Con la sconfitta dell'altro ieri in finale di Coppa Italia contro il Napoli, Sarri vede il suo progetto con la Juventus ad un bivio, o si vince sia il campionato sia la Champions League o si rischia veramente che l'ex tecnico del Chelsea possa dire addio al termine di questa stagione.
Se però noi invece stiamo cercando di capire se la Juventus sarriana è, ad oggi, un fallimento, dobbiamo tornare indietro esattamente di un anno, al 20 giugno 2019, giorno della presentazione ufficiale di Sarri come nuovo allenatore dei Bianconeri, notizia che lasciò amarezza ai napoletani, che si sono sentiti traditi e stupore considerando che il bel gioco non è mai stato l'obbiettivo dei vari progetti nella storia della Juventus, mentre è, o almeno dovrebbe essere, il marchio di fabbrica delle squadre di Sarri.
Che quest'anno avrebbe visto molti cambiamenti lo si era capito già a maggio a causa di due fattori, il primo, inequivocabilmente, avrebbe portato novità a Vinovo, perché con l'esonero di Allegri serviva un nuovo allenatore, mentre il secondo fattore è la divisa di casa, finita nell'occhio del ciclone della critica non appena è stata presentata per il richiamo alle origini con la riga rosa a dividere la banda bianca da quella nera. Sappiamo tutti che il motto della Juventus, detto per la prima volta dalla immortale figura di Boniperti, recita: "Vincere non è importante, è la sola cosa che conta", il che implica il fatto di raggiungere la vittoria in qualsiasi modo, senza preoccuparsi se sia estetico o meno, oppure se le persone sono d'accordo e a un mese dalla presentazione dalla divisa per la stagione 2019-2020, viene ufficializzata una mossa che va controcorrente, con l'arrivo di un allenatore che ha sì come obbiettivo la vittoria, sarebbe strano che un mister non volesse raggiungerla, ma bisogna conquistarla tramite il suo bel gioco, fatto di pressing costante, scambi rapidi, stretti e un grande lavoro da parte di tutta la squadra, perciò a me già qualche dubbio sorgeva.

Durante la conferenza di presentazione, Sarri lancia un messaggio forte e chiaro, Pjanic dovrà toccare minimo 150 palloni ogni gara, ad incentivare il fatto che, soprattutto per la presenza del bosniaco, il tecnico toscano fosse finalmente riuscito a trovare l'ambiente perfetto per esprimere la sua idea di calcio al massimo livello. Per un'influenza che lo ha colpito durante il precampionato, Sarri non ha potuto seguire la preparazione estiva dei suoi giocatori, situazione che ha portato un deficit alla squadra, che fino a settembre non ha potuto lavorare a pieno ritmo col nuovo allenatore e questo in campo si è visto.
Alla prima giornata arriva una vittoria minima sul campo del Parma con goal di Chiellini, che nella stessa partita si infortuna per 6 mesi, perdita non di poco conto, mentre alla seconda, in casa contro il Napoli, la Juventus sciupa un vantaggio di 3 reti in meno di mezz'ora, salvo poi vincere grazie ad una sfortunata deviazione nella propria porta da parte di Koulibaly al 94esimo. I segnali di una macchina non ancora perfetta continuano, contro una Fiorentina che fatica a ingranare, i Bianconeri guadagnano solo un punto, il gioco veloce e la difesa alta con marcatura a zona richiesti da Sarri sono concetti ancora estranei alla squadra, che fatica ad assimilarli e ad esprimerli. Qualche segnale di miglioramento lo si vede nelle successive 4 gare, quelle contro Verona, Torino, Brescia e Spal, la Juventus riesce ad alzare il ritmo della gara e a tenerlo, il gioco è più fluido, grazie anche ad un Pjanic finalmente in condizione nonostante non arrivi mai a giocare esattamente come richiesto, ma anche i segnali negativi non mancano, la difesa ancora non riesce a svolgere i compiti richiesti da Sarri e Ronaldo non segna come ci si aspetterebbe. In compenso l'ex tecnico del Chelsea riesce, a piccoli passi, a reintegrare nel progetto Dybala e Higuain, il primo era il principale candidato all'addio in estate per poter monetizzare, cosa che non si è concretizzata, a parer mio la Juventus ci ha solo che guadagnato a tenere la Joya, che io continuo a considerare il giocatore più forte che Sarri ha a disposizione, Ronaldo è fuori categoria. Higuain invece arrivava dalla sua peggior stagione, tra i prestiti al Milan e al Chelsea, guidato proprio dall'attuale allenatore Bianconero, dove però non ha lasciato il segno in positivo, Sarri ha preso le sue difese, lavorandolo psicologicamente e sul campo al fine di farlo tornare un bomber come l'anno dei 36 goal, che al contempo dia una mano alla squadra in fase di non possesso, caratteristica ormai fondamentale e richiesta nel calcio di oggi. Al Pipita riesce meglio il secondo aspetto, più di una volta si è trasformato in un assist-man, mentre le cifre realizzative sono basse per i suoi standard e questo si vede anche nei risultati. Vittoria per merito di un super Buffon contro il Bologna, pareggio a Lecce e un'altra vittoria in extremis al 95esimo su rigore contro il Genoa.

Tra fine novembre e inizio dicembre la Juventus vive una settimana che cambierà la stagione, il 23 novembre a Bergamo si ha la sensazione che le cose inizino finalmente a girare per il verso giusto, prima prova convincente, forse l'unica, con doppietta di Higuain e senza Ronaldo in campo, da questa partita le cose inizieranno a girare decisamente peggio, la domenica successiva arriva allo Stadium il Sassuolo, che ferma la Vecchia Signora sul 2 a 2 grazie a un Boga elettrizzante e a un super Turati, portiere 17enne alla prima presenza in Serie A, autore di alcune parate pazzesche, l'unica nota positiva della gara è che Ronaldo da lì in poi segnerà almeno un goal nelle successive 11 gare disputate, ma allora nessuno poteva saperlo.
La settimana seguente, dopo aver conquistato il passaggio del turno in Champions League, la Juventus viene totalmente surclassata dalla magnifica Lazio di Simone Inzaghi, che domina sul piano del gioco e dell'intensità, il risultato non lascia spazio a discussioni, 3 a 1 per i Biancocelesti. Nelle successive gare arrivano delle vittorie, eccetto la pesante debacle contro la Lazio in Supercoppa Italiana, ma non grazie al bel gioco tanto predicato da Sarri e dalla dirigenza ad inizio anno, nonostante il periodo top di Ronaldo e De Ligt, che ha finalmente appreso i dettami del mister e i primi mugugni cominciano a serpeggiare fra i tifosi e fra la stampa, la sola cosa che lascia ben sperare è che la forza individuale dei singoli mantiene la Juventus in testa alla classifica.

Dal 26 gennaio al 26 febbraio i pochi sprazzi di sarrismo ancora presenti nella Juventus si sgretolano senza possibilità di rimedio, Sarri inizia questo mese maledetto andando a perdere la sfida dell'ex al San Paolo, si rialza poi allo Stadium vincendo 3 a 0 contro la Fiorentina con due rigori forse un po' dubbi ma non certo su cui fare polemiche inutili, ma nel posticipo di sabato 8 luglio, al Bentegodi va in frantumi anche l'ultimo briciolo di ideale del bel gioco, grazie all'enorme lavoro tattico svolto da Juric che porta il Verona a trionfare per 2 a 1, in una gara dove la Juve da qualche segnale di presenza, la traversa di Douglas Costa è l'unica azione pericolosa non condotta da Ronaldo, solo con il fenomeno portoghese che colpisce un palo e poco il 60esimo minuto si inventa un goal di pregevole fattura, si abbassa nella sua metà campo per ricevere palla, la serve ad un compagno che di prima lo lancia in verticale, vince il contrasto fisico con Rrahmani, che viene poi saltato da un doppio passo che si conclude con un tiro preciso sul quale Silvestri non può nulla. Sul goal del pareggio c'è l'impronta indelebile dell'uomo che avrebbe dovuto toccare 150 palloni a partita, Pjanic commette un errore imperdonabile con retropassaggio verso Szczesny sul quale Borini non può non avventarsi, frutto sicuramente della pressione portata dai Gialloblu ma è anche l'immagine della stagione del bosniaco e di tutta la Juventus, una stagione in cui le idee di un gioco rapido e fluido non sono mai state messe in pratica. Arrivano poi due vittorie contro Brescia e Spal, che comunque non calmano i critici, i quali trovano il loro massimo sfogo mercoledì 26 febbraio, quando la Juventus perde, meritatamente, per 1 a 0 in trasferta contro il Lione nell'andata degli ottavi di Champions League, senza mai creare pericoli validi o avere un minimo di controllo su una gara che, al momento del sorteggio, vedeva i Bianconeri nettamente favoriti.

Prima della sosta forzata, si è giocato il Derby d'Italia, terminato con il punteggio di 2 a 0 in favore della Juventus, che aveva dato qualche piccolo segnale di miglioramento.
La ripresa dopo 3 mesi abbondanti di pausa è stata un disastro, la semifinale di ritorno contro il Milan è stata forse, dal mio punto di vista, una delle partite più brutte della stagione, la Juventus attaccava senza idee e organizzazione, i Rossoneri provavano a reggere in piedi la baracca, senza le possibilità di provare qualche contropiede, le statistiche parlano chiaro 7 tiri in porta a 0 in favore dei Bianconeri, ma il Milan sta vivendo una situazione particolare che a noi ora non interessa e la finale di Coppa Italia contro il Napoli è stata persa meritatamente, frutto di mancanza d'identità già da molti mesi e dal farsi sopraffare dall'egoismo, Ronaldo poteva sfruttare meglio le occasioni che ha avuto e non era necessario che calciasse il 5° rigore, scelta rivelatasi fatale visto l'errore di Danilo, vanno dati anche i giusti meriti a Gattuso che chiudendosi in difesa con due linee da 4 e cercando di pungere con le ripartenze, più di una volta ha messo in crisi un'intramontabile Buffon, autore di parate di alto livello.

Sarri rischia di passare in un battito di mani dalla possibilità di vincere tutti i trofei disponibili a chiudere la stagione con zero titoli, ma quello che accadrà lo vedremo nei prossimi mesi, mentre la risposta alla domanda se il progetto del tecnico toscano alla Juventus è fallito, la diamo ora che abbiamo rivissuto la stagione della Juventus e io credo che dobbiamo dare due risposte, la prima è che la Juventus sarrista non c'è mai stata, quindi non si possono dare giudizi su una cosa inesistente, mentre la Juventus che abbiamo visto quest'anno è stata forse la peggiore riproduzione di quella degli anni con Allegri, non si pensava al gioco, bastava vincere e la Juve in campionato ha vinto, non a caso è prima, in Champions League ha passato il girone, è in una situazione difficile ma recuperabilissima e, anche Sarri non dovesse vincere nulla, vedo difficile l'ipotesi che venga esonerato, considerando i tempi brevissimi di recupero fra questa e la prossima stagione e i movimenti di Paratici che stanno cercando di portare a Torino i suoi pupilli dopo il mercato estivo 2019, dove ha dovuto sottostare alle idee della dirigenza, tra l'altro un allenatore nuovo non farebbe in tempo a impostare la squadra a suo piacimento, dunque credo che il progetto della Juventus sarrista possa iniziare dal prossimo campionato a deliziarci con il suo gioco che in passato aveva già conquistato tutti noi.