Siamo all’inizio della stagione, il mercato ormai è terminato e la pausa del campionato, per le gare della nazionale, dà il tempo per tirare le somme su quanto successo negli ultimi giorni del mercato e nelle prime due gare di serie A.

Sicuramente, senza nascondersi dietro a un dito, tra i più delusi ci sono i tifosi bianconeri che tra una sessione di mercato decisamente “povera” e un inizio di campionato shock, già lanciano grida di allarme e polemiche contro la società.

Come sempre accade, le sensazioni di delusione o di gioia vanno di pari passo con le aspettative che decidiamo di avere come obiettivi. Succede sempre, nel lavoro, nella vita privata e ovviamente anche nello sport, si che lo si pratichi sia che lo si segua come passione. E così nel tifare una squadra, i sogni e le aspettative molto spesso non combaciano con la realtà. O perché non si è a conoscenza delle dinamiche reali e dei veri programmi della squadra, oppure perché si tende a pendere dalle parole che escono dalle testate giornalistiche, da opinionisti, che spesso dimentichiamo, non sempre raccontano la verità, ma che quasi sempre raccontano una verità a loro comoda. Per tifo, simpatie, antipatie, o anche per un tornaconto personale.

E proprio da qua è montata una delle aspettative più false, attorno alla Juventus. Quella che, con il ritorno di Massimiliano Allegri, la Juventus aveva come obiettivo primario quello di tornare subito a vincere in Italia lo scudetto, e che per questo motivo ci sarebbe stato un mercato importante. Giorno dopo giorno, titolo dopo titolo, dichiarazioni dopo dichiarazioni, anche il tifoso più pessimista, si era convinto di questo. E così dopo aver visto “fuggire” Ronaldo e non arrivare i vari Pogba o Milinkovic Savic, la depressione è piombata sul tifoso juventino come un pugno allo stomaco, e i risultati delle prime due partite, di certo non hanno aiutato. Ora, è chiaro che il sottoscritto non sia un portatore di verità assolute, non ho segreti in tasca e tantomeno non ho contatti diretti con la società, ma credo che gli obiettivi reali della siano un tantino diversi da quelli che i sopracitati “ media” hanno voluto inculcare nella testa di noi tifosi prima, per poi piombarci addosso con polemiche inutili. 

Io sono molto sereno e fiducioso.

E lo sono non certo per un ottimismo personale, ma per alcuni segnali che penso di aver colto e che sono convinto porteranno a dei frutti più importanti e lungimiranti di un nuovo scudetto mordi e fuggi per poi tornare nella mediocrità.

Partiamo dall’inizio. 

A fine stagione John Elkan rilasciò alcune dichiarazioni, e solitamente parla poco, ma quel poco che dice è Vangelo, visto che lui, più del presidente, è colui che decide la strada da percorrere. In quelle dichiarazioni disse che la Juventus sarebbe ripartita da un progetto basato sui giovani e da conti nuovamente in ordine. Se qualcuno avesse sentito queste dichiarazioni, già un’idea se la dovrebbe avere fatta. 

Poi il ritorno di Allegri, niente di strano se non fosse per un dettaglio. Max è tornato con un contratto importante da cinque anni, e già questo fa capire che lo scudetto subito non era un obiettivo primario, sarebbe bastato molto meno, e soprattutto pieni poteri decisionali e l’allontanamento di quel Paratici che non avendo creduto in lui e alla sua richiesta di rinnovare la squadra, aveva invece deciso di esonerarlo e di portare avanti i suoi progetti e le sue idee.

Ora la Juventus riparte da li, dalle idee che Max aveva in mente due anni fa. 

Innanzitutto i miracoli non si possono fare, e certamente non si possono fare quando hai grossi problemi di bilancio e di conseguenza bisogna porre le basi per un nuovo inizio. E la prima base è stato l’addio a Cristiano Ronaldo. Il suo ingaggio ora come ora non poteva essere accettato ancora. La Juventus riparte come nel 2011. Con un allenatore che dovrà fare di necessità virtù, e valorizzare i giovani e trovare, insieme alla dirigenza, quei profili low-cost ma funzionali al progetto come ad esempio lo sono stati i vari Giaccherini e Pepe.

La Juventus con Allegri deve tornare ad essere squadra, ad essere un gruppo, ritrovare quelle caratteristiche che da sempre ci hanno contraddistinto e che negli ultimi anni sono andate lentamente a scemare. Il rischio nel portare in casa un’azienda come Ronaldo era anche questo. Il giocatore non si può e non si deve assolutamente criticare, ma in tutte quelle dinamiche ed sottili equilibri che regnano in uno spogliatoio, come era quello della Juventus, il rischio era grande di rovinare quegli equilibri, e col senno di poi questo è successo. I campioni alla Juventus ci sono sempre stati e ci saranno ancora, ma solitamente la Juventus se li creava in casa o al massimo li faceva crescere. Un operazione alla Cr7 non rappresentava il dna bianconero.

Anche sull’addio del portoghese ci sarebbe qualche precisazione da fare, nel senso che non sono così certo che la sua fuga e il suo addio siano state frutto del suo ego. Io sono propenso a credere che la nuova società abbia fatto pressioni finché si trovasse una nuova sistemazione e con la panchina di Udine abbia capito che aria tirava a Torino. Lui non sarebbe più stato il Cr7 che era stato e voleva ancora essere, e con Allegri non sarebbe potuto più stare. E così è stato gentilmente accompagnato alla porta. 

Chi conosce Arrivabene sa benissimo che tipo di manager è. È della scuola di Marotta, non si guarda in faccia nessuno, se ci sono conti e dinamiche da risolvere lui le risolve, o quantomeno ci prova. 

Non sarà semplice ritrovare il bandolo della matassa perso tre anni fa, ma questo è l’inizio. Con il tempo e le prossime sessioni di mercato sì cercherà di eliminare la zavorra che tiene ancora incatenata la Juventus e i suoi conti. Parlo soprattutto dei vari Sandro, Ramsey, Rabiot, Bernardeschi tutti giocatori con rapporto ingaggio/rendimento altamente insufficiente e che bisognerà sistemare. Questa è l’eredità raccolta dalla nuova dirigenza e da Allegri, con la quale bisogna fare i conti. Non ci si può arrabbiare con gli ultimi arrivati se questa è la situazione, e nemmeno pretendere che potessero risolvere tutto in un mese ciò che qualcuno ha rovinato in tre anni. 

Ma a differenza degli inizi di Sarri e Pirlo i quali, onestamente, avevano già la data di scadenza scritta sulla schiena, qua l’inizio è di quelli veri e lungimiranti.

De Ligt, Dybala, Chiesa, Locatelli, Kean, Kulusewsky, Bentancour, questi sono i punti da dove ripartire e da dove ricreare il dna Juventus. Senza Ronaldo tutti si dovranno prendere le proprie responsabilità è dimostrare di essere da Juventus. Giovani come Fagioli e Dragusin sono stati mandati in prestito a giocare e farsi le ossa, giustamente, invece di continuare a guardare la prima squadra dalla panchina. Mossa intelligente e lungimirante.

Poi una volta ricreate le basi e sistemato i conti, con il tempo si potrà tornare a bussare a qualche porta, ma intanto i calciatori ce lì dobbiamo creare da soli o un uno scout accurato.

Io sono un sostenitore che nel calcio contìno le qualità umane, i gruppi uniti e giocatori funzionali senza eccessi. La prima Juventus di Conte vinse così. I Vidal i Pogba non erano nessuno quando sono arrivati e da lì abbiamo iniziato a costruire la nostra forza ed è quello che bisogna tornare a fare. 

Io sono sereno, so che non vinceremo probabilmente niente quest’anno e forse anche il prossimo, ma non mi importa, so che sta nascendo qualcosa di nuovo che ci darà grandi soddisfazioni, perché credo in questi uomini.