La Juventus vince 2 a 1 con il Napoli giocando una gara finalmente da Juventus, mettendo in mostra dopo tanto, troppo tempo, lo spirito che da sempre ha contraddistinto la squadra bianconera. Una vittoria fondamentale per la corsa verso la Champions League.
Pur tra errori e cali si è finalmente rivista una squadra vogliosa di sudare, resistere e vendere cara la pelle, gettando il cuore oltre l’ostacolo. Una squadra che, a differenza di quanto visto per buona parte della stagione ha saputo soffrire, e nel momento di maggior pressione della squadra avversaria non si è mai disunita, mettendo in campo quel DNA operaio che l’ha resa il club più titolato del nostro calcio.

Dopo un primo tempo di grande levatura, con un approccio alla gara oserei dire quasi perfetto, i bianconeri si sono eccessivamente adagiati sul goal di vantaggio concedendo troppo campo alla squadra partenopea, che per tutto il secondo tempo ha messo letteralmente alle corde i bianconeri.
E’ servita una magia della Joya, finalmente rivistosi in campo dopo quasi novanta giorni di assenza, per regalare agli uomini di Andrea Pirlo il raddoppio decisivo per i tre agognati punti. Un gruppo quello bianconero che, dopo la magia dell’argentino, si è riversata sul dieci stesso far festa, inviando un forte segnale di unione e compattezza dello spogliatoio andando a smorzare le troppe voci che si erano susseguite nelle ultime settimane. Un eccessivo clima da “de profundis” che aleggiava intorno a questa squadra che, non dimentichiamolo, ha regalato ai propri tifosi nove anni di grandi vittorie ed emozioni.

Smaltita la gioia per questa importantissima vittoria rimane l’amarezza ed il rammarico per una stagione che, se avesse visto la squadra andare in campo con lo stesso piglio anche contro Crotone, Benevento, Verona, Fiorentina e altre ancora, oggi non lotterebbe per un piazzamento Champions ma starebbe sgomitando con l’Inter per aggiudicarsi il suo decimo scudetto consecutivo. Una storia, quella di questa stagione, che avrebbe potuto scriversi in modo diverso se solo questa squadra avesse potuto giocare più spesso con la formazione titolare e quindi con in campo i vari Dybala, Arthur, McKennie, Ramsey, troppo spesso assenti nel corso di questi ultimi mesi.
Quello che viene infine da chiedersi è se il martello Antonio Conte possa aver fatto la differenza nei confronti del collega esordiente Andrea Pirlo che, a fronte della sua assoluta mancanza di esperienza in panchina, in troppe occasioni non è riuscito ad infondere la giusta determinazione e la giusta energia alla squadra. Un gruppo con evidenti limiti a livello qualitativo, ma che quanto meno in Italia rimane quello più completo e qualitativo.

Passiamo ai Top e Flop:

Top
Federico Chiesa: Partita straordinaria la sua: esterno di sinistra e di destra, interno di centrocampo, trequartista a cucire il gioco per i compagni d’attacco ed infine pure assist-man in occasione del goal di Cristiano che da par suo, dopo essersi divorato un clamoroso goal al primo minuto di gioco, si rifà con un movimento da vero centravanti concretizzando nel migliore dei modi la palla goal fornitagli dall’ex viola.
Danilo: L’ennesima grande partita della stagione lo elegge a miglior uomo in campo alla pari di Federico Chiesa. Perfetto in fase di marcatura, dove chiude tutti gli spazi per poi spingere come se fosse un’ala aggiunta, proponendo gioco e cross al bacio senza sprecare mai un pallone. Visibilmente migliorato anche nelle diagonali difensive (suo punto debole) sta diventando giorno dopo giorno un giocatore insostituibile sia per questa che per la futura Juventus.
Gigi Buffon: Schierato nell’undici iniziale a sorpresa, forse anche per le sue naturali doti di grande motivatore, regala alla squadra tre parate straordinarie, dimostrano come un grande campione anche a quarantatre anni possa essere ancora determinante
Paulo Dybala: Bentornato Paulo. Il primo pallone che tocca è quello che regala la vittoria alla Juventus con uno dei suoi goal, mai banali, grazie a quel sinistro che canta. Il suo novantanovesimo goal in maglia bianconera, a testimonianza di quanto sia mancato a questa squadra rendendo veramente difficile pensare ad una Juventus senza di lui. Un goal quello di ieri importantissimo; per Paulo stesso e per la squadra che grazie al recupero dell’argentino trova una straordinaria alternativa nel reparto offensivo per questa ultimo scorcio stagionale nel quale due sono le missioni da portare a compimento: centrare la zona Champions e portare a casa la coppa Italia il 19 maggio. Un trofeo quest’ultimo, che andrebbe a lenire le ferite di questa travagliata stagione. Un Paulo Dybala che, dopo essere stato votato come il miglior calciatore della nostra serie A 2019/2020, torna finalmente in campo da assoluto protagonista.
Rodrigo Bentancur: Dopo tante prestazioni in chiaro scuro, che hanno segnato una stagione di grande sofferenza per il centrocampista uruguaiano, finalmente un’ottima prestazione. Sostanza, qualità, palla fatta girare palla efficacemente, buona chiusura delle linee di passaggio avversarie in fase di non possesso, il buon Rodrigo non si è nemmeno risparmiato nel proporsi in avanti in più occasioni oltre a pulire il gioco senza mai commettere errori tecnici.

Flop
Alex Sandro: Il terzino brasiliano fatica terribilmente ad uscire dal proprio torpore e a riproporsi sui livelli delle sue prime stagioni bianconere. Rischia con un maldestro intervento nella propria area di regalare un calcio di rigore al Napoli in chiusura di primo tempo, che avrebbe rimesso in gioco la squadra di Rino Gattuso e prosegue nell’ormai stucchevole tendenza di passare costantemente la palla all’indietro anche quando ci sarebbe la possibilità di proporsi in avanti.
Giorgio Chiellini. Partita a due facce la sua. Il solito Giorgione ottimo in marcatura, prima su Dries Mertrens, poi su Osimhen ed infine su Petagna ma che rovina tutto regalando al Napoli in rigore che riapre la partita. Un giocatore difficilmente collocabile in una squadra che vuole impostare partendo dal basso, a causa dei suoi evidenti limiti tecnici che regalando troppo spesso e troppo facilmente il pallone agli avversari
Alvaro Morata: Si impegna lo spagnolo, ma poi sbaglia tutto. Passaggi, scelte e tempi, ma soprattutto non riesce più ad incidere in zona goal, peccato mortale per un attaccante. Impacciato col pallone tra i piedi, con la tendenza a rallentare costantemente il gioco, quello di quest’ultimo periodo si sta rivelando un Morata involuto e completamente diverso da quello sfavillante di inizio stagione.