IL BUIO PRIMA DELLA LUCE - Per qualche anno, precisamente da quando Totti ha smesso di calpestare l'erba e di deliziare i palati fini di chi ama il nocciolo del bel calcio, youtube è stato il rifugio dei nostalgici, dei romantici, di quelli che non si occupano di Var arbitri e fatturati, di quelli che contavano i giri del pallone in un lancio di Pirlo e che soffiavano su un tiro di del Piero dal limite dell'area sul secondo palo. Per troppo tempo, in Italia, i settori giovanili hanno creduto che fosse più fruttuso e lungimirante investire su un ragazzo dal giusto fisico e piedi magari da sistemare, piuttosto che il suo amico bassino ed esilino con i piedi ammaestrati da una benevola natura. Tutto questo ha avuto inevitabilmente un prezzo: la generazione dei Baggio e Zola prima, di Del Piero e Totti poi, che hanno regalato giocate sopraffine su e giù per l'Italia, è arrivata inesorabilmente al capolinea. Un percebile vuoto, frutto probabilmente di un mancato lavoro di programmazione e di scelte e orientamenti tutt'altro che indiscutibili. Fino alla catastrofe, il punto di non ritorno di una storica mancata qualificazione ai mondiali.

DUPLICE ESPLOSIONE - Nel pessimismo generale del post-Ventura, da queste ceneri miste a terra e prato di qualche campetto di periferia, con la formula magica del più applicato e preciso degli alchimisti, hanno spiccato il volo due talenti purissimi: Chiesa e Zaniolo hanno riacceso il sacro fuoco di chi aveva fatto, a ragione, l'abitudine al pensiero che i fuoriclasse fossero solo ormai all'estero e che si dovesse spendere anche tanto per portarne qualcuno in serie A. Due ragazzi che hanno rischiato di smettere, con potenzialità inespresse più che sottovalutate, e che sono letteralmente esplosi nel giro di un anno o mesi, con buona pace di chi, nel caso di Zaniolo all'Inter, ad ottobre si mordeva già le mani nel vedere sfuggire di mano un super affare.

GENEALOGIA - Allegri, che non perde occasione di divertirsi lanciandosi sovente in parallelismi e analogie tra cavalli e calciatori, sentirà di avere dalla sua un argomento in più nel convincerci delle sua tesi e convinzioni ippocalcistiche, perché a guardare Chiesa arare la fascia di competenza per novanta minuti, il pensiero non può che correre, più di quanto faccia egli stesso, a Enrico, calciatore fulmineo e generoso. Dal padre sembra avere ereditato la dinamicità e la tecnica, la capacità di smarcamento e il dribbling, soprattutto la velocità balistica di esecuzione, anche se dal punto realizzativo il figlio sembra ancora un passo indietro. La sensazione è che ci siano grossi margini di miglioramento. Il tempo è dalla sua. Figlio d'arte anche Zaniolo, il quale sembra essere più promettente e di un livello superiore di quanto non sia stato il seppur stimato padre Igor, centravanti degli anni novanta ritiratosi nel 2013, che ha girato molte squadre nell' arco della sua carriera. Nicolò ne ha ereditato il senso del gol, ma il fisico possente, l'ottima difesa della palla, la visione di gioco, la tecnica, fanno di lui un calciatore completo e adatto di più al ruolo di mezz'ala.

JUVENTUS NEL FUTURO? - Di talenti di questo calibro non ne nascono tutti i giorni. Anche se in ripresa, le società di serie A, ad esclusione della Juventus, non sembrano attualmente poter avere la forza di fronteggiare offerte importanti estere. Il rischio che squadre come Barcellona, Real, City e United possano avere puntato Zaniolo e Chiesa esiste, quello che si possa scatenare un'asta a breve anche. La Juventus non ha certamente necessità urgenti di acquistare in quei ruoli: Bernardeschi, altro talento purissimo che sta diventando punto fermo bianconero, sembra calpestare le stesse zone di competenza di Zaniolo. C'è Dybala, del quale non può essere discusso certamente il valore, ma che è vittima di troppe ambiguità tattiche, sacrificato ad un gioco che se aumenta la qualità della manovra in fase di costruzione, quasi ne mortifica le potenzialità offensive. Situazione in divenire. Probabilmente Chiesa, più che Zaniolo, a piede invertito sulla fascia sinistra, potrebbe trovare più spazio in un futuro a Torino. Ma l'idea che si possa creare un blocco Juve alla nazionale, non difensivo come da tradizione ma d'attacco, composto da Bernardeschi Zaniolo Chiesa e Kean, potrebbe stuzzicare non poco la Juventus, sempre attenta ai talenti made in Italy. Il dovere di provarci c'è, al giusto prezzo, affinché non si disperda questo patrimonio di tutti coloro che amano il bel calcio e la serie A inizi a riacquisire quel ruolo che per tanto tempo ha avuto di parco giochi per fuoriclasse.

 

Paolo Costantino