TORINO - Una partita è un po' come un libro: tradotto, non va, anzi non andrebbe mai giudicato dalla copertina, ovvero dal risultato. Juventus-Manchester United di ieri sera non dovrebbe sfuggire a questa regola. E' vero, il 2-1 subito in rimonta contro una versione dei Red Devils dominata per 85 minuti mal contati alimenta più di un rimpianto dalle parti della Continassa ma - come già successo due settimane prima ad Old Trafford - la squadra di Allegri ha comunque dato la sensazione di avere il potenziale per poter disputare una Champions League da sicura protagonista.

I cinque minuti finali che hanno capovolto l'esito di una sfida per larghi tratti a senso unico, non dovrebbero cancellare quanto di buono fatto dalla Juve fino all' 1-1 di Mata, il prologo dell'autogol beffa di Alex Sandro. Sì, perché proprio quel finale di gara in cui si è rovesciato l'ordine costituito certifica paradossalmente l' assoluta competitività di Chiellini e soci. Perchè? Perché al tramonto del match, il Manchester United ha dimostrato di essere un avversario di alto livello, una squadra capace di mettere in campo qualità (la punizione di Mata è un gioiello), fisicità, resilienza e durezza mentale utili per imporsi quando il dado sembrava ormai tratto. Ebbene, contro uno United che ha nel proprio DNA le qualità di cui sopra, la Juve, tra andata e ritorno, ha comunque fatto pesare a lungo la propria chiara superiorità senza (quasi) mai fare affiorare i punti di forza degli inglesi. Nel doppio confronto tra Manchester e Torino, in ordine sparso i bianconeri hanno mostrato personalità, bel gioco (ricordate il primo tempo di Old Trafford?), solidità difensiva (finale di ieri a parte), voglia di chiudere quanto prima la pratica. Qui, in quest'ultimo punto, però, risiede forse il momentaneo e chissà temporaneo tallone d'achille della Juve: l'incapacità di concretizzare la mole di occasioni che crea. Una pecca, una strana idiosincrasia al gol che forse è costata più dell'ingenuo fallo di Matuidi da cui è poi scaturito il pareggio inglese, più del contestato cambio De Sciglio-Barzagli e più del "concorso di colpa" in occasione della rete della rimonta ospite. Khedira prima, Pjanic e Cuadrado poi avrebbero potuto rendere senza macchia la serata di Torino. Poi, sono bastati soli 5 minuti per cancellarne 85 e per vanificare il blitz di Old Trafford, troppo pochi per ridimensionare davvero una Juve che dal k.o. di ieri potrebbe ripartire con nuove certezze. Paradossi di una sconfitta.