Puntuale, come un rigore per il Milan, scherzo amici miei eh, mi ritrovo ogni anno, più o meno nello stesso periodo, a dover commentare, analizzare una eliminazione della mia Juve in Champion’s. Un’abitudine, ormai ben radicata, ma che ogni volta da spunti diversi di discussione e  analisi. Non ho scritto a caldo perché in quei momenti è meglio tacere, accettare tutto, sedersi e aspettare che la nebbia mentale sì dirada per evitare di pubblicare i soliti sfoghi senza ne arte ne parte. Come avevo già scritto tempo fa, le mie aspettative quest’anno non mi avevano fatto illudere di chissà cosa, ciò che è successo con il Porto era più o meno nell’aria. Cioè, obiettivamente la squadra portoghese era alla nostra portata, come lo era il Lione lo scorso anno, ma altrettanto obiettivamente c’è da dire che la Juventus ha fatto davvero poco per meritare il passaggio del turno, e quindi se anche fosse passata, sarebbe uscita il turno successivo.

L’ANALISI:
La Juventus è giunta a questo appuntamento in totale emergenza, cosa che tra l’altro è capitata spesso anche con altri allenatori. Troppe assenze e troppi giocatori fuori condizione, per una squadra ancora acerba e senza una vera e propria identità, per poter avere velleità di successo. La fortuna non ci aiuta mai in campo europeo. Parlo di fortuna perché anche due grandi allenatori, che la Champions l’hanno vinta, come Klopp e Guardiola, sostengono che questa competizione sì decide spesso con gli episodi, non è un campionato di 38 partite dove c’è il tempo per recuperare, un episodio a favore o contro può decidere le sorti di una squadra. E in questo caso c’è da dire che che a noi non ce ne va bene una che sia una. Non mi sto appellando a queste cose, o cercando alibi, ma onestamente per arrivare in fondo spesso e volentieri le squadre hanno avuto anche bisogno della Dea bendata quando certe partite prendevano una brutta piega, e a noi questo in Europa non succede mai. Parlo sia di fortuna ma anche di qualche episodio arbitrale decisivo. A partire dalla finale di Berlino nel 2015 quando l’arbitro non concede un rigore su Pogba sull’uno a uno. O l’anno dopo quando a Monaco contro il Bayer dopo una partita di ritorno pazzesca e risultato ribaltato allo scadere una semplice palla innocua si trasforma, per una sciocchezza di Evra in un assist per Muller che manco farlo apposta insacca di testa. Non è uscita o andata sul palo....è proprio entrata in porta. Poi nello zero a tre casalingo subito contro il Real, un altro rigore non concesso su Cuadrado sembrava ininfluente, ma poi visto il pazzesco ritorno al Bernabeu è risultato essere decisivo. Come la decisione dell’arbitro che al novantaduesimo concede un penalty dubbio che vanifica lo splendido tre a zero ottenuto dalla Juve, e quel rigore dell’andata, alla fine serviva. Fino a quest’anno contro il Porto, nonostante non una ottima prestazione tra andata e ritorno, sempre un rigore non concesso all’andata su Ronaldo è stato decisivo. Mi sto attaccando sugli specchi? Può essere, ma le analisi e i giudizi su una squadra cambiano radicalmente con un passaggio del turno o con una eliminazione. A volte quando si è in difficoltà servono anche queste cose. Se guardate il cammino di chi arriva in fine e vince, troverete sicuramente uno o più episodi fortunosi che hanno deciso il cammino di quella squadra.

I COLPEVOLI 
Come giustamente ci si complimenta con gli artefici delle vittorie e dei successi, è altrettanto doveroso e giusto trovare delle responsabilità quando le cose non vanno per il verso giusto, non per amor della polemica fine a se stessa, ma per trovare dei rimedi per quanto possibile. In questo senso ne ho lette e sentite un po’ di ogni genere, giustamente ognuno è libero di dire ciò che pensa, molte affermazioni sono del tutto fuori contesto. Chi trova in Pirlo il colpevole, chi in Ronaldo, chi nella dirigenza chi nel presidente ognuno può pensare ciò che vuole ma la verità è una soltanto, la responsabilità è di chi gestisce la squadra tecnicamente e finanziariamente e in questo senso la responsabilità non può non essere in primis che del duo Paratici e Nedved.
Alla squadra non posso dire assolutamente nulla, i ragazzi ci hanno messo impegno e professionalità, sia i vecchi che da dieci anni tirano la carretta, sia i giovani appena arrivati. Le critiche a Ronaldo per la prima partita in Champion sbagliata sono assolutamente fuori luogo.
Pirlo non può essere incolpato di essere senza esperienza, non è una colpa e soprattutto non è una sua responsabilità. Il presidente Agnelli sicuramente è l’ultima voce in capitolo, ma sappiamo che la scelta Pirlo è stata sua, ma la gestione della squadra è di altri. 
Se la Juventus sì ritrova in queste situazioni è abbastanza chiaro che la gestione è stata sbagliata e lo è stata in maniera continua da almeno tre anni a questa parte. Scelte e valutazioni sbagliate ne hanno compromesso la solidità tecnica e finanziaria di questa squadra. Troppi mezzi giocatori pagati come campioni, e troppe lacune tecniche lasciate colpevolmente vuote da troppo tempo, hanno portato la squadra in questo lento declino. 

RONALDO 
La Juventus era arrivata per ben due volte ad un passo dalla coppa dalle grandi orecchie, ed era sensazione comune di tutti che, ad una squadra così competitiva mancasse soltanto la ciliegina sulla torta. E lo avrà pensato pure Agnelli che non si è fatto scappare l’occasione di prendere la ciliegina migliore al mondo. Ronaldo il suo lavoro lo ha fatto in maniera egregia in questi tre anni, il problema è stato non capire che Ronaldo a Madrid è stato ciò che tutti abbiamo visto, perché attorno a lui c’era una struttura perfetta in ogni singolo ruolo. Ronaldo che da Marcelo sì ritrova Fabrotta o un  Sandro che è gia un ex giocatore da diverso tempo, o che si ritrova come compagno di reparto un povero Kulusewsky, o invece di rapportarsi con Modric e Kross si ritrova con Rabiot e Ramsey, significa che quella ciliegina è stata messa su una torta ma semmai su un dolcetto. 

E ORA??
Onestamente mi aspetterei che il presidente dopo Sarri e dopo questa stagione, si faccia avanti e prenda delle decisioni proprio a livello di dirigenza. Paratici e Nedved da quel famoso confronto con Allegri che ne ha sancito il suo addio, e la presa di posizione di prendersi le responsabilità sulla squadra, in questi tre anni hanno fallito in pieno ed è giusto che ci sia una presa di coscienza da parte del presidente.
Se il presidente crede in Pirlo e in questo progetto è giusto continuare, se come dichiarato da Elkan la Juventus deve ripartire dai giovani la strada è quella giusta, ma allora bisogna ritornare su certe scelte scellerate e mettere chi le ha fatte davanti le loro possibilità.
In questa Juventus in difficoltà anche a livello economico serve intervenire pesantemente prima che la situazione diventi irreversibile. Basta con i Sandro, Rabiot, Ramsey,Bernardeschi, Morata, sono tutti mezzi giocatori pagati esageratamente. Per il loro rendimento sì trova spendendo molto meno. Anche Ronaldo, grazie di tutto ma perché la sua presenza abbia un senso c’è bisogno di un’altra società, non della Juventus dei prossimi anni.
Si riparte da De Ligt, Demiral, Arthur, Mkennie, Chiesa,Kulusewsky, e Dybala, e sì costruisce attorno la squadra del futuro. Per farlo serve trovare chi sappia valutare bene i giocatori più funzionali alle idee del mister, al di là dei nomi. E questo i dirigenti attuali non sono in grado di farlo. 
Nel ruolo di vicepresidente non abbiamo bisogno di chi prende a calci un tabellone, chi insulta l’arbitro, siamo la Juventus e in quel ruolo abbiamo bisogno di altro, sarebbe il momento di Alex Del Piero. 
La situazione del calcio in generale e della Juventus a livello economico è molto critica, e lo è perché qualcuno ha sbagliato le sue valutazioni e dovrebbe, quindi lasciare il posto a qualcun altro. Io nel progetto Pirlo ci credo ma serve un cambio importante in società.

Per anni siamo stati un punto di riferimento per altre società, ora che il mondo è cambiato dobbiamo essere noi a trovare dei punti di riferimento in altre società che sono state più brave di noi nel gestire un nuovo progetto.