La prima volta non si scorda mai. Era il 1^ giugno del 1967 ero davvero piccerillo. Una settimana dopo la sconfitta in finale di Coppa dei Campioni con il Celtic di Glasgow, l’Inter si giocava lo scudetto a Mantova: la mia Juve di allora ‘’cosi piccola e fragile‘’, nelle ultime partite di campionato aveva rosicchiato ai nerazzurri la bellezza di tre punti (allora per la vittoria venivano assegnati 2 punti) e prima che si giocasse quell’ultima gara di campionato i bianconeri di Heriberto Herrera si trovavano ad un solo punto dall’Inter capoclassifica- Quella sera allo stadio Martelli di Mantova, accadde un miracolo come neanche a Lourdes: al 49esimo di gioco il centravanti mantovano Di Giacomo, ex interista, crossava in area nerazzurra un pallone senza troppe pretese. Giuliano Sarti portiere interista, appostato sul primo palo, tentava di fermare quella palla che però gli sfuggiva  di mano per poi rotolare lemme lemme dietro alle sue spalle e in rete. L’Inter nei restanti 41 minuti di gioco non riuscì a recuperare il risultato e la Juventus, vincendo la partita con la Lazio per due reti ad una, balzò in testa alla classifica finale aggiudicandosi il 13esimo scudetto della sua storia, per me il primo emozionantissimo sospiratissimo scudetto da tifoso bianconero.

Una gioia grandissima quanto insperata quella che provai in quell’indimenticabile pomeriggio di giugno una gioia sospirata e attesa da troppo tempo.

Ero appena un ragazzino, capitai sotto la bandiera bianconera quasi per caso, probabilmente anche influenzato da tutto ciò che sentivo raccontare in giro in merito a quella Juventus leggendaria, rappresentata da grandissimi campioni, seguita e amata in ogni dove. E cosi che me ne innamorai anch’io, magari un po' in ritardo… Quando comincia a sentirmi davvero juventino, a seguire puntualmente le partite alla radio perfino a comprare qualche giornale sportivo, quello squadrone leggendario non esisteva più… Fu come accomodarmi in platea per assistere ad uno spettacolo che era stato dato il giorno prima…

Quel favoloso trio d’attacco formato da Boniperti Charles Sivori, le strepitose rovesciate di Parola, le irresistibili volate sulla fascia di Gino Stacchini… non c’erano più. Boniperti si era ritirato dall’attività già l’anno prima, Charles era stato ceduto alla Roma. Era rimasto Omar Sivori con attorno tanti  giocatori di medio basso livello a formare una Juve bonsai di fronte alla quale stava  un’Inter spaziale, stratosferica e dominatrice assoluta in campo nazionale ed internazionale.

 

Eravamo circa agli inizi dei favolosi anni 60, un periodo, calcisticamente parlando, nel quale noi tifosi juventini si faceva la fame. Nonci restava che ammirare incondizionatamente quello squadrone nerazzurro che dominava il mondo. Era la grandissima Inter di Angelo Moratti presidente straordinario, del ‘’mago’’ Helenio Herrea allenatore formidabile, e di Italo Allodi, la volpe, Ds eccezionale e competentissimo.

Ricordo ancora come una triste poesia del Leopardi  quella formazione nerazzurra pressoché imbattibile, tormento e incubo delle mie domeniche di calcio: Sarti, Burgnich, Facchetti; Bedin, Guìarneri, Picchi; Jair, Mazzola, Milani (Peirò), Suarez e Corso.

Poi finalmente la svolta. Per  la stagione 1964/65 l’allora presidente bianconero On. Catella affidò la squadra al paraguaiano Heriberto Herrera, allenatore sconosciuto ai più, personaggio scorbutico, duro, intransigente. Al ‘’sergente di ferro’’, questo il soprannome che gli fu affibbiato, la società  affidò una rosa giocatori di medio basso profilo. In poco tempo però Heriberto riesce ad inculcare ai suo giocatori una nuova ed esplosiva mentalità, un nuovo e modernissimo sistema  di gioco, il cosidetto ‘’ movimiento’’. Una organizzazione di gioco nella quale il talento veniva sacrificato insindacabilmente al bene della squadra, difesa attenta e coriacea, gioco corale con pressing costante e attacco degli spazi.

Heriberto Herrera è stato un grandissimo allenatore con idee avanti di almeno 20 anni rispetto ai suoi colleghi di allora. Mi piace ricordare con grande ammirazione e affetto quest’uomo, forse solo apparentemente burbero, che ha saputo regalare ad un ragazzino, quel ero io, le prime grandissime gioie da tifoso bianconero: una coppa Italia già nel 1965 battendo proprio la grandissima Inter di H.H. e soprattutto lo scudetto del 1967 già menzionato.

Quello scudetto fu fondamentale perché oltre che chiudere lo strapotere interista diede soprattutto la giusta spinta, un decisivo imput a società e proprietà per un immediato rilancio in grande stile, ad investire di nuovo e pesantemente sulla squadra.

I resti di quella grande Inter opportunamente sorretti da nuovi giocatori ebbero ancora un sussulto conquistando la vittoria in campionato quattro anni dopo nel 1971.

La Juventus attraverso l’eccezionale guida del presidentissimo Boniperti diede il via ad una escalation eccezionale: fu grande Juventus quella che si aggiudicò lo scudetto negli anni: 72, 73, 75, 77, 78, 81, 82, 84 e 86. Un dominio quasi ininterrotto di quasi 16 anni che fu bloccato dal ‘’tornado’’ Milan di Berlusconi, una squadra stratosferica, per me la più forte di tutti i tempi e che per diversi anni dominò l’Italia e l’Europa dando uno spettacolo mai visto prima.

La Juve riprese saldamente le redini del gioco solo 11 anni dopo. La famosissima  triade ( Moggi , Giraudo e Bettega ) con in panchina un fantastico  Marcello Lippi portarono la Juventus alla conquista della tanto agognata Champions e alla conquista di 7 scudetti: 1995, 97, 98, breve intermezzo pubblicitario e poi ancora nel 2002, 2003, 2005 2006.

Intanto quella grande Inter che tanto mi fece penare da piccolo era scomparsa, solo qualche scudetto conquistato a distanza di 10 anni l’uno dall’altro e notte fonda per 16 anni dal 1989 al 2006 anno in cui a seguito di una commedia americana intitolata ‘’calciopoli’’  la giustizia sportiva presieduta da Guido Rossi  tifoso interista nonché amministratore delegato della società nerazzurra fino a qualche anno prima, decise di regalare lo scudetto vinto dalla Juve nel 2006 alla sua squadra del cuore…

Quel capitolo del non calcio è tristemente noto a tutti soprattutto a noi tifosi bianconeri: alla Juventus fu tolto anche lo scudetto conquistato nel 2005, la società fu retrocessa in B con forte penalizzazione in classifica. Altre squadre importanti come Milan e Fiorentina furono anch’esse penalizzate nel punteggio seppure mantenute nella massima serie. Cosi nacque finalmente una nuova ‘’grande’’ quella di Moratti figlio, presidente per competenza  e organizzazione da considerarsi distante anni luce dal padre Angelo presidentissimo dell’Inter euro mondiale. Quell’Inter fu creata partendo da due costole sottratte alla Juventus (il grandissimo Ibrahimovic e Vieira) e senza la Juve tra i piedi e con di  fronte una concorrenza gambizzata potè finalmente dimostrare la sua ‘’grande forza’’ su una strada spianata che la portò a vincere 4 titoli nazionali uno dietro l’altro dal 2007 al 2010 e perfino una Champions.

La Juventus la portò la cicogna in un lontano 1^ novembre del 1897 ,segni particolari: SCORPIONE … lo stesso segno di discreti giocatori come… Pelè…Maradona…Van Basten…Riva…Mazzola…Boninsegna…Del Piero…Gherard Muller…Dybala…Rooney e qualche altro…

Tra le caratteristiche principali dello ‘’Scorpione’’: ama la competizione, adora le sfide... sopratutto se complicate ed in grado di metterlo costantemente alla prova…Quando vuole ottenere qualcosa o raggiungere un obiettivo lo Scorpione viene animato da uno slancio irrefrenabile che lo porta a doverlo raggiungere ad ogni costo… Lo Scorpione non dimentica i torti subiti… Muore mille volte, ma ha il potere di rinascere dalle sue ceneri, sempre…

Fino al 2006 durante la mia esperienza di tifoso bianconero avevo notato troppe volte comportamenti di natura prettamente scorpionica da parte della mia squadra del cuore… Ma ciò che è accaduto dopo quella data è qualcosa davvero di straordinario e che solo uno Scorpione vero credo possa realizzare.

La Juventus, nonostante una consistente penalizzazione di punti, riesce a stravincere e subito il campionato cadetto. Risale immediatamente nella massima serie ed affila le armi per compiere un’impresa epica. 

Occorreranno solo 4 anni per rinascere dalle proprie ceneri e rifarsi ampiamente e clamorosamente dei torti subiti precedentemente. Dal 2011 ai giorni nostri la Juventus mantiene costantemente la testa della classifica della Serie A, si aggiudica 9 titoli nazionali uno dietro l’altro. Non ce n’è per nessuno! E’ come Attila rade al suolo tutto e tutti.

Plutone: Affido a te Scorpione il compito di purificare ed eliminare gli ostacoli. Dovrai rimuovere e far morire tutto ciò che impedisce la realizzazione del mio piano affinchè sia dato spazio a tutto ciò che è puro e nobile... Comincerai da te stesso: imparerai a morire e rinascere dalle tue ceneri, poi insegnerai ad altri… Perché tu possa assolvere al tuo compito ti dono i talenti della volontà dell’intuito e della rinascita.

Lo scorpione è l’unico animale al mondo che di fronte ad un pericolo estremo si da la morte con il suo pungiglione.

Quest’anno in campionato la Juventus anche per stanchezza s’è trovata spesso in grave pericolo, ha provato ad uccidersi da se, varie volte. Neanche questo è bastato per sconfiggerla…

Ma forse per lo Scorpione Juve è giunto il momento di un’altra pausa prima di rinascere ancora una volta. ‘’Niente muore nell’universo, tutto si trasforma, il terreno inaridito dal sole e dai raccolti dell’estate ha bisogno di essere di nuovo nutrito e reso fertile. Soltanto cosi di lì a qualche mese, potrà affrontare un nuovo ciclo riproduttivo e tutto ciò che muore e si decompone si trasforma in humus per una nuova vita’’.

Questa è la Juventus, la sua storia è il suo destino…