De Ligt vuole andare via dalla Juventus per giocare in un club più competitivo. Se poi ci riuscirà sarà tutto da vedere. Ma che un giocatore voglia andare via dalla Juve per giocare in un club più competitivo  è un qualcosa di incredibile, di sorprendente, oppure anche no se vediamo le cose come stanno e c'è da riflettere.
La Juventus avrà pure dominato la Serie A, avrà pure fatto il record di nove scudetti consecutivi, avrà pure vinto 36 scudetti più due revocati, primato tutto bianconero quello delle revoche in SerieA che gli costò anche la retrocessione. Ma la Juventus in Europa non fa paura più a nessuno. Sono trent'anni che non vince nulla praticamente. Guardando la competizione più importante, la Champions League, in Italia la detiene... l'Inter di Mourinho che ha riportato un trofeo europeo nel nostro Paese con la Roma. La Juventus la vinse nel 1995/96 contro l'Ajax. Si chiamava Coppa Campioni. L'ultima Europa League, che allora si chiamava Coppa Uefa, la Juventus la vinse nel 1992/93, l'ultima a vincere quel trofeo fu il Parma con Buffon. Quel Buffon che recentemente ha ricordato che con la Juventus non ha mai vinto alcuna coppa europea. E decise di andare al PSG anche per questo motivo. Vincere la Champions. Non ci riuscì. C'è effettivamente da riflettere se la prima squadra italiana per scudetti vinti e revocati in Europa non vince praticamente da quasi trent'anni. E di investimenti i bianconeri ne hanno fatti, mica pochi. Più di 1 miliardo di euro nell'ultimo decennio e che dire dell'acquisto clamoroso di CR7? Comprato per dominare il mondo. Alla fine vinse uno scudetto che avrebbe potuto conquistare anche senza Ronaldo, in Europa fallimento rispetto alle attese, e il tutto si concluse con la fuga del vip Ronaldo in Inghilterra seguito dal suo immenso parco auto, anzi, venne anticipato a dirla tutta. Il calcio italiano si è dovuto consolare con la coppetta della Conference League ma di questo passo rischia di essere l'unica coppa a portata del nostro Paese. Eppure siamo tra i campionati che spendiamo di più in operazioni di calciomercato, anche quest'anno siamo tra i primi tre posti. In Europa, ahimè, siamo il niente, non riusciamo a far tremare nessuno se non i tifosi delle squadre italiane a cui non resta che guardarsi le fasi finali con protagoniste squadre di altre nazioni, Inghilterra in testa. Quando la prima squadra e società della SerieA da trent'anni quasi non vince nulla in Europa, per quanto la si possa sfottere a livello di tifoseria, cosa assolutamente legittima, ci può stare, fa parte delle storie del calcio, a dire il vero, è un segnale per nulla rassicurante per tutto il calcio italiano. Però d'altronde sappiamo bene come siamo messi.
Viviamo di nostalgia, ci consoliamo lì, sono due edizioni consecutive che stiamo fuori dai Mondiali, ci sono generazioni che non sanno ancora cosa significhi vivere un Mondiale di calcio, con una SerieA che rischia di diventare più un campionato di “rottamati” che calamita per grandi campioni. Ma prima di attirare i grandi campioni, che altro non saranno che meteore in una notte sperduta di San Lorenzo, dobbiamo rifondare le basi, senza quelle prepariamoci ad altri anni di digiuno europeo, coppettine del nonno permettendo.