COVID-19, ma è evidente e inoppugnabile che sia Sarri il famigerato “paziente 0”.

Ecco le prove!
Tutto il disagio che ognuno di noi sta vivendo, le paure, le persone ricoverate, le scuole chiuse, i paesi in quarentena, il campionato falsato, l’economia allo sbando, la coesione sociale distrutta, tutto quello che di terribile accade nel mondo ha una sola ed unica causa: E’ SEMPRE COLPA DELLA JUVE!


P.S.: Se avete amici interisti, fateglielo leggere. Loro ci crederanno!