Sono passati cinque giorni dalla disfatta bianconera in Champions League e dopo aver aspettato di vedere l’evolversi degli eventi in casa Juve, ora, a mente fredda, è giunto il momento di parlarne, ponendo l’attenzione su cosa non ha funzionato e soprattutto sul futuro della Juve in questa stagione ma ancora di più nella prossima, con il trinomio Ronaldo-Pirlo-Juve che non è più così sicuro di sopravvivere a lungo.

LA DISFATTA EUROPEA
È stato un fallimento su tutta la linea il doppio confronto contro il Porto negli ottavi di finale di Champions, con una Juventus che ancora una volta si è dimostrata non all’altezza della fase finale di questa competizione e che è stata per giunta spedita a casa da un avversario alla vigilia presentato come inferiore e facilmente superabile. Una storia già vista, sia due anni fa che l’anno scorso. Ma se uscire contro l’Ajax dei giovani prodigio di due stagioni fa non è stato uno scandalo ed è successo più per meriti avversari che per colpe della Juventus, l’uscita contro il Lione sarebbe dovuta servire da lezione per permettere al progetto bianconero di maturare ed evolversi, e presentarsi in campo quest’anno senza commettere gli stessi errori appena fatti. Invece si è ripetuta la stessa identica storia, con la squadra di Pirlo che ha da rimproverarsi l’atteggiamento superficiale della partita d’andata. Ancora una volta l’impegno è stato sottovalutato: all’andata è stato regalato il risultato ai portoghesi, che al ritorno, con tanta lotta e anche un minimo di buona sorte, hanno completato l’opera volando tra le migliori otto d’Europa. Poi si può dire tutto ciò che si vuole su Ronaldo che si gira e apre le gambe in barriera, su Morata che sbaglia qualche gol di troppo, sugli errori arbitrali e sulla dea bendata che stava guardando Dortmund-Siviglia, ma la Juve a questa partita ci è arrivata con troppi errori e leggerezze alle spalle che ora sono rimpianti che per un bel po’ rimarranno impressi nell’ambiente bianconero. Ancora una volta, la Juve si dimostra non pronta, perché se sottovaluti gli avversari e non stai sul pezzo per tutti i novanta minuti in Europa paghi caro e lo si sa da tempo. Il Porto di Conceição era una squadra eliminabilissima con un approccio corretto da parte di una squadra qualitativamente superiore come la Juve, ma che diventa un ostacolo enorme se gli regali dei pezzi di partita e anche qualche gol, dato che sa punire e non concedere più niente, perché è una squadra solida e sempre sul pezzo, che se c’è bisogno gioca un’ora con la linea difensiva a 6 piuttosto che mollare una qualificazione che ha voluto dal momento del sorteggio, a differenza di una Juve che credeva di avere il pass per i quarti in tasca ma che si è dimenticata di passare in biglietteria a ritirarlo e che quindi sul treno delle migliori otto non ci è salita.

IL PROSIEGUO DELLA STAGIONE E I DUBBI SU PIRLO E RONALDO
Di tempo per leccarsi le ferite però non ce n’è per la Juve e almeno questo sembra averlo capito come ha dimostrato con un deciso 3-1 sul Cagliari. La Vecchia Signora ora ha una finale di coppa Italia contro l’Atalanta da vincere ancora più obbligatoriamente di prima, oltre a un campionato in cui deve vincere sempre per provare a rimediare gli errori di inizio stagione, che in questo momento costano dieci punti di ritardo da un’Inter che corre più che mai.
Ma se questa stagione finirà con Pirlo in panchina e Ronaldo in attacco, non è detto che l’estate porti continuità e che non ci siano invece cambiamenti in questo senso. A proposito sono già arrivate le parole del d.s. Paratici che dice di volersi tenere stretto Ronaldo, e anche quelle del cinque volte pallone d’oro, che dopo la tripletta contro il Cagliari ha strizzato l’occhio con un post sui social a una permanenza a Torino per continuare a vincere con questa maglia, anche se a detta di molti non è troppo convinto di ciò che scrive. Si è parlato moltissimo di un Ronaldo di nuovo al Real Madrid in estate e scontento della Juventus, come anche, al contrario, di un Agnelli scontento del portoghese e desideroso di fare per quanto possibile cassa e affidarsi ai giovani. Le mie sensazioni sono che nessuna delle due indiscrezioni sia vere, anzi. Nessuna delle due parti si era illusa che la missione Champions League sarebbe stata facile e anche se finora è stata al di sotto delle aspettative, credo che per Cristiano rappresenti ancora di più una mission impossible che non fa altro che stimolarlo a superare i suoi limiti, e che Agnelli continui ad aver fiducia in lui per provare quest’impresa.
Per quanto riguarda Pirlo, non bisogna fare l’errore di pensare che Agnelli l’abbia voluto per vincere subito. Ronaldo deve dare tutto subito e si spera portare più gol e trofei possibile, ma Pirlo è la base su cui la dirigenza ha scelto di costruire il futuro. La scelta è stata azzardata, ma non del tutto sbagliata. Oltre all’eliminazione, bisogna saper prendere ciò che di buono questo allenatore esordiente ha fatto e lasciargli questi ultimi mesi per vedere a cosa porterà il suo lavoro. Però, questo ragionamento andrà fatto a giugno, quando si avrà una panoramica completa della stagione in corso. Ma comunque sia, sono pronto a scommettere che Pirlo continuerà a Torino, perché è da folli credere che sia qui per portare una svolta immediata e lo è altrettanto buttare questo anno di costruzione e ricominciare tutto da zero.