Parliamoci chiaro, a nessuno piace perdere, nemmeno una amichevole estiva, figuriamoci una partita di campionato contro il Milan, e se la stavi vincendo due a zero nel secondo tempo, è ovvio e indiscutibile che siamo davanti a una sconfitta di quelle che bruciano dentro. Sì perché nonostante io l'avessi anticipato che le prossime sfide della Juventus sarebbero state insidiose, un epilogo di queste dimensioni della partita di ieri sera è stato un duro colpo. Va detto che se una sconfitta doveva arrivare, il fatto che sia arrivata un paio d'ore dopo la seconda sconfitta consecutiva della Lazio, rende il tutto, sotto il profilo della competizione molto più indolore, infatti se da una parte la Juve poteva mettere una pietra tombale su questo campionato, volando a più dieci, rimanere comunque a più sette non permette di fare dei drammi, almeno guardando il campionato.
La partita è stata pazza!
Dopo un primo tempo abbastanza equilibrato, il secondo tempo regala emozioni che difficilmente si provano in una partita intera. La Juve a inizio ripresa sembra mettere le cose in chiaro, prima con un gran gol di Rabiot, finalmente, poi il raddoppio di Ronaldo che sfrutta un pasticcio di Romagnoli e Kjaer. Tutto finito? Immaginando la Juve probabilmente sì, e sicuramente lo stesso pensiero lo avranno fatto anche i giocatori in campo. La sensazione di aver il bottino pieno in tasca e vedere la Lazio a meno dieci ha spento il cervello dei bianconeri che incredibilmente incassano tre gol in cinque minuti. Un record credo. Prima il rigore di Ibra che da speranze e subito dopo il micidiale uno due di Kessie e Leao che ribaltano incredibilmente la situazione. La Juve è in bambola completa. Arriva addirittura il quarto gol di Rebic. Uno tsunami inaspettato soprattutto nei modi.
Se la rimonta subita ad inizio stagione col Napoli allo Stadium, da tre a zero a tre pari, risolta a nostra favore solo dall'autogol di Koulibaly, sembrava una situazione di inesperienza, ieri sera un piccolo campanello d'allarme deve essere suonato. Se a questo punto della stagione un gruppo come quello bianconero ancora non sa gestire una situazione del genere, qualche riflessione la merita. La Juve se pur brutta degli ultimi anni aveva almeno il pregio di non subire così facilmente certe rimonte. La rimonta è un segno di debolezza mentale, è un segnale che in campo i giocatori non riescono a stare sul pezzo e credono di poter gestire queste situazioni allentando la concentrazione. Errore madornale. Anche con l'ultima in classifica devi avere quella convinzione e cattiveria per non complicarsi la vita, figurati a San Siro contro il Milan.
È l'allenatore che deve lavorare su questo aspetto.
Io ricordo i cappotti che volavano in campo con acciughina, una cosa come quella successa ieri sera mi auguro che in fondo sia servita a qualcosa e che non si ripeta mai più.

I complimenti sinceri vanno al Milan di Pioli, che a dispetto di molti detrattori, sta dimostrando di essere più squadra di altre più quotate, e che al di là dei limiti tecnici e di rosa, sa mettere in campo quella grinta e cattiveria sportiva e voglia di non mollare mai che dovrebbero far sentire comunque fieri i tifosi rossoneri.
Non sta a me dare giudizi o dare consigli, ma prima di dare per fallito il percorso Pioli per iniziarne un altro, l'ennesimo, con altre incognite ci penserei su. Che con Sarri questo genere di problemi potessero venire a galla era in preventivo, ma comunque non è piacevole. Perdere si può perdere, soprattutto quando lo si merita o quando l'avversario è più forte di te, perdere come ieri sera fa storcere il naso. Bisogna serrare i ranghi e guardarsi negli occhi.