Domenica è arrivata la prima sconfitta in Serie A della Juventus: una notizia eclatante per i tifosi del Napoli, perchè riaccende leggermente le speranze di scudetto, che la sera stessa hanno portato a casa 3 punti importantissimi battendo un ostinato Udinese. Ma i bianconeri non si sono assolutamente preoccupati per una singola sconfitta, che non ha minimamente complicato i piani della stagione, grazie anche ad un vantaggio di ben 15 punti sui partenopei, secondi in classifica. Inoltre, dopo la remuntada con l’Atletico Madrid, si poteva aspettare una partita fiacca e spenta, dove i giocatori bianconeri, stanchissimi, avrebbero solo aspettato il momento giusto per ripartire, senza creare particolari occasioni: la scelta di Allegri è ricaduta su un pesante turnover, per far rifiatare quei giocatori che avevano brillato contro i biancorossi, come Bernardeschi e Spinazzola, non convocando nemmeno Ronaldo.
Lo schema di partenza è stato un 3-5-2, con Perin in porta, Caceres, Bonucci e Rugani centrali, Alex Sandro e Cancelo sulle fascia, una mediana composta da Bentancur, Pjanic e Can e un attacco guidato dalla coppia Dybala-Mandzukic.
La partita è cominciata come ci si aspettava: la Juventus cercava di mantenere il possesso palla, aspettando un varco nella difesa genoana, ma in ben due occasioni Perin dovette compiere dei salvataggi miracolosi sui tiri degli attaccanti avversari e un calcio di rigore fischiato a favore del Grifone venne annullato dopo il VAR Review.
Nel secondo tempo la Juventus partì forte, segnando al 56esimo un gran goal con Dybala, che però venne annullato per il fuorigioco di Emre Can: Prandelli poi fece entrare Pandev e Sturaro, che si rivelarono le due mosse vincenti: il macedone confezionò un assist al bacio per Sturaro, che con un tiro a giro sorprese l’ex compagno Perin, e poi segnò con un bellissimo tiro a incrociare sul palo lontano. Le statistiche a fine partita erano impietose: zero tiri in porta e zero occasioni da goal per la Juventus. Partita sofferta e mal approcciata, complice la stanchezza e l’euforia post Champions, ma c’è qualcosa di più. Allegri ha commesso più di un errore non da lui, a partire dallo schieramento di Mandzukic dal primo minuto, nonostante nelle precedenti partite, vittoria contro l’Atletico inclusa, avesse reso sempre sotto le aspettative, complice anche un drastico calo di condizione, dovuto al suo utilizzo continuo. Insomma, Mandzukic ha bisogno di riposo come qualsiasi calciatore, nonostante il suo contributo per la squadra sia fondamentale, mentre il mister non sembra averlo capito: poi in panchina si trovava un certo Moise Kean che scalpitava per un posto da titolare dopo ll’incredbile prestazione contro l’Udinese e che sicuramente l’avrebbe meritato maggiormente di questo Mandzukic, che rimane un gran giocatore, soprattutto quando deve tirare fuori la grinta e la fisicità.
Un altro errore quello di schierare Alex Sandro, che ha sfoderato un’altra prestazione imbarazzante, confermando una stagione altalenante per un terzino di livello mondiale come lui, nonostante questo sia il periodo in cui ha sempre reso meglio. Perchè non schierare Spinazzola, galvanizzato dopo la strepitosa partita di Champions?

Da questa partita, tuttavia, Max ha ricavato una certezza: Dybala deve giocare vicino alla porta, se non come prima punta almeno come trequartista. L’unico giocatore relativamente pericoloso della Juventus per tutta la partita è stato proprio lui, che ha anche segnato un goal, poi giustamente annullato: inoltre ha combattuto come un leone contro i ruvidi difensori genoani, aperto spazi per i compagni, creato occasioni, senza venir mai aiutato. Ma Allegri continua a dire che “Dybala può fare la punta a Palermo, non a Torino”, pur avendo sempre ricevuto grandi prestazioni dalla Joya in attacco. Perciò questo equivoco tattico prima o poi dovrà finire, per il bene di uno dei più grandi talenti mondiali e per quello della Juventus, che deve capire di star custodendo un diamante ancora grezzo, che non è di sicuro né una mezzala né un’ala, ma un attaccante tra i più completi dell’intero panorama mondiale. Anche Emre Can è diventato ormai una sicurezza a centrocampo, abbinando strapotere fisico, buona tecnica e corsa instancabile, oltre ad una adattabilità tecnica fuori dal comune, come dimostrato contro l’Atletico. La mezzala tedesca, tuttavia, dovrà ancora maturare molto per quanto concerne il controllo del pallone nei momenti di maggior pressione delle squadra avversarie. Ma ad oggi rappresenta il vero top player del centrocampo bianconero, che è alla disperata ricerca di nuovi interpreti, come dimostra la maxi offerta di 60 milioni presentata alla Roma per il giovane talento Zaniolo.

La cosa che più preoccupa l’allenatore è una: questa Juventus sta diventando estremamente Ronaldo-centrica. E questa partita ha rappresentato solo un esperimento per vedere come si sarebbero comportati i bianconeri senza il loro campione: un esperimento miseramente fallito, che ha confermato un trend preoccupante di tutte le squadra in cui ha giocato il portoghese.

Senza di lui la squadra non sa vincere, perché nessuno è in grado di prendersi la sua pesantissima eredità o di tirare fuori la giocata magica in grado di far svoltare una partita.

Dybala ci ha provato, ma da solo ha potuto fare poco o nulla, ignorato completamente da una squadra che appariva spenta e senza idee. Ronaldo è un perno fondamentale della Juventus di oggi, ma Allegri deve ricordarsi che le partite si vincono giocando di squadra e dovrà imparare dagli errori commessi dai bianconeri durante la partita di domenica.
Inoltre una scelta poco capita è stata la mancata convocazione di Ronaldo, che ha causato una sconfitta imprevista: perché non convocare piuttosto uno spento Mandzukic e portare il portoghese almeno in panchina? Ma nel calcio con i se e con i ma non si arriva da nessuna parte, ed Allegri dovrà essere bravo ad imparare dai suoi errori, cercando di creare un gruppo solido e compatto, non Ronaldo-centrico.

Perchè ormai il portoghese ha più di 34 anni e presto finirà anche il suo ciclo, perché rimane pur sempre un uomo come tutti gli altri. E la Juventus dovrà dimostrarsi resistente ai cambiamenti, sfoderando sempre una squadra di primo livello. Finalmente con qualche talento italiano.